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Confagricoltura Modena fa il punto su sviluppo e ricostruzione

confagricolturaExport, burocrazia e terremoto i temi sul tavolo di Confagricoltura Modena, riunito in Assemblea generale al Ristorate Vinicio di Modena. Davanti ad un ampia platea di imprenditori agricoli, i vertici dell’associazione sono stati protagonisti di un dibattito con al centro le tematiche più attuali legate al mondo dell’agroalimentare, dalle strategie per lo sviluppo del settore alle linee guida per la ricostruzione.

«Se l’Italia agroalimentare vuole ancora essere un settore trainante – spiega Mario Guidi, presidente di Confagricoltura Nazionale – deve orientarsi al mercato internazionale. La globalizzazione deve diventare una opportunità. Dobbiamo pensare in grande, perché l’agricoltura italiana, con i suoi prodotti tipici, non deve ridurre la propria capacità produttiva perché si riduce il mercato. Bisogna pensare da imprenditori, conquistare i mercati e guardare lontano, con l’aiuto delle istituzioni e del Governo, che devono eliminare le barriere fitosanitarie. Con l’export e strategie turistiche mirate l’Italia può tornare ad essere un grande Paese. Intanto l’Italia ha bisogno di un Governo; la politica nazionale non ha trovato le energie per fare quel cambio di passo di cui c’è tanto bisogno e non parla dei problemi della gente. Ne abbiamo avuto esempio con l’esperienza del terremoto, che è stato il peggior esempio della distanza tra i cittadini e le istituzioni. La burocrazia è un altro grosso problema, e si potrebbe limitarla, ad esempio rivedendo i piani regolatori o i piani di sviluppo rurale. Expo? Stiamo lavorando, ma ancora non siamo pronti e temo che l’Italia faccia una pessima figura. Confagricoltura ci sarà con Agrinsieme e si confronterà con le altre organizzazioni per dibattere sui problemi del settore a livello globale».

Così Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena: «Le aziende agricole, come le altre imprese italiane, sono oberate dalla burocrazia, che mette un freno all’attività dell’imprenditore e con il nuovo anno la situazione è destinata a peggiorare. È vero che dobbiamo essere al passo con i tempi, ma la mia impressione è che questa burocrazia sia fatta per rallentare il lavoro dell’agricoltore. Sulla questione Imu, a giugno 3013 non so quanti riusciranno ad affrontare il nuovo pagamento. In campagna elettorale il tema è stato ampiamente trattato, sono state fatte diverse promesse, tutti erano d’accordo sul fatto che fosse una tassa insostenibile, ma nulla è stato mantenuto, e, come imprenditrice e cittadina, mi sento presa in giro. A peggiorare le cose è arrivato il terremoto, che ha creato una situazione difficile, sia per noi, sia per la Regione. La burocrazia rimane il male principale del nostro Paese dal punto di vista di un imprenditore e i suoi tempi biblici hanno rallentato la ricostruzione. Non è stato facile affrontare il tema terremoto: tante cose sono state fatte, soprattutto per i servizi ai cittadini, ma molto è ancora da fare per le imprese. Per quanto riguarda il settore agricolo devo ringraziare la Regione e la Provincia, che con la misura 126 ha dato un’iniezione di ottimismo, anche se i soldi non sono ancora arrivati».

«Con i due bandi del Piano di Sviluppo Rurale – precisa Tiberio Rabboni, assessore regionale all’Agricoltura –, abbiamo finanziato l’acquisto e il ripristino di macchinari, impianti, scorte e altre attrezzature necessari all’attività agricola. Tutte le 386 domande presentate sono state accolte, per un totale di 27,5 milioni di euro di risorse pubbliche. Ad inizio maggio faremo uscire un terzo bando per dare a tutti la possibilità di avere il rimborso. A proposito di burocrazia, nella messa a punto di questi due bandi siamo riusciti ad affidare alle Province e alla Regione la valutazione di congruità del prezzo. Ulteriori bandi, con nuove risorse, saranno pubblicati nel mese di giugno. Il primo bando riguarderà la messa in sicurezza dei fabbricati non danneggiati, il secondo e il terzo, sempre riservati alle aziende agroalimentari della zona del cratere, per finanziare progetti di sviluppo: l’uno per l’ammodernamento delle imprese agricole, l’altro per gli impianti per la conservazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, per una disponibilità di circa 60 milioni di euro».

All’assemblea è intervenuta anche Morena Diazzi, direttore generale delle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna: «Quest’anno abbiamo gestito più di 2mila domande che a vario titolo sono arrivate. Attraverso l’attività degli sportelli abbiamo trattato circa 350 casi, a conferma del fatto che non stiamo fermi. Abbiamo cercato di contenere la burocrazia: le uniche richieste aggiuntive sono state l’iscrizione alla white list e i due preventivi. Costruire sistemi informativi, costruire ordinanze, riviste tre volte, con il massimo della condivisione, costruire un sistema funzionante, trasparente, conosciuto, con sportelli territoriali, penso sia stata una grande operazione. E le imprese sono state messe nella condizione di poter operare, come conferma il +37 per cento del biomedicale nel quarto trimestre del 2012».

Parla di ricostruzione anche Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena: «Bisogna andare oltre la fase conflittuale tra istituzioni e mondo imprenditoriale. Dobbiamo collocare il terremoto in una prospettiva diversa: la ricostruzione durerà anni e si inserisce in una crisi drammatica, dove non ci sono risorse per lo sviluppo. Davanti a noi c’è un tunnel, dobbiamo pensare ad uscire rinforzati da questo tunnel ed è questo l’approccio che ognuno di noi deve tenere. Le risorse che arriveranno per la ricostruzione ci daranno la grande opportunità di rendere più forte e competitivo il nostro territorio rispetto al resto del Paese, anche nel settore agricolo, investendo soprattutto sulle risorse umane, magari giovani, che abbiamo a disposizione».

 

 

 
















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