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3 revisori esterni di provata fama nazionale sottopongono a verifica l’attività dei gruppi di ricerca dell’Università degli studi di Modena e Reggio

L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia è il primo ateneo italiano a sottoporre a verifica l’attività dei propri gruppi di ricerca e lo ha fatto affidando la valutazione all’autorevole parere di noti referee esterni, italiani e stranieri.

“L’obiettivo di questo impegnativo lavoro di revisione – ha detto il Rettore prof. Aldo Tomasi – è quello di dare una dimensione internazionale al nostro Ateneo, puntando nel futuro alla identificazione di veri e propri centri di elevata qualificazione scientifica. Per questo i criteri adottati sono in linea con quelli usati a livello nazionale dal Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca – CIVR e internazionale, come quelli che sono enunciati nei progetti di ricerca europei”.

Questa lunga opera di ricognizione e analisi, avviata da un gruppo di lavoro composto dalla Conferenza dei Direttori di Dipartimento, presieduta dal prof. Luigi Foffani e coordinata dal Delegato del Rettore per la Ricerca prof. Sergio Ferrari, che ha preso le mosse dai piani di sviluppo triennale 2011-2013 presentati da 47 distinti gruppi di ricerca operanti entro i 14 Dipartimenti in cui è strutturato l’Ateneo, ha consentito di formulare aggregazioni tematiche trasversali ed interdipartimentali, permettendo di identificare 12 linee di ricerca che caratterizzano l’Ateneo:

– Ambiente, Alimenti e Salute (prof. ssa Paola Borella)

– Cellule staminali e Medicina Rigenerativa (prof. Michele De Luca)

– Comunicazione, Integrazione, Formazione: nuovi saperi, nuovi media, nuovi diritti e nuove Identità (prof. Marco Cipolloni)

– Ingegneria della gestione e dell’innovazione dei sistemi Industriali (prof. Diego Maria Macrì)

– Innovazione e competitività d’impresa (prof. Mauro Zavani)

– Meccanica avanzata e motoristica: innovazione nello sviluppo di prodotto e nel manufacturing (prof. Angelo Andrisano)

– Medicina di genere (prof. ssa Erica Villa)

– Medicina Molecolare e Genomica (prof. Antonello Pietrangelo)

– Modelli, strumenti per l’analisi economica: crescita, ciclo economico, stabilità finanziaria, politiche pubbliche e innovazione (prof. ssa Graziella Bertocchi)

– Nano- and emerging materials and systems for sustainable technologies (prof. ssa Elisa Molinari)

– Neuroscienze (prof. Carlo Adolfo Porro)

– Smart ICT for smart social worlds (prof. ssa Sonia Bergamaschi)

“Si è inoltre cercato – ha aggiunto il Delegato del Rettore per la Ricerca prof. Sergio Ferrari – di individuare un ricercatore di elevato profilo scientifico internazionale quale responsabile di ciascuna linea di ricerca con il compito di aggregare per competenze scientifiche i ricercatori, condividendo altresì la possibilità di identificare all’interno della linea di ricerca dei Work Packages (WP), quando la tematica poteva essere affrontata da competenze scientifiche diverse e trasversali”.

La successiva valutazione, basandosi sul peer review system, è stata affidata ad un panel di valutatori esterni, composto da un esperto nazionale per ogni macroarea di riferimento delle linee strategiche. Ne hanno fatto parte: prof. Quirico Semeraro, professore ordinario di Tecnologie e sistemi di lavorazione del Politecnico di Milano (per la macroarea 1); prof. Jacopo Meldolesi, professore emerito, già professore ordinario di Farmacologia Generale, della Fondazione San Raffaele Monte Tabor (macroarea 2), responsabile di processo, ed il prof. Alberto Baccini, professore ordinario di Economia Politica all’Università di Siena (macroarea 3). Il panel dei garanti – a sua volta – si è avvalso, per delineare la valutazione, di almeno due referee esperti di ogni singola linea a cui affidare il compito di esprimere un giudizio diretto. Complessivamente sono stati coinvolti 34 esperti nazionali e internazionali individuati dai coordinatori delle tre macroaree.

Ai fini della valutazione si è assegnato un punteggio pari al 40% per le pubblicazioni scientifiche e gli altri prodotti della ricerca, al 30% per la capacità di attrazione dei finanziamenti, al 20% per la chiarezza, coerenza, originalità e innovatività delle linee di ricerca e al 10% per la capacità di attrazione di giovani studiosi non strutturati.

“Questo lavoro sulle linee di ricerca principali su cui converge l’interesse dei nostri gruppi di ricercatori – spiega il prof. Sergio Ferrari – dovrà portare ad un incremento del Fondo di sviluppo della ricerca dell’Ateneo per consentire di programmare annualmente, a seconda delle esigenze, il reclutamento del personale ricercatore e tecnico, l’acquisizione di strumentazioni, le infrastrutture di laboratorio, il finanziamento delle attività di giovani ricercatori ed i finanziamenti per assegni di ricerca o borse di dottorato. Il fine che vogliamo perseguire è di fare sì che questi interventi ed azioni si ispirino ad una logica effettivamente premiale che qualifichi e caratterizzi sempre più e meglio i presidi di elevata qualificazione scientifica del nostro Ateneo”.

Parere unanime dei valutatori è che il livello medio dei progetti presentati è stato certamente elevato. “Globalmente – ha commentato il coordinatore del Panel dei Garanti prof. Jacopo Meldolesi – riteniamo che il processo di valutazione sia stato svolto secondo uno standard elevato e corretto, basato sulla competenza e l’impegno di tutti gli studiosi coinvolti e lontano da ogni possibile influenza esterna. Le differenze di livello emerse tra i vari progetti devono quindi essere attribuiti a reali differenze di eccellenza delle loro proposte”.

“L’individuazione di linee peculiari e caratterizzanti la nostra ricerca – ha commentato il prof. Sergio Ferrari – avrà diverse conseguenze positive che vanno dalla attuazione di una precisa politica di sostegno alla ricerca di Ateneo, alla nostra capacità soggettiva di rappresentare un riferimento puntuale per gli studenti, al miglioramento del dialogo che vogliamo intrattenere con le diverse istituzioni interessate ad avvalersi dei risultati della ricerca universitaria, ovvero Regione, Provincia, Comune, Fondazioni bancarie, ma anche il sistema delle imprese e, infine, alla individuazione di centri di effettiva e provata qualificazione scientifica di Ateneo che aumentino la competitività della nostra ricerca a livello nazionale ed internazionale”.
















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