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Reggio Emilia: divulga foto osè ricevute dalla fidanzatina su whats up, minorenne deferito alla Procura

smartphoneSul finire del decorso anno, una mamma reggiana, dopo aver letto dai mass-media locali dell’esistenza di personale specializzato della Squadra Mobile, si presentava direttamente dagli investigatori per segnalare una vicenda che la tormentava e che riguardava la figlia minorenne.

La donna denunciava la possibilità che immagini ritraenti la sua ragazzina in pose sconvenienti girassero tra gli studenti dell’Istituto scolastico frequentato.

La preoccupata mamma, nell’interesse primario della tutela della figlia, chiedeva alla Polizia di accertare se rispondessero al vero queste voci, la cui sola ipotesi creava enorme turbamento in tutta la famiglia.

Gli investigatori della Seconda Sezione della Squadra Mobile, incontrando la minore avevano modo di raccoglierne il disperato sfogo e la richiesta di aiuto: la ragazzina, appena adolescente, confessava di essere finita in una “trappola” tesa con l’inganno dal suo fidanzatino, di qualche anno più grande. Infatti come “pegno d’amore” la minore aveva accettato la richiesta di inviare tramite “whats app” alcune sue foto osé, che il ragazzo appena ricevute aveva inviato ad alcuni amici.

Le Indagini durate alcuni mesi, permettevano di porre in sequestro il materiale pedo-pornografico e di bloccarne la diffusione posto che nel frattempo le foto si erano sparse in modo incontrollato tra gli studenti non solo della provincia  reggiana, ma anche in scuole superiori del nord e centro Italia.

I protagonisti di questa storia sono tutti minorenni, perciò sono stati sentiti dagli investigatori sempre in modalità protetta, con l’ausilio di operatori specializzati e psicologi.

Le particolari metodologie investigative adottate, hanno permesso un brillante reinserimento della minore nello stesso ambiente scolastico nel quale si era prodotto l’evento traumatico.

Al termine delle indagini è stato deferito alla Procura della Repubblica per i Minorenni di BOLOGNA  il minore che per primo aveva diffuso le foto.

Si precisa che le indagini svolte rientrano più in generale, nell’ambito dell’attività di contrasto svolta dalla Squadra Mobile ai reati sessuali perpetrati in danno di minori, mediante un sistema di monitoraggio a “rete”, effettuato con l’ausilio degli insegnanti nelle scuole, delle strutture assistenziali del comune e specialisti AUSL.

L’età delle vittime di pedofilia è sempre più basso ( tra 10 e 12 anni – dato statistico in scala nazionale -). Questa Squadra Mobile ha compiuto indagini su 9 casi in città durante l’anno 1013 mentre solo 2 nell’anno 2012 con un aumento del di oltre il 300%.

In netto aumento anche le indagini che riguardano il possesso di materiale pedo-pornografico soprattutto ai danni di minori di anni 16 ; nel 2013 sono stati svolti accertamenti su 6 casi segnalati.

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Il Questore di Reggio Emilia Dr. Domenico SAVI ha riunito il personale della Squadra Mobile ringraziando il Dirigente e gli Operatori per l’impegno profuso e per i recenti brillanti risultati conseguiti nel perseguire i reati di violenza ed abuso nei confronti di donne e minori.

I numerosi interventi operati con particolare professionalità e sensibilità, sono frutto della progressiva specializzazione maturata sul campo, corroborata da attenta e specifica formazione e dalla grande sinergia instaurata con i magistrati della procura di Reggio Emilia.

La delicatezza degli interventi impone la massima riservatezza e la più grande cautela nell’approccio con i minori che viene svolto avvalendosi di elevatissime professionalità espresse dai Servizi Sociali territoriali e da psicologi e specialisti dell’Ausl e dell’Ospedale Santa Maria Nuova.
















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