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Allarme ungulati, l’Assessore regionale all’Agricoltura risponde a Filippi (PDL)

Rispondendo all’interrogazione da me presentata a settembre sul problema dell’eccessiva diffusione nel territorio di capi ungulati, l’Assessore regionale all’Agricoltura ha riferito in aula assembleare che “per il mancato raggiungimento degli obiettivi di caccia in selezione della Provincia di Reggio Emilia non si può che denunciare un comportamento non collaborativo, addirittura in alcuni casi di vera e propria contrapposizione, dei cacciatori che praticano le tradizionali battute collettive al cinghiale”. La causa del problema, per la Regione Emilia-Romagna, andrebbe quindi ricondotta all’inettitudine degli stessi cacciatori. Davvero bizzarro.

L’elevata presenza di cinghiali, in particolare in Appennino, è causa di alterazioni nell’ecosistema oltre che motivo di veicolazione di numerosi parassiti e batteri. Dalle analisi compiute in ambito veterinario emerge, nelle colture foraggere destinate ad alimentare il bestiame, una percentuale elevata di clostridi butirrici, batteri presenti negli escrementi degli ungulati. L’eccessiva presenza di clostridi butirrici nel foraggio è causa dell’alterazione delle componenti del latte bovino, in particolare emergono problemi nella fase della fermentazione dello stesso. Ma la Regione, pur ammettendo, seppur tiepidamente, corresponsabilità da parte di una Provincia di Reggio latitante, non pare intenzionata ad intervenire. L’assessore ha riferito di diversi livelli di impegno delle singole realtà locali. In particolare relativamente agli indennizzi rivolti agli agricoltori: “la Provincia di Reggio Emilia nel 2009 ha liquidato indennizzi per 32.000 euro; ridotti nel 2011 a 14.000 euro.” Sul totale dei 220.000 euro stanziati nell’intera regione. Sempre dai dati forniti in aula dall’assessorato, risulta che a Reggio il prelievo annuale è attualmente medio-basso, rispetto alle altre province: 10% sul totale regionale.

A prescindere dalle tesi di Regione e Provincia, il sovrappopolamento del numero di capi di cinghiali è molto elevato e diversi sindaci hanno chiesto di intervenire per limitarne la presenza.

Gli agricoltori sono inermi. Occorrono interventi per contrastare il problema della diffusione di batteri nelle colture foraggere.

L’agricoltura regionale, sinonimo di qualità, deve essere tutelata e le aziende che subiscono danni devono essere risarcite in modo adeguato.

(Fabio Filippi)
















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