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SEL: Disoccupazione, precariato, Terim. Occorrono strumenti nuovi per dare risposta a migliaia di persone

giuseppe-morroneNegli ultimi giorni sono emersi alcuni dati che suggeriscono una riflessione sul mondo del lavoro, dal lato sociale e fiscale, in provincia di Modena.

Anzitutto l’Osservatorio sul Mercato del Lavoro ha certificato che nei nostri territori vi sono ventimila persone disoccupate; a queste bisogna aggiungere tutti quegli scoraggiati che non sono neanche attivi nella ricerca di un lavoro e quei tanti lavoratori (spesso giovani e qualificati) assunti con contratti precari di ogni genere, ché dunque lavorano ma con una paga da fame e zero diritti.

I dati della Camera di Commercio, invece, segnalano una leggera crescita nell’apertura delle partite Iva, il che potrebbe certamente suggerire l’idea di una positiva tenuta del fare impresa nei nostri territori, ma anche prefigurare l’ipotesi che l’unica soluzione possibile per potere provare a campare a fronte di un licenziamento o di una situazione di lavoro povero e precario sia quella di puntare tutto sul rischio che, come si sa, può andare bene o male a seconda del mercato.

Oggi, inoltre, l’imprenditore egiziano che da mesi sta compiendo un autentico tira e molla con le prospettive di futuro di chi lavora alla Terim, ha fatto saltare il banco, rompendo la buona mediazione che si era costruita nelle scorse settimane con i sindacati, la Provincia e la Regione.

E’ urgente, allora, che le istituzioni rafforzino le politiche industriali e intervengano anche con strumenti innovativi per combattere radicalmente la disoccupazione, individuare aree di investimenti che generino lavoro di qualità (nei settori ambientale e culturale), sostenere con indirizzi e servizi chi decida di intraprendere la strada dell’auto-imprenditorialità e sbloccare il sistema del credito, sulla scorta del Patto contro gli evasori fiscali tra Comuni e Agenzia delle Entrate Emilia Romagna che sta dando risultati concreti.

Insomma, se sul piano dell’illegalità economica è stato possibile adottare uno strumento efficace, è ora che le istituzioni e i partiti escano dalla subalternità culturale del “non si può intervenire nel mercato del lavoro” quando a essere minacciata è la vita di migliaia di persone.

(Giuseppe Morrone, Coordinatore Federale SEL)

 
















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