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Inceneritore Modena: “Il Comune difende la legittimità dei suoi atti”

inceneritore_modena_2“Nel resistere in giudizio al ricorso contro l’autorizzazione all’inceneritore, come Amministrazione, non solo difendiamo la legittimità dei nostri atti, ma anche la priorità al trattamento dei rifiuti dell’ambito provinciale modenese rispetto ad altri”.

Lo ha affermato l’assessore all’Ambiente Simona Arletti rispondendo nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 27 marzo, all’interrogazione trasformata in interpellanza di Sandra Poppi (Modenasaluteambiente.it). L’istanza era relativa alla decisione di Comune e Provincia di resistere in giudizio presso il Tar di Bologna al ricorso “contro l’autorizzazione all’inceneritore, che allarga l’ambito di trattamento dei rifiuti da quello provinciale a quello regionale”. Il ricorso è stato presentato dalle aziende Grs, Saima e Usco per il timore di effetti negativi delle emissioni sulla salute degli addetti impiegati nelle medesime, collocate nelle immediate vicinanze dell’inceneritore.

Alla richiesta della consigliera di quali motivazioni, in particolare sanitarie, stanno alla base della scelta, l’assessore ha quindi precisato che “sono prevalentemente di tipo giuridico e non contemplano particolari argomentazioni sanitarie. Il parere sull’inceneritore oggetto di ricorso è quello con il quale il settore Ambiente e protezione civile del Comune, da un lato, prende atto che l’efficienza energetica dell’impianto gestito da Hera è superiore al valore di 0.60, con la conseguente classificazione delle operazioni di incenerimento come ‘recupero energetico’ anziché ‘smaltimento dei rifiuti’, dall’altro introduce la priorità al trattamento dei rifiuti dell’ambito provinciale modenese rispetto ad altri. Anche alla luce di questo ultimo aspetto – ha aggiunto – l’Amministrazione è tenuta a difendere la legittimità dei suoi atti”.

Poppi ha inoltre chiesto se prima della decisione sono state interpellate le organizzazioni sindacali rappresentanti dei lavoratori, quali costi legali e di consulenze la scelta comporti e quanto negli anni 2006-2007 è stato speso per la resistenza in giudizio sul ricorso presentato sempre sull’Aia dell’inceneritore di Modena, da Wwf, Italia nostra, Comitato Modena salute e ambiente, e privati cittadini. La consigliera ha ricordato che “il sindaco è per legge il responsabile della salute pubblica dei cittadini del Comune di Modena” e che “è in corso una seconda indagine dell’Ausl su circa mille residenti nelle vicinanze dell’inceneritore, di cui si sono prelevati campioni biologici per valutare l’esposizione individuale e l’associazione tra esposizione alle emissioni da inceneritore ed eventi sanitari, dopo che già una prima indagine aveva dato indicazioni in tal senso”.

Arletti ha spiegato che, per legge, agli impianti di incenerimento di rifiuti urbani può essere riconosciuta l’operazione di recupero anziché smaltimento dei rifiuti solo se la loro efficienza energetica supera determinate soglie e, per impianti come quello di via Cavazza, deve essere uguale o superiore a 0,60. “Il calcolo di tale parametro – ha precisato l’assessore – è stato effettuato dal gestore per il periodo di esercizio dell’impianto da giugno 2012 a maggio 2013 ed è stato successivamente verificato anche da Arpa Modena”. Arletti ha aggiunto che le organizzazioni sindacali non sono state interpellate perché non è previsto in caso di resistenza in giudizio. “La difesa del Comune – ha proseguito – è affidata all’Avvocatura civica, come ogni altra vertenza che coinvolga l’Amministrazione. Non vi sono quindi maggiori spese in merito diverse da quelle del funzionamento dell’Avvocatura civica, istituzionalmente al servizio del Comune al pari ogni altro settore amministrativo”. Arletti ha infine spiegato che il pregresso contenzioso promosso da associazioni ambientaliste, Comitato salute ambiente e cittadini del 2007 non ha comportato costi aggiuntivi per il Comune, in quanto il giudice del Tribunale di Bologna, alla fine del giudizio, ha ritenuto meritevole la vertenza della compensazione delle spese.

 

IL DIBATTITO IN AULA SULL’INTERROGAZIONE

Diversi gli interventi dopo la trasformazione in interpellanza dell’istanza di Poppi (Msa)

È stata trasformata in interpellanza l’interrogazione di Sandra Poppi (Modenasaluteambiente.it) sulla decisione del Comune di resistere in giudizio presso il Tar di Bologna al ricorso “contro l’autorizzazione all’inceneritore” presentato da alcune aziende vicine all’impianto. Dopo la risposta dell’assessore all’Ambiente Simona Arletti sono infatti intervenuti diversi consiglieri.

