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Dopo oltre tre lustri allagata la cassa d’espansione

Marino_Zani_ph_ArlottiNeve in Appennino, rialzo termico, rovesci sugli stessi e sino alla pianura. Piogge costanti che hanno determinato l’accumulo e la discesa a valle di una grandissima quantità d’acqua fronteggiata in queste ore con un lavoro straordinario del personale del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale (quasi trenta persona all’opera) alle prese, per altro, con alcune manovre particolari: come l’allagamento – dopo oltre tre lustri – di una cassa d’espansione nella Bassa, cioè di una zona umida deputata ad essere utilizzata come parcheggio temporaneo delle acque in eccesso. Ma anche all’avviamento provvisionale in emergenza di Mondine, per quanto gravemente danneggiato dal terremoto del maggio giugno 2012 e parzialmente ripristinato a tempo di record.

“Un lavoro in sinergia con quanto segnalatoci dalla Protezione civile Regione Emilia-Romagna e Lombardia – Romagna – spiega Marino Zani, presidente – che sino a lunedì ha previsto la fase d’attenzione e, anche, con Aipo e le Protezioni civili delle singole province. Una attività che prosegue il nostro impegno sin dalla notte di mercoledì, quando avevamo avviato le prime misure per fronteggiare l’innalzamento dei corpi idrici principali e secondari”.

Ed ecco la situazione e le principali manovre operate dal personale del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale tra il Reggiano, il Modenese e il Mantovano e che, come da procedura, ha visto attivarsi il servizio di piena sin da giovedì quando si è avviato l’impianto idrovoro del Torrione in comune di Gualtieri (per scaricare le acque della bassa tra Enza e Crostolo) e l’apertura degli scarichi che consentono di scolmare le acque alte (che convergono a Moglia di Mantova) nella rete delle acque basse (il cui scarico è a più a valle a San Siro, di San Benedetto Po). Per scongiurare rigurgiti di acqua a seguito dell’innalzamento di Secchia, Po ed Enza nella rete consortile, sono state chiuse le chiaviche emissarie del Bondanello e di Mondine.

Dal pomeriggio di sabato 9 marzo sono stati attivati scarichi di acque nella rete del Consorzio Terre dei Gonzaga in destra Po che in mattinata odierna sono stati ridotti per contemporanea piena nella rete del Consorzio mantovano. Da ieri sera (sabato 9 marzo) alle ore 23 sei macchine sono in funzione all’impianto idrovoro di San Siro in Comune di San Benedetto Po.

In relazione alle ulteriori piogge di ieri sera cessate nelle prime ore di domenica, il Consorzio ha provveduto a chiudere la botte Bentivoglio con annullamento delle portate in entrata al cavo parmigiana Moglia, provenienti dal bacino compreso tra Enza e Crostolo. Si è avviato l’impianto idrovoro di Boretto Scolo, per far fronte alle piene del bacino compreso tra Enza e Crostolo in aggiunta all’idrovoro del Torrione.

Quindi è iniziato l’invaso della cassa di espansione dei Bruciati in comune di Novellara a servizio del Cavo Parmgiana Moglia. Un “parcheggio temporaneo per le acque in eccesso” capace di contenere sino a 3 milioni e 400 mila metri cubi d’acqua che, diversamente, sonderebbe dai canali.

La tanta acqua ha reso necessario anche un avviamento provvisionale d’emergenza di una idrovora all’interno del monumentale impianto (uno dei più grandi d’Europa) gravemente danneggiato dall’ultimo terremoto e pur con il cantiere in corso, sotto la supervisione del direttore dei lavori ingegner Stefano Rosmani di Brescia. Questa delicata operazione si è resa possibile grazie a un apposito intervento d’urgenza sull’impianto gravissimamente lesionato, finanziato con ordinanza 71/2012 del commissario delegato ai sensi dell’art. 1 del DL 74/2012 convertito con L 122/2012, per l’Emilia Romagna.

Manovre nella notte anche sulla traversa a Cerezzola sul torrente Enza, con chiusura del canale di derivazione a fini irrigui e idroelettrici; mentre è attiva la sorveglianza alla traversa di Castelalrano sul fiume Secchia.

Al momento i livelli nella rete consortile sono sotto controllo, le piogge sono cessate in larga parte del comprensorio, ma proseguono a sprazzi in Appennino e la previsione è di ripresa in serata. “Sulla necessità o meno di attivare la fase di preallarme – rileva Paola Zanetti, dirigente dell’ente consortile – esprimeremo il nostro parere tecnico in serata, una volta verificati gli effetti delle azioni sopra indicate ed analizzate le previsioni meteo delle successive ore”.

Tutte le operazioni sono monitorate dalla sala di telecontrollo di Reggio Emilia, dove per altro si controllano i livelli di fiumi e corpi idrici principali.

 
















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