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Focus Cisl ER su mercato del lavoro: “Green economy baluardo contro la crisi”

“Imprese rosa (-1%), imprese di immigrati (+1%) e soprattutto aziende della green economy (+8,5%), sono questi i tre baluardi dell’economia regionale che nell’ultimo anno stanno consentendo all’Emilia Romagna di resistere meglio alla crisi, mentre il vero anello debole risulta la fragilità dell’imprenditoria giovanile, che tra il 2012 e 2013 ha fatto registrare un pesante -8%. Dato che in alcuni casi (Forlì-Cesena con il -12%, Piacenza -11% e Parma e Ravenna con il -10%) ha addirittura superato le due cifre e, di fatto, non ha consentito di dare “le risposte sperate in chiave di alternativa alle difficoltà dei giovani ad inserirsi nel mercato del lavoro”.

E’ quanto emerge dal “Focus regionale sul mercato del lavoro e andamenti economici” presentato questa mattina a Bologna dalla Cisl Emilia Romagna, nella sede di via Milazzo, nel corso del Consiglio generale, il “parlamentino” del sindacato.

“Il riferimento alla green economy – precisa Antonio Amoroso, della Segreteria regionale Cisl – riguarda un insieme eterogeneo di imprese, diverse per caratteristiche e settore di appartenenza, in alcuni casi nuovo ed emergente, in altri consolidato e maturo, accomunate da un aspetto di fondo: la determinazione ad investire nelle istanze della sostenibilità ambientale (il dato comprese tutte le imprese che si sono dotate di specifici accorgimenti che intervengono sul processo produttivo, ad esempio attraverso il ricorso a certificazioni di processo ISO14001/EMAS). “Tuttavia –ha continuato Amoroso–volendo allargare l’orizzonte temporale e spostare l’attenzione sui singoli settori, le conseguenze della crisi sono ben visibili: dal 2008 ad oggi il settore dell’edilizia ha perso circa il 26% degli addetti, l’industria chimica e tessile il 18%, quella meccanica il 12%, per quella della comunicazione si registra un -14%, per i trasporti il calo è stato del sette per cento e per il credito del tre per cento. Uniche note positive sono i comparti dell’agroalimentare (più sei per cento nello stesso periodo) e del commercio e servizi (più quattro per cento)”.

Una situazione in cui le conseguenze si sono abbattute sul mercato del lavoro ( impressionante la progressione sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali: 8.600.000 ore autorizzate nel 2008, 91.300.000 nel 2013) facendo precipitare le assunzioni con contratto a tempo determinato (tra gennaio e settembre 2013 solo 412.908 assunzioni, con un calo del 6% rispetto al 2010), quelle con lavoro intermittente (-48%) e quelle con lavoro a progetto (-59%). L’eccezione è rappresentata dal lavoro somministrato, le cui assunzioni sono cresciute del 25%. Capitolo a parte l’apprendistato, in cui le assunzioni si sono fermate a 24.579, con un calo del 17%.

“Un situazione esplosiva – sottolinea Giorgio Graziani, segretario generale della Cisl Emilia Romagna – che istituzioni e forze sociali devono governare con grande senso di responsabilità, ponendo al centro delle proprie politiche, oltre inevitabili decisioni di natura economica, anche scelte indirizzate alla salvaguardia della coesione sociale”. Punto, quello della coesione sociale, posto in evidenza anche da Patrizio Bianchi, assessore regionale per Scuola, Formazione Professionale, Università e Ricerca, Lavoro, quando ha parlato del “metodo del confronto tra istituzioni e parti sociali, adottato in Emilia Romagna, come un esercizio di governo esempio per il Paese, e non solo buona pratica locale”.

Da qui alcune proposte della Cisl Emilia Romagna. Difatti Graziani, dopo aver sottolineato la necessità di efficaci politiche per la crescita, pur apprezzando i passi avanti fatti con la Regione Emilia Romagna sul “Piano Giovani”, sulla regolazione delle forme di apprendistato, sulla nuova legge regionale sui tirocini formativi e sulla staffetta generazionale, sottolinea come necessitino “ulteriori forme di accesso al mercato del lavoro per i giovani”. In primis, il dirigente della Cisl parla dei servizi per l’impiego, il cui “rilancio deve passare necessariamente attraverso la costruzione di alleanze e sinergie con agenzie private da accreditare”. Difatti, in Italia, ogni operatore dei centri per l’impiego risponde potenzialmente a 168 ragazzi (il rapporto è 1 a 116 in Emilia Romagna), contro i 18 della Francia, i 14 del Regno Unito, i 6 della Germania e i 5 dell’Olanda. Altro punto fermo posto dal segretario generale regionale della Cisl è quello della formazione. “Una formazione – dichiara Graziani che, attraverso l’adozione di politiche attive, deve essere obbligatoria e mirata alle esigenze di riqualificazione e ricollocazione di coloro che sono disoccupati o perdono il lavoro”. “Per far questo – conclude il segretario regionale della Cisl – occorre far coesistere un binomio virtuoso fatto di risorse pubbliche e private”. Ed è proprio la coesistenza tra le risorse pubbliche e quelle private uno dei punti chiave toccati dal segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, al Consiglio generale del sindacato di via Milazzo quando ha sottolineato la necessità che “l’ingresso del mercato del lavoro, e quindi l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, venga sostenuto anche attraverso il collegamento e la sinergia tra centri pubblici per l’impiego, agenzie di lavoro private, agenzie formative accreditate ed enti bilaterali”. “Nello stesso tempo – ha concluso il sindacalista cislino – in questa fase di piena emergenza, è indispensabile che il Governo metta a disposizione ulteriori risorse per gli ammortizzatori sociali, a cominciare da quelli in deroga”.

 
















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