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Libera Modena, appalti truccati a Carpi e Castelfranco: mantenere alta l’attenzione a sostegno della legalità

Quando Libera – associazioni nomi e numeri contro le mafie – si costituì nel 1995, con l’intento di sollecitare e mettere insieme la società civile nella lotta alle organizzazioni mafiose e di promuovere la cultura della legalità e la giustizia sociale, intraprese immediatamente una campagna per la raccolta di firme in favore di una proposta di legge popolare che prevedesse il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie e ai corrotti, per restituirli alla cittadinanza tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro. Questa proposta – proveniente dalla partecipazione di un milione di cittadini – divenne la legge n. 109 del 1996, e tuttavia nel corso dell’iter parlamentare fu cassato il reato di corruzione tra le ragioni della confisca.

Eppure, in Italia la corruzione all’interno del sistema dei rapporti pubblico-privato è da sempre a un livello socialmente insostenibile, e va a minare del tutto le basi della convivenza civile, della concorrenza economica, della cultura solidale.

Attendendo gli esiti dell’iter processuale, va rilevato che l’episodio di Carpi e Castelfranco Emilia s’inserisce in un territorio che sta vivendo una fase molto delicata, che riguarda la gestione della ricostruzione nelle aree terremotate. In questo senso, assume un’importanza cruciale il controllo democratico .

Le istituzioni locali della nostra provincia si sono dotate nel tempo di strumenti idonei a rilevare le devianze e le irregolarità dal punto di vista delle normative, come per esempio l’osservatorio sugli appalti pubblici, con il compito di monitorare la regolarità dei comportamenti delle aziende appaltatrici rispetto ai contributi sociali e alla sicurezza dei cantieri, e di stendere e presentare annualmente il rapporto sul monitoraggio degli appalti pubblici e privati in provincia di Modena.

Oltre agli interventi di carattere “tecnico”, si rende quanto mai necessario lavorare sulle coscienze per educarci come collettività alla legalità, per rendere consapevoli i cittadini modenesi, e soprattutto i giovani, che azzerare il sistema della corruzione è un investimento per il futuro; che il loro impegno civile nella “lettura dei segnali” e nella destrutturazione di quel sistema è essenziale per lo sviluppo delle società solidali: una responsabilità e un onere che ci assumiamo nel ricostruire le nostre comunità colpite dal sisma.
















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