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Sassuolo, Nadia El Barrami: “Le case popolari o i casi popolari?”

fotoI buoni amministratori non dovrebbero far litigare i propri cittadini a meno che non li considerino cittadini di serie A e di serie B. Non dovrebbero fomentare odio, invidia, paura, soprattutto non dovrebbero provocare e divulgare informazioni poco chiare o poco corrette.

Il tema degli alloggi popolari è caro a tutti, e non è una prerogativa della Destra. E’ prerogativa della Destra far intendere che gli extracomunitari fossero avvantaggiati in tutto e per tutto, mentre ora grazie a qualche supposto “Salvatore della Patria” lo saranno i sassolesi soltanto? Il solito “Miracolo” italiano a ridosso delle elezioni? Non mi dovrei stupire ed invece scelgo di farlo. Sono stanca di sentirmi “miracolata”. Vorrei una politica diversa, che si sporca davvero le mani con l’umanità, che si mette in gioco, e che non si pavoneggia solo e sempre prima delle tornate elettorali.

“Gli stranieri ottengono la casa popolare prima degli italiani, e gratis”, “Gli stranieri sfornano figli per ottenere la casa popolare” , “ Nelle graduatorie gli stranieri sono in pole position”. “D’ora in poi ci occuperemo degli Italiani”

Fra qualche decennio, quando nel distretto non ci saranno più stranieri, perché saranno tutti emigrati altrove a cercare lavoro insieme ai nostri ragazzi, il soggetto di quelle frasi tornerà ad essere il meridionale, il montanaro o qualche altro povero sfortunato venuto da un po’ più lontano.

Sicuramente non riderò: anzi, piangerò, perché io con i miei concittadini avrò fallito. Due considerazioni così, a caldo.

1) Mio fratello Omar nato a Sassuolo e ci risiede da 25 anni: prenderebbe più punti in graduatoria di un uomo/donna di origine irsinese che ha perso l’ impiego a 55 anni e vive da solo 7 anni a Sassuolo. Vi pare giusto? Per non parlare poi delle famiglie con un disabile anch’esse sfavorite da questo regolamento.

2) Mister B. è riuscito a falsificare i documenti di Ruby in Marocco. In Italia riusciamo a produrre false patenti, lauree, diplomi, redditi Isee e chi ne ha più ne metta. Abbiamo falsi invalidi, falsi impresari, contratti di lavoro falsi. Pensiamo veramente che sia possibile far certificare a chi non è italiano il patrimonio nel Paese di origine?

Quello che vorrei è che al nostro Comune fossero date delle prospettive future. Invece mi tocca assistere all’ennesimo tentativo di dividere la città in due parti: buoni e cattivi, ricchi e poveri, poveri e poverelli, sassolesi e non sassolesi, sassolesi da 25 anni e sassolesi da 5 anni.

Ad un’ Amministrazione equa sarebbe bastata semplicemente qualche altra azione prima di partorire un regolamento che, con l’ Unione dei Comuni, cadrà nel dimenticatoio:

– Qualche controllo sui Suv parcheggiati sotto gli alloggi popolari, magari?

– Qualche controllo sugli immobili di ampie metrature occupati da una sola persona?

– Controlli sulla corrispondenza tra quanto dichiarato all’ anagrafe e la realtà?

– Creare altre ed ulteriori relazioni e accordi con i proprietari degli appartamenti sfitti? Con i grandi proprietari?

 

Qualche dato, per riflettere.

Per concludere, vi ricordo che Gesu’, Giuseppe e Maria non erano in graduatoria quando sono arrivati a Betlemme. Ricordatevene il prossimo Natale.

(NADIA EL BARRAMI)

 
















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