Si consolida l’idea che è da sempre cavallo di battaglia dell’Italia Dei valori. Fra i problemi principali del paese c’è la dispersione di capitali da attribuirsi a due cause principali: la corruzione e l’evasione fiscale.
I dati pubblicati dal Ministero non lasciano dubbi, 10,7 milioni di contribuenti dichiara un reddito lordo annuo inferiore ai 15.000 euro. In media gli imprenditori dichiarano di guadagnare 1.000 euro in meno dei lavoratori dipendenti. Questa piaga sommata al lavoro nero crea un duplice danno perché gli imprenditori che pagano le tasse subiscono la concorrenza sleale di chi, non pagandole, ha più risorse e perché i costi dello stato finiscono per scaricarsi nuovamente sui lavoratori dipendenti; cioè le fasce più deboli. In particolare in periodi di crisi come questo quando i comuni, spesso, fanno il comprensibile errore di aumentare l’IRPEF. Comprensibile perché essendo una tassa proporzionale dovrebbe colpire i redditi più alti ma, in un paese dei paradossi come il nostro, i redditi dichiarati più alti sono proprio quelli dei lavoratori dipendenti. Insomma pagano sempre i soliti per dirla in modo comune. Anche in provincia di Modena ricordiamo un articolo del presidente Sabattini di fine 2011 che segnalava come 105 mila famiglie in provincia dichiarassero un reddito, per due coniugi, inferiore a 36.000 euro annui. Il 63,2% del totale, percentuale decisamente troppo alta per una delle province più ricche d’Europa.
A questo si somma poi la vergogna dell’IMU che è stata estesa agli anziani in ospizio e alle case popolari mentre contestualmente è stata bocciata la proposta fatta dall’IDV in parlamento di farla pagare anche alle fondazioni bancarie.
(Alessandro Borghetti, Coordinatore Provinciale IDV Modena)
