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‘Verso una nuova generazione di cattolici in politica’, giovedì convegno a Modena

Giovedì 14 giugno alle 21 al Palazzo Europa (v. Emilia Ovest 101 Modena), il Centro culturale Francesco Luigi Ferrari, assieme all’Azione cattolica e alle ACLI promuovono il convegno “Travolti da un’insolita passione. Verso una nuova generazione di cattolici in politica”. 


Dopo l’introduzione di Antonio Galli Pesenti, Presidente provinciale ACLI Modena, e di Paolo Seghedoni, Presidente dell’Azione Cattolica della diocesi di Modena-Nonantola, interverranno il presidente nazionale dell’Azione Cattolica Franco Miano e il presidente nazionale ACLI Andrea Olivero. Concluderà i lavori il presidente del Centro Ferrari, Gianpietro Cavazza.

«L’esperienza del terremoto ha fatto riscoprire un maggior senso di comunità nei nostri comuni. Il processo di ricostruzione che sta cominciando – spiega Gianpietro Cavazza, presidente del Centro culturale Francesco Luigi Ferrari – deve essere un motivo in più per rivedere il senso e la modalità con cui si costruiscono le città e con cui “si fa comunità”». L’incontro del 14 giugno, che è stato pensato prima degli eventi tragici che hanno colpito il territorio modenese ed emiliano, vuole essere un contributo alla riflessione politica che si sta facendo negli ultimi mesi. Chi fa politica, a livello locale e a livello nazionale, in uno schieramento o in un altro, è “travolto da un’insolita passione?

«Che ci siano dei problemi dal punto di vista politico ed economico è sotto gli occhi di tutti – continua Cavazza –. Crediamo che anche in politica non si possano risolvere i problemi con la stessa mentalità che li ha prodotti. La cultura che può “risolvere” la politica attuale non può essere figlia del passato, occorre un cambiamento forte di mentalità. Occorre subito una riforma della legge elettorale così come occorre un regolamento interno ai partiti che imponga il limite del numero dei mandati, perché il cambiamento di mentalità passa con il cambiamento delle persone». Così come è avvenuto con il governo tecnico di Monti, che è stato scelto dall’esterno e non dall’interno dei partiti, il rinnovamento della politica italiana «non può che venire dall’esterno: la riforma della politica – aggiunge il presidente del Centro Ferrari – viste le lentezze, i conflitti e gli sprechi che ci sono, non può che venire dalla realtà, dall’esterno e dalla società. Il sistema dei partiti, se non vuole morire, deve aprirsi all’esterno. La chiave di lettura che differenzia centrodestra da centrosinistra non è più sufficiente: occorre introdurre la categoria applicabile ai partiti e agli uomini politici, tra chi ragiona in termini autoreferenziali e chi ragione e opera in termini sociali. Questa riflessione non è esclusiva dei cattolici impegnati in politica, perché la passione per l’uomo e per la cosa pubblica deve riguardare tutti».

«La comunità ecclesiale – conclude Cavazza – non deve essere equidistante rispetto la politica, ma deve essere “prossima”, molto vicina, a chi si espone e si assume questo rischio».
















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