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L’endometriosi spiegata in convegno a Correggio dai medici del “Progetto Endometriosi” Area Nord AUSL di Modena

Arletti-LionsClubCarpiSi stima che in Italia circa tre milioni di donne soffrano di endometriosi. Solo nelle province di Reggio Emilia e Modena se ne contano alcune migliaia. Una malattia dolorosa che colpisce prevalentemente le donne in età fertile, di cui non si conosce la causa e per la quale non è stata ancora trovata una cura risolutiva. Considerata altamente invalidante, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin lo scorso dicembre ha annunciato che la patologia è stata inclusa nelle tabelle dell’invalidità civile in via di approvazione e presto sarà realizzato un registro delle pazienti così come avviene per i malati oncologici.

Questa la premessa con cui il dottor Marc’Antonio Vezzani, ginecologo responsabile del “Progetto Endometriosi” Area Nord AUSL di Modena, ha aperto il convegno dedicato alla conoscenza dell’endometriosi, una patologia subdola, che talvolta si presenta in forma asintomatica, ma molto aggressiva e sempre più diffusa.

“E’ una malattia in espansione – ha rimarcato il dottor Paolo Accorsi, direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi – che provoca disturbi molto gravi, come dolori addominali, occlusioni intestinali, cisti ovariche, disturbi urinari, e si stima sia causa di aborti spontanei e sterilità in circa il 40% dei casi. Per questo deve essere trattata con un approccio multidisciplinare da un team articolato di professionisti di ginecologi, urologi, gastroenterologi e psicologi in grado di affrontare il problema nella sua complessità”.

Approccio messo in pratica dai medici dal “Progetto Endometriosi” creato dall’Area Nord AUSL di Modena e spiegato in modo dettagliato, semplice e chiaro dalla dottoressa Federica Piccinini, ginecologa presso l’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi, che ha illustrato le molteplici cause che stanno all’origine della malattia (fattori immunitari, fattori genetici, fattori ambientali, ciclo mestruale precoce, ecc.), spiegato la sintomatologia complessa (dolenze pelviche e ovariche, cicli mestruali dolorosi, cistiti ricorrenti, colon irritabile, stanchezza cronica, bassa resistenza alle infezioni, ecc.), e quindi “la terapia medica, in grado di curare solo il dolore non la malattia, e la terapia chirurgica che, a seconda della gravità, può essere molto invasiva, fino ad arrivare all’asportazione dell’apparato riproduttivo femminile”.

“L’endometriosi superficiale, cistica e profonda può coesistere in tutte e tre le forme – ha aggiunto la dottoressa Piccinini – e talvolta accade che la malattia non progredisca e anzi regredisca improvvisamente così come era insorta. Ma la percentuale di recidiva, purtroppo, è pari al 10% nel caso di endometriosi profonda”.

La toccante testimonianza di alcune pazienti affette dai diversi tipi di endometriosi ha dimostrato quanto la ricerca e lo studio, sia per la parte diagnostica che per il trattamento, abbiano ancora ampi spazi di approfondimento. Mediamente, infatti, occorrono ben 8 anni per la diagnosi dell’endometriosi e arrivare finalmente alla sua cura. Un lungo percorso di sofferenze, peregrinazioni da un ospedale all’altro, delusioni, fallimenti, ricorso a varie terapie, compresi psicofarmaci, mentre il dolore diventa sempre più insopportabile.

“Da qui l’importanza della diffusione della sua conoscenza per arrivare a formulare una diagnosi precoce a cui far seguire una terapia appropriata” ha invocato dal palco Marisa Di Mizio, co-fondatrice e presidente nazionale di A.P.E.-Associazione Progetto Endometriosi Onlus, sottoposta a 38 anni a un intervento demolitivo per sconfiggere una forma gravissima di endometriosi e impegnata dal 2005 a “fare informazione per creare consapevolezza”, così come dice il motto di questa onlus che si basa tutta sulla forza volontaria di alcune donne che hanno subito le devastanti conseguenze fisiche, morali e psicologiche, insieme alle loro famiglie, di una malattia tanto grave quanto ancora poco conosciuta.

Sentito, quindi, il ringraziamento rivolto dalla presidente Di Mizio ai presidenti Marino Battini, del Lions Club Correggio “Antonio Allegri” e Giovanni Arletti del Lions Club Carpi Host, promotori e organizzatori del convegno, che ieri hanno contribuito con questa iniziativa alla difficile missione dell’associazione A.P.E. (www.apeonlus.com) di aiutare le donne colpite da endometriosi a sconfiggere la malattia e recuperare il benessere psicofisico.

 

 
















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