C’e’ chi vuole dipingere il paese di Camposanto come un’oasi che si sta’ ripopolando e piena di vita, forse vittima di allucinazioni cio’ che vede forse risiede nell’incoscia speranza che alberga dentro tutti noi. Purtroppo la realta’ e diversa. All’appello mancano molte persone che avendo la casa inagibile si sono sistemate da amici e parenti in altri paesi e che forse non torneranno.
Chi rimane osserva una tendopoli occupata da persone con sorrisi di altri continenti e manifestazioni ludiche nel vicino parco per i piccoli che almeno si divertono ma non sono simbolo di ritorno alla “vita”. A chi rimane riecheggiano le paure del terremoto insieme alle paure di una comunita’ che si spegne e che non trova l’aiuto per risollevarsi. Chi rimane deve fare fronte a leggi, regolamenti, imposizioni a volte troppo assurde per essere reali. Chi rimane ha capito che e’ solo di fronte alla burocrazia e ad una macchina burocratica pasticciona nelle mani ordinarie di chi non e’ stato scelto per gestire un’emergenza. Chi rimane ha capito che per ” tenere botta” deve alzare la schiena guardare avanti e non farsi abbagliare da colori che sono solo nella tavolozza di qualche maldestro pittore.
(Gruppo Liberta’ e Democrazia Camposanto)
