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Sisma, il punto sul ripristino delle scuole Superiori della Bassa

Mentre gli studenti delle scuole superiori di Finale Emilia e di Mirandola rientrano gradualmente in aula nelle strutture provvisorie, la Provincia di Modena prosegue nel lavoro di progettazione per il ripristino e la ricostruzione degli edifici resi inagibili dal sisma.

Sono stati completati, e sono in attesa del parere della Regione, i progetti di messa in sicurezza e ripristino dell’istituto Calvi-Morandi di Finale, per un investimento previsto di un milione e 800 mila euro, e del Luosi di Mirandola, con un investimento di due milioni di euro. Sono ancora invece alla fase di studio i progetti, più complessi, per il ripristino del liceo Pico e la ricostruzione del Galilei. Sempre al Galilei sono invece partiti i lavori, per ristrutturare la palestra, le officine e i laboratori. L’intervento, gestito dalla Provincia, ha un costo di 347 mila euro di cui 204 mila euro messi a disposizione da enti e associazioni di categoria di Vicenza tramite la raccolta di solidarietà “Vicenza per Modena”. «Il nostro obiettivo – sottolinea Egidio Pagani, assessore provinciale alle Infrastrutture – è quello di realizzare tutti i lavori, compreso il nuovo edificio del Galilei, entro l’inizio del prossimo anno scolastico».

Si sta completando anche l’allestimento dei moduli provvisori curato dalla Regione. Dopo il rientro in aula degli studenti del Calvi-Morandi di Finale, avvenuto lunedì 15 ottobre con inaugurazione ufficiale nella mattinata di mercoledì 24 ottobre, si prevede che gli studenti del Luosi-Pico possano entrare nei moduli provvisori per il 31 ottobre mentre quelli del Galilei saranno in aula entro la metà di novembre. «Il nostro maggior impegno in questo inizio così difficile dell’anno scolastico– commenta Elena Malaguti, assessore provinciale all’Istruzione – è stato quello di restituire ai ragazzi, il prima possibile, la loro “routine” scolastica e questo è stato possibile solo grazie alla collaborazione dei presidi e degli insegnanti, che hanno fatto un lavoro enorme, dell’Ufficio scolastico provinciale, degli enti locali e degli stessi ragazzi con le loro famiglie».
















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