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Bologna: aggiornamenti sull’entrata in funzione del dispositivo Scout speed

auto-Scout-speedIeri pomeriggio è entrato in funzione per la prima volta a Bologna il dispositivo Scout speed. Durante le due ore di controllo, partito con l’opportuna gradualità, sono stati elevati 5 verbali, di cui 3 ad autovetture e 2 a motocicli, che procedevano a velocità variabili tra i 67 e gli 82 km/h sui viali Panzacchi e Gozzadini e in via Stalingrado. I veicoli, in base alla normativa vigente, saranno sanzionati con una multa pari ad 168 euro e 3 punti di decurtazione sulla patente.

Con l’occasione, l’Amministrazione comunale intende precisare alcuni importanti aspetti sul funzionamento del dispositivo, che ne confermano la piena legittimità. In particolare va evidenziato quanto segue:

– il dispositivo Scout speed è stato regolarmente approvato, stante il parere favorevole espresso dal Consiglio superiore dei lavori Pubblici, con Decreto del Ministero dei Trasporti; il decreto è del 2013 e ha affrontato e risolto il tema della privacy, in quanto la direttiva del Ministero dell’interno, citata di recente sulla stampa, è risalente al 2009 e quindi superata dalle normative successive;

– le riprese frontali, peraltro, non permettono tecnicamente di identificare le persone che si trovano a bordo e quindi sono legittime: infatti il dispositivo è stato approvato perché operando con illuminatori “IR” e con un filtro sulla telecamera, oscura di fatto il parabrezza e di conseguenza guidatore e passeggero, fin dalla foto originaria;

– relativamente alla mancanza di segnaletica, è l’apposito Decreto del Ministro dei trasporti del 2007, emanato di concerto con il Ministro dell’interno, che prevede la non applicazione delle regole riguardanti la segnalazione dei luoghi ove viene effettuato il rilevamento della velocità, quando, come nel caso dello Scout speed, il rilevamento è effettuato in maniera dinamica;

– anche la questione che tratta il principio di parità di trattamento tra auto e moto è stata affrontata, ed il Ministero ha affermato che ciò non condiziona la procedura di approvazione del sistema, ma interessa al più le modalità operative, che ogni singolo Corpo di polizia stradale può autonomamente decidere di adottare;

– l’obbligo della contestazione immediata, in base alla disciplina vigente, non sussiste quando, come nel caso dello Scout speed, il veicolo oggetto del rilievo circola in direzione opposta al veicolo di servizio, o quando non può essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentari;

– da ultimo, il Comune di Bologna avrà cura di depositare avanti al Giudice di pace tutta la documentazione comprovante la regolarità del dispositivo (cosa che non è stata fatta nel ricorso vinto altrove e comunque già oggetto di appello e pertanto non definitivo), e presenzierà a tutte le udienze con un proprio avvocato specializzato per contrastare ogni infondato ricorso.

In merito infine alle polemiche sul nuovo dispositivo, il Comune ricorda che notoriamente in ambito urbano il limite generale di velocità è 50 km/h, per cui basta semplicemente rispettarlo per non incorrere in sanzioni dello Scout speed e soprattutto contribuire alla sicurezza di tutti i cittadini.

 
















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