Non si parla quasi mai di questa malattia che non è (ancora) inserita in alcuna classificazione clinica. Eppure è una malattia che provoca forte disagio, a volte ferisce, a volte uccide. Parliamo dell’omofobia, l’unica malattia che colpisce chi ne è immune. Cos’è l’omofobia? E’ una paura irrazionale della persona, che spesso si verifica in coloro che hanno problemi con la propria sessualità, in coloro che spesso – per paura di scoprire la propria vera natura sessuale – tentano di creare disagio in chi vive la propria omosessualità/transessualità/bisessualità alla luce del sole.
Come dimenticare il caso tragico di Daniel Zamudio, 24 enne cileno ammazzato da un gruppuscolo di neonazisti, proprio perchè gay? E come nascondere che anche nel nostro Paese c’è ancora un’omofobia molto preoccupante? I dati parlano chiaro: il 74% dei ragazzi e delle ragazze tra i 16 e i 26 anni dichiara di aver subito almeno una volta nella vita discriminazioni.
E come dimenticare che il nostro Paese, sulla lotta alle discriminazioni sessuali e al riconoscimento di pari diritti alle coppie gay, sia più vicino ai paesi del terzo mondo che non a quelli europei?
SEL è sempre stata favorevole all’istituzione dei matrimoni gay e delle adozioni da parte delle coppie gay di bimbi orfani nonchè di una legge che tutelasse la comunità LGBT da discriminazioni più o meno violente. Perchè fa male anche la violenza verbale. Quella che, nel tentativo maldestro di nascondere la propria omofobia, ci dice “Rispetto per i gay, ma adesso abbiamo altri problemi…”. Come se i diritti umani fossero un argomento secondario, poco importante. E di questo ha grosse responsabilità la politica. Anche quella di “sinistra” che spesso, ancora oggi, tentenna di fronte alla richiesta di pari diritti e dignità per chi si ama, perchè l’amore non ha sesso.
Ma sbagliamo se pensiamo che l’omofobia si combatte solo attraverso una legislazione moderna e avanzata. L’omofobia si combatte anche e soprattutto attraverso processi culturali che facciano comprendere a tutti che la diversità (in questo caso, sessuale) è un grande valore da difendere, non da combattere. Che la sessualità è un’umana verità e per questo va tutelata col diritto di essere tutti uguali davanti alla legge.
Oscar Wilde definiva l’omosessualità come “l’amore che non osa pronunciare il proprio nome”. Noi vogliamo pronunciarlo, e vogliamo farlo alla luce del sole!
(Fabio Nacchio, per SEL Federazione di Modena)