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Risorse idriche, l’assessore regionale Freda: “Nitrati, la delibera di Giunta tutela la salute”

Sabrina_Freda2«La delibera di Giunta che ha confermato il perimetro delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola è stato un provvedimento inteso a tutelare la salute dei cittadini. Bene ha fatto dunque la Regione, la prima in Italia, dimostrando così buon senso, e lo conferma anche la scelta di altre regioni di seguirne l’esempio». Lo dichiara l’Assessore regionale all’Ambiente e alla Riqualificazione urbana Sabrina Freda, in risposta alle critiche sulla questione nitrati da parte di allevatori e agricoltori. «A noi preme esclusivamente la salute, tema che dovrebbe essere sempre in cima all’agenda di qualsiasi politico. Il limite per la potabilità è stato fissato a 50 mg di nitrati per litro, superato il quale l’acqua può diventare tossica e cancerogena, con forti rischi soprattutto su bambini e donne in stato di gravidanza. Non vorremmo che a breve si ripetessero altri casi come quello del Comune di Sarmato (PC), costretto a emettere un’ordinanza per vietare l’uso alimentare dell’acqua a causa degli alti valori di nitrati riscontrati».

Con la delibera, la Regione Emilia Romagna ha deciso di non dare applicazione alle norme del Decreto Sviluppo che equiparano per un anno le zone vulnerabili ai nitrati (661.200 ettari pari a circa il 60% dell’area di pianura totale) a quelle non vulnerabili e consentono lo spandimento nel terreno in un anno di 340 kg di composti azotati per ettaro, quantitativo doppio rispetto a quello stabilito dalla direttiva comunitaria 91/676. «Non c’è nessuna volontà da parte nostra di accanirci contro allevatori e agricoltori – aggiunge Freda – e per quanto allevamento e agricoltura non siano le uniche attività responsabili dell’immissione nell’ambiente di composti dell’azoto, nessuna delle altre sorgenti è mai stata trascurata. In ogni caso cambia poco da quale fonte derivino, e non è certo per decreto che si può stabilire quali zone siano vulnerabili o meno ai nitrati, peraltro imponendone l’equiparazione con un decreto in palese contrasto con una direttiva comunitaria».

 
















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