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Sinagi Modena, liberalizzazioni selvagge vendita quotidiani e riviste: il grido di allarme delle edicole modenesi

edicolaI titolari delle 300 edicole di Modena e provincia sono fortemente preoccupati per gli effetti della liberalizzazione selvaggia nella vendita di quotidiani e riviste che si sta affermando nel ostro territorio.

A fronte di una prima prova di liberalizzazione della vendita di quotidiani e riviste avvenuta agli inizi del 2000, la Grande Distribuzione si sta infatti facendo aggressiva e punta ad aprire sempre nuovi punti vendita, nonostante le indicazioni 2012 della Regione Emilia-Romagna che consigliano una moratoria nel rilascio di nuovi permessi.

Sfruttando l’incertezza della legislazione in vigore (dove entrano in conflitto le leggi principali, quali la legge sull’editoria 170/2001, la Direttiva Europea Bolkestein e il decreto del Governo Monti sulle liberalizzazioni convertito in legge nel marzo 2012), la Grande distribuzione, e in particolare Coop Estense, sta andando oltre la sperimentazione del 2001 e apre uno dopo l’altro nuovi punti vendita all’interno dei propri super e ipermercati.

Dalle poche unità di vendita nel 2001, si sta procedendo infatti ad una sistematica apertura in altre strutture commerciali con l’obbiettivo più che evidente di estendere la vendita di quotidiani e riviste in tutti i negozi Coop della provincia.

Stiamo registrando che Coop apre anche dove le edicole sono a poche decine di metri, causando il tracollo economico delle famiglie che lavorano in quelle rivendite.

Succede che Coop apra anche nelle zone terremotate (ad esempio, il recente caso del supermercato di Novi) dove le edicole, ancora nel container, stanno cercando a fatica di continuare l’attività e dove hanno dimostrato il massimo impegno nelle settimane successive al terremoto.

Mentre i punti Coop erano e sono rimasti chiusi a lungo, gli edicolanti dei Comuni terremotati hanno dato disponibilità a continuare il servizio in situazione di estrema precarietà, compresa la distribuzione di quotidiani gratuiti forniti dagli editori (con margini di guadagno prossimi allo zero).

Inoltre grazie alla sinergia tra Comuni, edicolanti, sindacato Sinagi e Agenzia Distributiva Gaspari, sono stati predisposti i container dove continuare la distribuzione della stampa, senza pesare di un solo euro sulla comunità.

Dalla liberalizzazione in atto, i consumatori non hanno alcun vantaggio economico visto che i prezzi sono fissi, né il servizio è migliore di quello che storicamente offre il giornalaio.

Le edicole sono infatti autorizzate alla vendita esclusiva di quotidiani e riviste e hanno l’obbligo di tenere tutte le testate pubblicate da un editore, e dare loro parità di trattamento.

Questo è garanzia di libertà e pluralismo dell’informazione (come previsto dalla Costituzione), basta pensare che ogni edicola tiene tra le 4.000 e 4.500 testate.

Coop, invece, avendo un’autorizzazione non esclusiva alla vendita, può selezionare le testate cosiddette “alto vendenti” e offrire solo quelle, quindi in genere circa alcune decine di testate che sono poi quelle che fanno l’80% del venduto.

A causa di questa concorrenza, senza parità di vincoli, oltre 300 edicole e le loro famiglie rischiano di perdere il loro reddito e di non essere più punto di riferimento per i cittadini e presidio nei centri storici, che a loro volta rischiano lo smantellamento dei servizi.

Il Sinagi, sindacato che rappresenta il 75% delle edicole modenesi, chiede agli amministratori e ai politici locali e nazionali di riappropriarsi del progetto di vita sociale ed economica del nostro territorio e di seguire le indicazioni regionali di sospensione delle nuove autorizzazioni, in attesa della definizione di una nuova legge sull’editoria, che da anni il settore sta aspettando e che gli edicolanti sono i primi a rivendicare.

 

(Sindacato edicolanti Sinagi Modena affiliato alla Slc/Cgil)

 
















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