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Sanità: una terza via tra pubblico e privato? A Reggio Emilia si sperimentano nuove frontiere per il welfare

Secondo i dati sulla ripartizione del Fondo sanitario regionale per il 2012, diffusi dall’assessorato delle Politiche per la salute dell’Emilia Romagna, i costi di beni e servizi sono aumentati del 3,5% su base annua, a fronte di una crescita zero dei trasferimenti e con la necessità di fare fronte all’azzeramento del Fondo nazionale per la non autosufficienza. Nella nota stampa, l’assessore Carlo Lusenti commenta: «Tutte le Regioni giudicano la condizione delle risorse insostenibile a fronte della insopprimibile esigenza di garantire l’esigibilità dei livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini».

Nonostante gli sforzi delle amministrazioni regionali e dei distretti sanitari, stiamo andando verso un crollo del sistema pubblico di tutela del diritto alla salute? A Reggio Emilia c’è chi sperimenta nuove frontiere per il welfare, una terza via tra sanità pubblica e privata.

E’ Matteo Maria Barbieri, Direttore commerciale di Revita Salute a illustrare il progetto che, avviato a gennaio 2012, conta oggi 250 mila associati e 4 mila prenotazioni: «Revita Salute è un progetto sanitario privato nato con l’idea di sopperire, in qualche misura, alle debolezze del sistema pubblico, rendendo accessibile a tutti quello privato. Quattro dunque le nostre parole d’ordine: qualità, costi accessibili, trasparenza e azzeramento dei tempi di attesa, per una articolata serie di prestazioni mediche, chirurgiche, odontoiatriche e diagnostiche. Per intenderci, per esempio, siamo giunti a poter offrire consulenze specialistiche per un costo massimo di 75 euro».

Come è possibile? «Il progetto, sorto su iniziativa di Cardena srl, si è realizzato grazie alla collaborazione lungimirante di diversi medici reggiani, che hanno rivisto e uniformato il loro tariffario, e alcune strutture private che si sono accreditate al circuito Revita Salute».

Su questa strada, a Reggio, Revita Salute ha incontrato altri partner, tra i quali Mutua Nuova Sanità, no profit solidaristica che opera da 15 anni offrendo ai soci servizi di sanità integrativa. Dall’incontro è nata una convenzione vantaggiosa e con risvolti sociali interessanti. «Con una cifra simbolica di 10 euro – illustra Alfonso colli, presidente di Mutua Nuova Sanità – ogni nostro associato, e tutti i membri della sua famiglia, potranno usufruire dei vantaggi del sistema Revita Salute».

Ma dicevamo dei risvolti sociali, ed è proprio Colli a introdurli: «Negli ultimi anni, le difficoltà economiche in cui versano parti consistenti della popolazione si sono tradotti certamente in una diminuzione della domanda di sanità – pubblica o privata – quando non strettamente vitale». In questo contesto c’è una particolarissimo target, con poche risorse e molte esigenze di cura e del tutto sprovvista di forme di sanità integrativa contrattuali: gli anziani e i pensionati. «Per loro – spiega Colli – tramite una sezione-soci di Mutua Nuova Sanità, denominata Associazione Insieme per una Nuova Sanità abbiamo ideato un listino sociale che, con gli stessi 10 euro di chiunque altro, attraverso il circuito Revita Salute, prevede visite specialistiche a 50 euro e protesi mobili a costi decisamente vantaggiosi».

Sanità low cost, quindi, ma la qualità? «Il 18 giugno a Roma – conclude Barbieri – siamo stati presentati come partner d’eccellenza di Assolowcost, l’associazione delle imprese “Low Cost di Qualità”, quelle con una filosofia basata su un modo di produrre e commercializzare moderno e più efficiente in grado di generare elevati vantaggi per i consumatori, per le imprese e per il sistema paese. Assieme a noi, stanno società come Ryanair, Webank e Mercatone Uno, e per il settore sanitario siamo stati individuati come un unicum di eccellenza».
















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