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Alcune donne del PD reggiano sulle aperture commerciali domenicali

Il prossimo 4 marzo è la giornata europea indetta dall’European Sunday Alliance. Anche a Reggio Emilia le lavoratrici e i lavoratori del commercio, della piccola e grande distribuzione, si mobiliteranno per rivendicare il diritto alla domenica libera dal lavoro.

Desideriamo esprimere la nostra piena solidarietà ed il sostegno convinto a questa iniziativa, pochè consideriamo che il riposo domenicale sia un diritto sacrosanto, un principio di civiltà, un presidio a difesa e tutela della vita di relazione, affettiva, sociale, culturale di ogni persona.

La deregulation degli orari e delle aperture dei negozi – introdotta dal governo Monti che pure sosteniamo per la sua azione di risanamento del paese – ci appare un grave errore. Questo provvedimento non agisce sulla libertà di un imprenditore di aprire un’attività nel più semplice dei modi, cosa già garantita dalla vecchia legge Bersani, ma impatta direttamente sulle condizioni di sostenibilità dell’impresa stessa, sottoposta ad una competizione impari, e soprattutto sulle condizioni di lavoro dei dipendenti.

Ed in massima parte si tratta di donne, alle quali potrà essere chiesto di lavorare tutte le feste comandate e tutte le domeniche, turnando il riposo sull’intera settimana.

Non si può scambiare il valore del riposo domenicale con un qualsivoglia giorno infrasettimanale: non è lo stesso vedere i propri figli o il proprio compagno in un ritaglio di un pomeriggio qualsiasi, magari dopo la scuola, o dopo il lavoro del partner o degli amici, e rinunciare a vivere la pienezza di un giorno privato con la propria famiglia.

Peraltro veniva già attuata da tempo, e con la stessa legge Bersani, l’apertura di alcune domeniche pre festive, anche attraverso il regime già libero delle città d’interesse turistico. Perché dunque andare oltre? A beneficio di chi?

A tal proposito ci vengono in mente altre considerazioni. A cosa serve tenere aperto tutti i giorni, anche 24 ore al giorno, se i soldi nelle tasche dei consumatori diminuiscono costantemente? A cosa serve mettere in feroce competizione la piccola e la grande distribuzione, riservando così un colpo mortale al commercio di vicinato, così utile anche per le relazioni tra i cittadini?

Perchè espropriare gli Enti Locali delle loro competenze sulla programmazione degli spazi commerciali e sulla qualità urbana delle città?

Come ignorare il rischio della perdita di posti di lavoro nella piccola distribuzione come pure l’estrema debolezza contrattuale di tanti lavoratori assunti ad hoc per supplire le necessità di questo provvedimento?

Per tutte queste ragioni, non possiamo che essere al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori che domenica chiederanno a tutti noi di “fare la spesa al sabato”. Ed al PD, partito di cui tutte siamo sostenitrici, chiediamo di ascoltare la voce di queste lavoratrici e lavoratori e di mettere rapidamente in agenda la proposta di revisione della normativa attuale.

(Gigliola Venturini, Romana Righi, Laura Bartoli, Marisa Giaroli, Elisa Bellesia, Gianna Morselli, Angela Zini, Afra Bellelli, Laura Salsi, Cristina Casoli, Laura Pazzaglia, Catia Iori, Federica Sueri, Luisa Carbognani, Rossana Cavatorti)

 
















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