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Le aziende di Confindustria Modena vincono la sfida dell’innovazione

Dei 48 progetti di ricerca industriale approvati dalla Regione Emilia-Romagna quattordici sono di aziende associate a Confindustria Modena. Cinque quelle del distretto biomedicale colpito dal sisma.

 

Un intervento straordinario messo in campo dalla Regione Emilia-Romagna per sostenere le imprese che, pur in un momento di forte crisi, hanno deciso di investire risorse nelle attività di ricerca e sviluppo. Questo l’obiettivo del bando regionale “Ricerca, innovazione e crescita” che ha visto un centinaio di progetti presentati. Sono 48 quelli approvati che prevendono un investimento complessivo di 80 milioni di euro, a cui la Regione contribuirà con 31,6 milioni.

Sono ben 14 le aziende della nostra provincia associate a Confindustria Modena e appartenenti ai settori della meccanica, del biomedicale, dell’alimentare e dell’ict che hanno ottenuto i fondi per un totale di dieci milioni di euro.

Si tratta di Bellco, Tellure Rota, Gambro Dasco, Braun Avitum Italy, Florim Ceramiche, Gruppo Fabbri Vignola, Sorin Group, Haemotronic; Infomobility, Worgas Bruciatori, Graf Synergy, Centro Alesatura, Crp Meccanica, Reflex.

Particolarmente significativo l’impegno delle imprese del settore biomedicale, duramente colpito dal terremoto dello scorso maggio: a cinque di queste aziende (Bellco, Gambro Dasco, Braun Avitum Italy, Sorin Group e Haemotronic) andranno quasi quattro milioni di euro.

I progetti saranno finanziati con le risorse straordinarie previste dal governo per la ricerca (attraverso l’articolo 12 del Decreto legge 74) che stanzia complessivamente 50 milioni di euro a favore delle aziende che si trovano nell’area colpita dal sisma.

Con questo bando la Regione vuole sostenere quelle imprese che stanno affrontando la crisi impegnandosi in percorsi di diversificazione del prodotto, di specializzazione, di rafforzamento strutturale, di ampliamento produttivo e occupazionale, di penetrazione di nuovi mercati, perseguendo tali obiettivi attraverso il potenziamento delle attività di ricerca e sviluppo.

I 48 progetti di ricerca industriale prevedono, nell’arco di tre anni, un aumento complessivo dell’occupazione di circa 1.500 persone di cui 300 giovani ricercatori.

 

 
















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