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Crisi, 2.300 disoccupati nel Distretto ceramico. Cisl: rinnovare i contratti e non aumentare le tasse locali

Daniele-Donnarumma-3Il 18 per cento del totale provinciale dei disoccupati vive nel distretto ceramico: sono 2.300 gli iscritti al Centro per l’impiego di Sassuolo. Mille di essi abitano nella capitale della piastrella, che detiene il record di persone in cerca di lavoro negli otto Comuni del distretto. I dati sono diffusi dalla Cisl, secondo la quale in questa fase di crisi prolungata il rinnovo dei contratti nazionali, aziendali e territoriali di lavoro può favorire il rilancio dell’economia e sostenere la ripresa dei consumi. «Siamo uno dei Paesi più avanzati in Europa, eppure abbiamo le retribuzioni più basse – ricorda il responsabile della Cisl di Sassuolo, Daniele Donnarumma – Le sole politiche di rigore non possono risolvere problemi che ci trasciniamo ormai da troppi anni. Sono necessari interventi mirati a favorire una nuova occupazione attraverso la detassazione e decontribuzione dei salari, rafforzare le misure per il sostegno al reddito, fermare l’erosione dei posti di lavoro salvaguardando i siti ancora produttivi». Per il sindacalista cislino bisogna moltiplicare le opportunità di inserimento nel mercato del lavoro, utilizzando la leva della formazione per rafforzare le competenze delle persone in base agli effettivi fabbisogni delle imprese.

«Per quanto riguarda il rapporto con gli enti locali, – continua Donnarumma – fermo restando il rigore nella gestione delle risorse pubbliche, è giunto il momento di superare i vincoli imposti dal patto di stabilità a favore di investimenti in opere pubbliche e strumenti di protezione sociale che tutelino le fasce deboli e le famiglie più esposte alla crisi. Nel confronto avuto con i sindaci sui bilanci comunali abbiamo, perciò, chiesto di lasciare invariate le tasse e tariffe, mantenere il livello dei servizi e – conclude il responsabile della Cisl di Sassuolo – destinare a nuove politiche di sviluppo a livello locale le risorse recuperate dalla lotta all’evasione e dalle pieghe dei bilanci».
















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