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Premio Alberto Manzi: mercoledì 21 a Modena IV edizione

Conto alla rovescia per la IV edizione del Premio Alberto Manzi, evento biennale dedicato al Maestro tra i simboli dell’istruzione universalistica. Mercoledì 21, al Teatro della Fondazione San Carlo a Modena, a partire dalle ore 21 saranno designati i vincitori delle quattro sezioni di cui si compone il Premio, nato per stimolare l’attenzione e la riflessione delle istituzioni, del sistema educativo e della comunicazione sull’importanza dei temi sviluppati da una delle personalità più originali della pedagogia italiana contemporanea.

L’organizzazione del Premio, quest’anno dedicato alla branca dell’educazione scientifica, è a cura del Centro Alberto Manzi composto da Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna, Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca e Rai.

La serata del 21 verrà introdotta dal convegno “L’avventura dell’educazione scientifica”, incontro di studi sullo stato attuale della formazione dedicata alle scienze nella scuola di base.

Intanto, proseguono nella sede del Foro Boario di Modena, tre esposizioni inaugurate lo scorso 10 novembre, che indagano la figura del Maestro quale scrittore, educatore e anche divulgatore scientifico.

Meno noto, rispetto alla sua produzione, l’impegno del Maestro Manzi nel campo dell’educazione e divulgazione della cultura scientifica per ragazzi, a cui ha dedicato un’attenzione e una competenza didattica rare nel panorama della scuola italiana degli ultimi 50 anni. Laureato in Biologia, oltre che in Pedagogia, Manzi era convinto che l’educazione scientifica rappresentasse un fondamentale campo d’esperienza e di conoscenza per educare il soggetto alla libertà del pensiero, al confronto critico, alla capacità di porsi domande e cercare risposte a partire da sé e dall’osservazione del mondo in cui vive quotidianamente.

Il Centro Manzi ha dunque scelto, in questa edizione del Premio, di valorizzare un tratto originale del lavoro di un uomo che, caso unico nella storia della nostra cultura didattica, ha saputo declinare l’educazione scientifica nei registri linguistici dei libri per ragazzi, dei programmi televisivi e della pratica scolastica.

In linea con tali indirizzi, dopo che il riconoscimento era stato conferito nelle tre precedenti edizioni a Piero Angela, Giovanni Minoli, don Ciotti, il Premio Manzi speciale 2012 sarà consegnato nelle mani della scienziata Margherita Hack, definita nelle motivazioni “figura limpida e originale dell’eccellenza scientifica internazionale”, dotata di “libertà di pensiero e autonomia intellettuale, talento innato nel comunicare la scienza, rendondocela vicina e familiare”.

Il Premio

Il concorso, bandito dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, si compone di 3 sezioni per le quali sono previsti altrettanti riconoscimenti in denaro dell’importo di 2.500 euro, destinati ad autori di opere in lingua italiana che, nel corso del triennio 2010-2012, si siano distinte nel campo della comunicazione educativa e didattica nelle seguenti sezioni: editoria scolastica e divulgativa (ebook compresi); prodotti multimediali/interattivi (siti internet, giochi educativi, app); produzione audiovisiva/documentaristica e programmi radio-televisivi.

A partire da quest’anno il concorso prevede una quarta sezione didattica per le scuole di ogni ordine e grado, riservata a progetti non ancora realizzati, finalizzati all’educazione scientifica. La scuola vincitrice riceverà fino a un massimo di 2.500 euro, per realizzare, entro l’anno scolastico 2013-14, il progetto proposto. Sono 158 i progetti arrivati, tra cui sono stati selezionati i vincitori delle 4 sezioni che saranno premiati nel corso della serata al Teatro San Carlo.

Il convegno

Il 21 novembre a partire dalle ore 8,30 presso la sede della facoltà di Giurisprudenza in via San Geminiano 3 a Modena, si terrà il convegno “L’Avventura dell’Educazione scientifica”. Scopo dell’incontro di studi è riflettere sullo stato attuale dell’educazione scientifica nella scuola di base: qualità didattica, criticità, esiti formativi anche alla luce di dati comparativi nel contesto europeo. I lavori si svolgeranno sia in plenaria che in sottogruppi per offrire maggiori occasioni di approfondimento e mettere a fuoco innovazioni, sfide e potenzialità dell’educazione scientifica oggi. I lavori verranno aperti dal presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Matteo Richetti, ed ospiteranno interventi di insegnanti, pedagogisti, studiosi.

Le mostre

All’interno del Foro Boario modenese si possono visitare tre mostre. La prima è “Storia di un Maestro”, antologica sulla figura di Manzi. Quindi l’esposizione intitolata “Maestro raccontami una storia”, che esplorerà lo scrittore per ragazzi attraverso postazioni-gioco sui libri più famosi: Orzowei, Grogh e Tupiriglio. Infine la mostra “Educazione e divulgazione scientifica”, che si compone di postazioni interattive per esperimenti scientifici a cura del Museo di Zoologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che allestisce parte della sua collezione museale; una parte della mostra è riservata ai bambini con la riproduzione in formato gigante di alcuni capitoli dell’enciclopedia “Vedere e capire”, oggi introvabile. La mostra resterà aperta fino al 21 dicembre.

La figura del Maestro Manzi

Il Maestro Alberto Manzi, insignito di premi e riconoscimenti internazionali, è noto al grande pubblico per aver saputo utilizzare, per primo, il medium televisivo a fini didattici per le fasce sociali più deboli. Insegnante ed educatore, è stato impegnato in una continua ricerca pedagogica e didattica per migliorare la qualità dell’istruzione a partire dai soggetti più difficili. La fama di Alberto Manzi è indissolubilmente legata al programma televisivo “Non è mai troppo tardi” che, dal 1960 al 1968, ha rappresentato uno dei più importanti esperimenti didattici, riconosciuto anche a livello internazionale, della TV educativa impegnata a combattere l’analfabetismo. Manzi è stato anche uno dei più importanti scrittori per ragazzi: “Orzowei” è il suo romanzo più famoso, tradotto in oltre 30 lingue e anche in versione cinematografica e televisivi. Impegnato nel sociale, si è battuto per la cultura della libertà e della solidarietà, dell’avversione per ogni forma di violenza e di razzismo, del rapporto fra l’uomo e il proprio ambiente: temi che sono al centro delle opere del Manzi scrittore.

Il Centro Alberto Manzi

L’archivio del Maestro Manzi è stato donato dalla moglie Sonia Boni all’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze dell’ Educazione affinché potesse essere utilizzato come documentazione di studio per proseguire sulla linea della ricerca educativa e didattica che è stata il tratto distintivo del lavoro di Alberto Manzi. Con questa finalità il 29 marzo 2000 è stato sottoscritto un protocollo d’Intesa tra il Dipartimento., l’Assemblea legislativa e la Giunta della Regione Emilia-Romagna, e la Rai, e lo stesso archivio è stato trasferito presso l’Assemblea legislativa dov’è tutt’ora conservato. Quindi è stato istituito il Premio Alberto Manzi, con cadenza biennale , volto a valorizzare la figura e l’opera del maestro e a stimolare nel contempo l’impegno di educatori, formatori e professionisti dei mezzi di comunicazione nel campo dell’educazione massmediale.
















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