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Lo storno: un alieno dannoso, si deve poter controllare. La Cia di Reggio Emilia ha organizzato un incontro pubblico a Canolo di Correggio

storno_2Quasi 200 presenti, una discussione vivace ma responsabile, un documento finale che riassume in quattro punti le proposte della Cia reggiana, che saranno sottoposte alle istituzioni per arrivare a limitare i danni prodotti dallo storno alle colture agricole: negli ultimi quattro anni (2009-2012) i danni arrecati all’agricoltura accertati sono stati in Emilia Romagna 8.700.00,00 € di cui i danni da deroga (specie quali storno, piccione, passero, etc.) sono stati 1.860.000,00 € e si assestano ad una percentuale attorno al 20-22% annuo di danni causati da queste specie, sul totale accertato. Solo nel corso dell’anno 2012 la Provincia di Reggio Emilia ha avuto un danno di 82.000,00 € di cui 75.000,00 € da storni e 7.000,00 € da piccioni.

Cifre che da sole spiegano il problema per gli agricoltori: danni spesso consistenti alle colture, che anche se vengono parzialmente compensati, non compensano la perdita del prodotto, e del mercato relativo. Di qui un problema ormai annoso, che la Cia ha tentato di affrontare senza demagogia, ma badando alle possibilità concrete di rimediare alla situazione.

La Cia richiede che si possa tornare a cacciare lo storno, che oggi è specie protetta in Italia, lo storno, è stato inserito dall’Unione Internazionale della Natura (IUCN – gruppo di studio sulle specie invasive) fra le 100 specie aliene più dannose al mondo. Nel territorio italiano si lamentano particolarmente danni alle colture (vite, olivo, frutteti, sementi) pericoli per le città d’arte, i manufatti, i monumenti e pericoli per l’ambiente. Inoltre l’invasività della specie mette a rischio la sopravvivenza e la riproduzione delle specie autoctone. Posizioni condivise dai rappresentanti degli Atc e delle associazioni venatorie presenti, ma che ha trovato comprensione anche dal lato istituzionale, presente l’Assessore provinciale Alfredo Gennari. Una soluzione certo estrema, ma che tiene conto della limitata efficacia nel tempo dei sistemi di dissuasione adottati dagli agricoltori.

Secondo la CIA, l’ambiente e l’agricoltura pagano il prezzo di una politica del Governo incoerente ed immobile sia sul tema delle deroghe che su quello della caccia in generale.

 
















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