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Scuole di montagna. Pollastri: “Più tecnologia per abbattere le distanze”

“Contrastare la dispersione scolastica e ridurre il gap esistente tra le scuole urbane e quelle dei centri minori con al tecnologia” è la proposta che Andrea Pollastri (PdL) ha fatto alla Giunta Regionale con un’interrogazione.

“Alcuni progetti ideati dalle Università – ha detto – partono dalla propensione all’uso continuo di strumenti (cellulari, computers, ecc.) e programmi con cui i giovani comunicano, socializzano, fruiscono di testi, immagini, musiche, ecc. e sviluppano nuove competenze: si è pensato di reimpiegare a fini educativi e di coinvolgimento queste stesse tecnologie dotando le scuole di nuovi mezzi materiali ed immateriali (IPad, lavagne multimediali, social network, mobile communities, ecc.). Le nuove tecnologie si sono dimostrate vincenti anche per favorire la qualità scolastica e l’innovatività in particolare nelle scuole di montagna.”

L’importanza delle nuove tecnologie è stata ribadita, nella risposta, anche dall’Assessore alla Scuola Patrizio Bianchi: “Con riferimento all’utilizzo di tablet, lavagne multimediali, etc. nell’ambito dell’attività didattica, si segnalano:

 Il progetto Scuola@Appennino, nato per mantenere attive e vitali le scuole di montagna caratterizzate da un corpo docente soggetto ad un forte turn-over, da numeri esigui di studenti e dalla presenza di pluriclassi, in quanto garantire la presenza della scuola nei territori montani significa mantenere le comunità sui quei territori essendo la scuola un presidio e un centro di attenzione e di aggregazione irrinunciabile. Il progetto, attivato dal 2011 in collaborazione con ANCI, UPI, UNCEM, Ufficio Scolastico Regionale per l’E.R. e Lepida SPA, è attualmente nel suo secondo anno di realizzazione e si pone l’obiettivo di supportare sul versante della didattica le difficoltà che incontrano tali scuole, trasformandole in presidi di eccellenza e di didattica innovativa anche per combattere la dispersione scolastica. Il progetto Scuola@Appennino mira infatti ad offrire agli studenti una connessione in rete e dei dispositivi informatici all’avanguardia e al corpo docente un percorso formativo ed un supporto di esperti di scienza dell’educazione per l’uso didattico di tali strumenti. Attualmente fanno parte del progetto 28 scuole di montagna, distribuite nelle 7 Province della Regione Emilia-Romagna che hanno scuole con pluriclasse in territorio montano, alle quali sono state fornite 28 LIM (Lavagne Interattive Multimediali), 102 tablet, 68 notebook ed una Apple TV. Il progetto è stato finanziato dalla RER con 100.000,00 euro per il primo anno e 41.200,00 euro per il secondo.

 l’Accordo fra l’Assessorato regionale Scuola, Formazione professionale, Università e Ricerca, Lavoro, Ministero dell’Istruzione e USR del 18/9/2012 per la diffusione delle tecnologie informatiche per l’innovazione didattica nelle scuole. L’Accordo prevede l’implementazione delle azioni di diffusione delle LIM nelle classi, l’ampliamento delle Cl@ssi 2.0, la realizzazione di Scuole 2.0, con particolare evidenza al sostegno delle attività didattiche nelle scuole colpite dal sisma e al potenziamento della rete e delle opportunità formative delle scuole del progetto Scuola@Appennino. Le azioni previste nell’Accordo sono cofinanziate dal MIUR con 2.140.607,00 euro ed è prevista altresì una quota premiale in virtù dell’impegno finanziario della Regione, pari ad euro 857.000,00. In esito alle procedure finalizzate a selezionare gli istituti scolastici statali di ogni ordine e grado che parteciperanno alle azioni LIM, Cl@ssi2.0, Scuol@ 2.0 previste dall’Accordo, vengono individuate: 6 scuole per il progetto Scuol@ 2.0; 367 scuole per l’azione LIM (di cui 100 dell’Appennino) e 120 scuole per l’azione Cl@ssi2.0 (di cui 26 dell’Appennino).”

“Bisogna tenere alta l’attenzione verso le scuole di montagna – ha chiosato Pollastri – per evitare che chi risiede i questi luoghi sia uno studente di serie B: i disagi dovuti alla natura del territorio, al clima, allo spopolamento sono tanti, però la tecnologia permette di abbattere tutte le frontiere e di mettere tutti su uno stesso piano, per questo è necessario investirci molto”.

 
















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