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Una Malesia dai due volti per la Scuderia Ferrari

La storia della Scuderia Ferrari nel Gran Premio della Malesia può essere suddivisa in due fasi. La prima, dal 1999 al 2008, ricca di successi, alcuni schiaccianti: quello di Michael Schumacher sul bagnato del 2001, quello della gara d’esordio con lo stesso Schumacher che fece il bello e il cattivo tempo prima in qualifica e poi in gara per poi lasciar vincere il suo compagno di squadra Eddie Irvine, quello del 2008 con un Kimi Raikkonen semplicemente sontuoso. Ma dal successo del finlandese in avanti è iniziato un periodo gramo per il Cavallino Rampante nella fornace di Sepang: nessun punto nel 2009, soltanto un sesto posto di Massa nel 2010, ripetuto lo scorso anno dallo stesso brasiliano che aveva preceduto sul traguardo il compagno di squadra Fernando Alonso. E’ vero che tutte e tre le ultime edizioni di questo Gran Premio sono state caratterizzare da episodi particolari – pioggia in gara nel 2009, in qualifica nel 2010 e contatto Alonso-Hamilton nel 2011 – ma è anche vero che negli ultimi anni la Scuderia non è mai stata competitiva ai massimi livelli a Sepang. Eppure sono tanti i ricordi belli di Fernando legati a questo tracciato: in dieci partecipazioni lo spagnolo ha ottenuto due vittorie, quattro piazzamenti sul podio, sette fra i primi dieci e due pole position. Meno fortunato Felipe Massa che, pur essendosi piazzato fra i primi dieci otto volte su nove partecipazioni, non è mai andato oltre il quinto posto e, soprattutto, non è riuscito a convertire in vittoria le due pole position consecutive del 2007 e del 2008. Sarà difficile invertire la rotta nel 2012 perché anche in Malesia la Scuderia dovrà correre in difesa: non potrebbe peraltro essere altrimenti visto che la F2012 sarà la stessa vista in Australia.

Felipe è sicuramente stato nel mirino della critica dopo la gara dell’Albert Park. Peraltro, il pilota brasiliano è abituato a questa situazione e si ricorda bene proprio del 2008, quando dopo due gare – Australia e Malesia – aveva uno zero nella casella dei punti conquistati e in tanti sui media ne chiedevano il licenziamento in tronco. Molti di loro poi dovettero ricredersi, visto che solo qualche circostanza particolare – dal pistone di Budapest al pit-stop di Singapore, tanto per citare quelle più eclatanti – gli negarono il titolo iridato. Felipe sa di poter contare su una squadra che farà di tutto, sia dal punto di vista tecnico che da quello operativo, per metterlo nella miglior condizione per poter esprimere il suo talento, anche a costo di un lavoro supplementare in queste poche ore che separano la gara dell’Australia da quella della Malesia. Ad esempio nei box di Sepang è già iniziato il lavoro di allestimento del telaio 294, destinato a sostituire il numero 293 e ad essere utilizzato dal pilota brasiliano nel secondo appuntamento della stagione, una scelta presa per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio relativo ad un rendimento anomalo della vettura durante il weekend dell’Albert Park.
















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