Secondo Gian Carlo Pellacani dell’Udc “l’inceneritore, come tutte le strutture che bruciano, fa male. Negare questo significa negare le evidenze scientifiche – ha proseguito – perché nell’ambiente in cui viviamo tutto ciò che produce emissioni in atmosfera porta inquinamento, compreso riscaldamento nelle abitazioni, gli scarichi delle auto e altro. Non andrebbe quindi invocata la certezza scientifica, perché non esiste, e cerchiamo di non aumentare le cause di inquinamento”.

Sandro Bellei di FI-Pdl ha evidenziato che “se l’inceneritore fa male, aumentarne la potenza farà peggio. Non sono uno scienziato, né un medico, ma basta un briciolo di buon senso per capire che tutto fa male e che, se si aumenta l’intensità di questa potenziale bomba, si peggiora la situazione”.

Per il Pd, Luigi Alberto Pini “in Consiglio comunale andrebbero prese a riferimento verità razionali o scientifiche più che quelle di fede o emozionali e, a livello scientifico, non ci sono correlazioni tra le emissioni dell’inceneritore e possibili danni sulle condizioni di salute. Nello stesso rapporto Moniter – ha proseguito il consigliere – viene segnalata solo una piccola percentuale di neonati con peso inferiore e non è scientificamente correlabile a un danno patologico”. Il capogruppo Paolo Trande ha convenuto sul fatto che “ogni attività umana produca riscaldamento globale e possa causare danni su ambiente e salute. Ma il metodo scientifico – ha aggiunto – produce verità relative sulla base di evidenze e al momento non viene riscontrata evidenza che consenta di stabilire un nesso di causalità tra inceneritore e malattie. Nessuno ovviamente può escludere che non ne vengano individuati in futuro”. William Garagnani ha evidenziato che “siamo tutti d’accordo sul fatto che poco o tanto l’inceneritore crei inquinamento. Bisogna far sì che i danni del mondo moderno siano sostenibili e chi usa lo slogan ‘rifiuti zero’, per onestà intellettuale, dovrebbe fare un’uguale guerra alla produzione dei confezionamenti, come ad esempio i contenitori polistrati, che si stanno diffondendo a macchia d’olio rispetto al vetro recuperabile al 100 per cento”. Per Michele Andreana “si continua ad agitare lo spettro o l’utopia dei ‘rifiuti zero’ quando in Europa non esiste l’esempio concreto di un territorio che abbia raggiunto questo obiettivo. Nelle realtà più avanzate sono state quasi eliminate le discariche a favore degli inceneritori – ha aggiunto – e i dati certificati dicono che a Modena l’impianto contribuisce per l’1 per cento all’inquinamento, mentre il 30 per cento è causato dalle auto”.

Sul tema è intervenuto anche l’assessore Marcella Nordi: “Sappiamo tutti che diverse cose fanno male, ad esempio anche mangiare troppo, e che l’esagerazione crea sempre problemi. Qui scegliamo la soluzione meno impattante tra le discariche e l’inceneritore, che al momento non è stato provato crei così tanti problemi. Gli studi ci hanno dimostrato che l’inceneritore non è causa di cancro o di grossi danni, quindi per ora scegliamo questa soluzione rispetto ad altre”.

Nella replica, la consigliera Poppi ha evidenziato che il Moniter parla chiaramente di nascite premature, “vedremo cosa emergerà da questo nuovo studio dell’Ausl. L’assessore ha parlato esclusivamente di ragioni giuridiche – ha aggiunto – ci si chiude occhi e orecchie sulle ragioni sanitarie a fronte del ricorso di persone che difendono il loro diritto di vivere in un ambiente salutare. Il fatto che la Giunta abbia dato parere positivo a questa operazione è assurdo, si possono fare scelte diverse”.

In chiusura l’assessore Arletti ha precisato che “il fatto che si pensi che una maggiore efficienza energetica si traduca in un potenziamento dell’incenerimento o in una fabbrica di tumori è sbagliato. Così come si dice una falsità quando si afferma che bruciando meno si inquina meno. Il Comune con il suo parere ha preso atto che l’attività dell’impianto è stata riconosciuta dall’ente preposto al controllo, che è l’Arpa, non più solo come incenerimento ma come recupero energetico, che significa che l’impianto funziona al meglio”.

 
















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