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Solidarietà di Montermini (Scelta Civica) ai lavoratori di Fiere Reggio Emilia

Nell’esprimere solidarietà ai lavoratori di Fiere Reggio Emilia, dobbiamo rilevare che il declino dell’ente fieristico reggiano mette ancora una volta in evidenza l’inadeguatezza del sistema di governance territoriale che ha contraddistinto in particolare la nostra Regione.

E’ lo stesso problema che si registra con gli aeroporti di Parma o di Forlì.

In un mondo sempre più globalizzato, che senso ha puntare su un modello imitativo che ripropone in tutte le città dell’Emilia un ente fieristico, un aeroporto, etc. ???

Non è forse opportuno valorizzare le eccellenze e investire risorse laddove si possono conseguire reali vantaggi competitivi?

E proprio seguendo questa logica è particolarmente importante valorizzare il futuro Tecnopolo, come luogo di eccellenza della meccatronica. Così come dobbiamo puntare e investire sempre di più sui settori dell’educazione e della scuola, forti di esperienze che hanno radici solide nella nostra città, come Reggio Children.

Per gli stessi motivi è importante non lasciarsi sfuggire le enormi potenzialità dell’Area Nord, con l’alta velocità e la stazione Mediopadana, che finora non hanno avuto la necessaria attenzione.

Questi sono solo alcuni esempi che, tuttavia, lasciano facilmente intuire le enormi potenzialità della nostra provincia e del nostro territorio nel suo complesso.

Ma sono sottoposti a tre condizioni:

1. che si avvii velocemente una riforma istituzionale degli Enti locali. La situazione attuale non è il risultato del caso, ma nasce da una governance inadeguata. Oggi la competizione è tra territori. Per questo il tema del superamento dell’assetto attuale delle province è essenziale. La riforma avviata dal Governo per ora resta un’occasione persa per il nostro territorio. La Regione è indirizzata ad una soluzione di mero adeguamento, quando poteva cogliere l’occasione di guardare davvero all’Emilia come ad un territorio complessivo, abbandonando il modello imitativo all’origine di tanti sprechi (compreso proprio il problema fiere);

2. che si abbia il coraggio di investire sulle nostre eccellenze, togliendo risorse ai settori maturi e poco innovativi. Questa è una politica industriale che si può fare a livello locale: occorre passare da un modello di sviluppo quantitativo ad uno qualitativo, accompagnando la trasformazione di interi settori, in primis l’edilizia;

3. che la politica svolga il proprio ruolo. Senza accampare scuse. Queste sono riforme che non dipendono da Angela Merkel o da Goldman Sachs. Dipendono solo da noi. Da qui si misura la reale volontà di cambiamento tanto decantata dalla politica e dalle istituzioni.

(Simone Montermini, candidato alla Camera Scelta Civica Emilia Romagna)
















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