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Cgil Modena, sicurezza e controllo territorio: con sonstanziali riorganizzazioni si potrà funzionare meglio e risparmiare

Peccato che la proposta di spending review sia legata all’esigenza di “tagli e risparmi per la macchina dello Stato”. L’occasione per un dibattito di merito e finalmente capace di decisioni, però non va sprecata.

Si tratta del documento di “revisione dei costi” che in questi giorni, la Ministro Cancellieri ha proposto in merito alla riorganizzazione delle strutture afferenti al Ministero dell’Interno sull’intero territorio nazionale, con l’obiettivo di un risparmio per 200 milioni.

La Cgil da tempo ribadisce con forza tale necessità, per ragioni di maggiore funzionalità ed efficienza degli apparati per la sicurezza dei cittadini, ancor prima che per i possibili e cospicui risparmi.

Anche i maggiori Sindacati di Polizia propongono la revisione in positivo della Riforma a trent’anni dalla sua approvazione, per superare separatezze, moltiplicazioni di strutture fra i tre Corpi di Polizia statali, con evidenti sprechi e disfunzioni.

Sono gli annosi e mai risolti problemi del coordinamento fra le varie Forze dell’ordine, della loro superata articolazione territoriale e della riqualificazione del personale, oltre alla sempre più necessaria riforma delle Polizie Locali .

Molti dei titoli proposti dal documento ministeriale, incrociano anche la nostra realtà territoriale e la provincia di Modena ne sarebbe ovviamente coinvolta.

Non consideriamo, perchè ancora vaghe nel merito, le ipotesi di sfoltimento del numero di Prefetture e Questure, istituite anche recentemente, su territori effettivamente limitati.

E sarebbero inaccettabili risparmi “fasulli” se derivanti da ulteriori tagli al personale o blocchi delle assunzioni per le forze dell’ordine, con piante organiche già bloccate al lontano 1989 e che, anche per la provincia modenese, si traducono in una carenza record che supera le duecento unità.

La realtà, con le nuove e più insidiose forme di criminalità ed estese modalità di economia illegale, richiede un grande coraggio riformatore.

Basterebbe, anche sui modelli di sicurezza dello Stato, guardare all’Europa.

Siamo il Paese con il record assoluto per numero di Corpi di Polizia statali e locali.

Ben sette strutture, con funzioni in parte distinte ma spesso sovrapposte e concorrenti, con l’anomalia unicamente italiana, di avere due Corpi ancora a status militare e la polizia “economica e finanziaria” ancora con le stellette: che senso ha, anche per i cittadini modenesi, vedere finanzieri impropriamente impiegati in servizio di ordine pubblico allo stadio,nel corso di manifestazioni,di presidio al CIE, ecc…?

Le proposte ministeriali che riguardano l’attivazione di un “centro unico per gli acquisti”, i possibili risparmi energetici ed il taglio delle “scorte”, valgono in pieno anche per Modena.

In particolare, l’ipotesi di “rinegoziare i canoni delle sedi” per ridurre il monte affitti a carico dello Stato !

La Cgil già propose lo stesso tema, ricordando che solo per le sedi di Questura e CIE, si paga l’astronomica somma di 3,5 milioni di euro l’anno.

Tutt’altro pasticcio invece è l’assurdo taglio a colpi di massimo ribasso, per la spesa di gestione dei CIE.

Ma il nodo decisivo contenuto nel documento programmatico del ministero riguarda la razionalizzazione e/o unificazione delle “sedi di polizia, stazioni e comandi dei carabinieri” sparsi nel territorio.

Il bisogno di maggior sicurezza per i cittadini ed un efficace controllo del territorio, richiede Forze qualificate e mezzi sempre operativi, mentre l’attuale “geografia” dei presidi – disegnata un secolo fa – risponde sempre meno alle necessità reali.

Un presidio di pochi uomini in un piccolo comune o frazione modenese, che chiude poco dopo il tramonto, è ancora adeguato?

Ogni Corpo di polizia ha una sua Sala Operativa, oltre ai centri di comunicazione delle rispettive “specialità”.

Nel territorio provinciale, si intreccia la presenza di tre Commissariati, quattro sedi di Polizia Stradale, quattro distaccamenti della Finanza, quattro Compagnie, due Tenenze e trentanove Stazioni dei Carabinieri.

Quasi sempre presenti nello stesso centro urbano, con sedi e mezzi distinti, duplicazione di servizi e naturalmente compresenti coi Corpi di Polizia Municipale sempre più strutturati a livello delle Unioni dei Comuni modenesi.

La Ministro ha finalmente riaperto un capitolo molto spinoso, quanto atteso ed interessante.

C’è da sperare che stavolta veti incrociati, chiusure corporative e campanilismi, non tornino a prevalere sull’interesse generale della migliore sicurezza.

Sarebbe una tematica da porre – perchè no? –all’attenzione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza.

Da qui passa un pezzo decisivo della riforma istituzionale dello Stato, con conseguente e credibile spending review.

(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)
















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