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‘In Arte ed Economia’: mostra, tavola rotonda e conferenze organizzate dal Polo Culturale dei Cappuccini di Reggio

Nel quarto centenario della morte di San Giuseppe da Leonessa (4 febbraio 1612) – frate cappuccino canonizzato da Benedetto XIV il 29 giugno 1746 – il Polo Culturale dei Cappuccini di Reggio Emilia organizza una serie di eventi riuniti sotto il titolo “In Arte ed Economia – l’eredità di San Giuseppe da Leonessa Cappuccino”: una mostra (museo Via Ferrari Bonini, 6 – inaugurazione 21 febbraio ore 20.30, aperta fino al 9 aprile), un confronto con relazioni e tavola rotonda (10 marzo al cinema Cristallo), con la partecipazione tra gli altri dell’economista Stefano Zamagni, e un ciclo di conferenze per i “Martedì del Museo” (dal 28 febbraio al 27 marzo). Nell’occasione viene anche avviata una collaborazione con il Circolo degli Artisti con l’esposizione di alcune opere del pittore Vladimiro Vigna.

Tutto ruota attorno al tema della ricerca di un’economia giusta, che favorisca un’inversione di tendenza in un’epoca che vede continuamente allargarsi la forbice tra i pochi che hanno tanto e i molti che hanno poco o nulla. In questo senso la figura di San Giuseppe da Leonessa e la sua azione pacificatrice e di sostegno ai poveri, in particolare con la diffusione dei “Monti di Pietà” e dei “Monti Frumentari”, assumono un valore quanto mai attuale.

Le iniziative in programma sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Fr. Paolo Grasselli (Responsabile Polo Culturale Cappuccini Emilia Romagna), Fr. Stefano Maria Cavazzoni (Direttore del Museo Cappuccini di Reggio Emilia), Nadia Calzolari (Responsabile Attività del Polo Culturale – Reggio Emilia) e Davide Dazzi (Direttore Culturale della Biblioteca dei Cappuccini “B. Barbieri”).

La mostra – a cura di Nadia Calzolari e Gabriele Fabbrici – è articolata in quattro sezioni: le undici opere presentate nella sezione iconografica rappresentano un significativo “spaccato” della produzione artistica dedicata, nel corso dei secoli, a San Giuseppe da Leonessa. Sono presenti opere pittoriche dalla fine del XVII secolo o primissimi anni del XVIII (Tagliasacchi) fino ad un autore contemporaneo come Szoldatics, morto nel 1955, una pregevole lastra di rame incisa della seconda metà del XVIII secolo ed una medaglia devozionale del XIX secolo di manifattura romana. Nelle tele San Giuseppe è spesso raffigurato con altri Santi dell’Ordine cappuccino, come San Serafino da Montegranaro (canonizzato nel 1767), San Felice da Cantalice (canonizzato nel 1712) e San Fedele da Sigmaringen, il protomartire dell’Ordine, ucciso nel 1622 ed elevato all’onore degli altari nel 1746, come si può vedere nella pala di un ignoto autore del XVII – XVIII. San Giuseppe compare, invece, solo con San Fedele da Sigmaringen nelle due pale di Giuseppe Pedretti e Giuseppe Peroni. Gli attributi iconografici del Santo sono numerosi, ma è soprattutto il Crocifisso tenuto in mano o recato addosso ad essere l’elemento più ricorrente, oltre, naturalmente, ai simboli legati al momento più drammatico della vita del santo, la prigionia a Costantinopoli ed il supplizio del fuoco durato tre giorni. Il ricordo di questo episodio è diretto nella pala di Fra Stefano da Carpi che lo raffigura predicare agli schiavi, mentre ne sono chiari richiami il fuoco che arde sotto i piedi del Santo nella tela di Gyorgy Szoldatics e il frammento di asse con catene nell’altra opera di Fra Stefano, il “Il Trionfo della Croce” (1738), collocata nella Chiesa dei Cappuccini di Reggio Emilia. In mostra, oltre alle tele, anche alcuni ex voto, capolavori dell’oreficeria in oro e pietre preziose.

Una seconda sezione della mostra introduce al tema “economico”, dandone una lettura in chiave artistica: in essa, infatti, viene presentata un’ampia e dettagliata selezione di immagini particolarmente significative sul denaro e sul suo uso tratte da quadri dei secoli dal XV al XVII. Immagini che preludono alla terza sezione, dedicata all’analisi, attraverso una cartografia, del fenomeno dell’usura nel medioevo, dei Monti di Pietà e dei Monti frumentari in Emilia-Romagna, con una particolare attenzione al territorio reggiano.

Nell’ultima sezione viene proposta una riflessione sulle dinamiche economiche contemporanee legate al credito al consumo. Le analisi economiche sono state realizzate grazie alla collaborazione del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Il 10 marzo confronto per un’economia giusta al cinema Cristallo

Un contributo alla discussione sulla strada da percorrere per far ritrovare all’economia una dimensione etica arriverà dal confronto “Per un’economia giusta”, organizzato dal Polo Culturale dei Cappuccini di Reggio Emilia sabato 10 marzo, alle ore 15, presso il Cinema Cristallo di Via Ferrari Bonini. L’evento sarà introdotto dal direttore culturale della Biblioteca dei Cappuccini Davide Dazzi e vedrà, quindi, gli interventi di Mauro Carboni, docente di Storia Economica presso l’Università di Bologna, e del noto economista Stefano Zamagni. Seguirà una tavola rotonda, coordinata dal giornalista Massimiliano Ranellucci, alla quale prenderanno parte Eva Gullo (presidente di “Economia di Comunione” Spa), Stefano Landi (presidente di Confindustria Reggio Emilia), Giuseppe Pagani (dell’Ordine Francescano Secolare), Mauro Ponzi (presidente Consorzio Oscar Romero), Margherita Salvioli Mariani (segretario generale CISL Reggio Emilia) e Marcello Viani (direttore di Reggio Terzo Mondo).

I Martedì del Museo (ore 20.30 – Sala “p. Daniele da Torricella”, Via Ferrari Bonini, 2)

Tra gli eventi per il quarto centenario della morte di San Giuseppe da Leonessa, sono in prgramma anche quattro conferenze per il ciclo “I Martedì del Museo”.

Il 28 febbraio “Alle origini dei Monti di Pietà” con Gabriele Fabbrici, direttore del museo “Il Correggio” e membro del comitato scientifico del Museo dei Cappuccini di Reggio Emilia. Il 13 marzo “San Giuseppe da Leonessa. La straordinaria vicenda di un Frate”, con Fr. Orante Elio D’Agostino, parroco di Leonessa, studioso e autore del libro “Vita di S. Giuseppe da Leonessa – secondo le testimonianze”. Il 20 marzo “Noi e il denaro”, con Adrio Vezzani, consulente aziendale; il 27 marzo “Colori e setole tra ricchezza e povertà, con Fr. Antonello Ferretti (studioso dell’arte e responsabile delle attività didattiche del Museo dei Cappuccini di Reggio Emilia).

Le tele di Vladimiro Vigna al museo dei Cappuccini

In occasione della mostra dedicata a s. Giuseppe da Leonessa, il museo dei Cappuccini, in collaborazione con il Circolo degli Artisti di Reggio Emilia, propone alcune opere di Vladimiro Vigna, 44enne di Terranova da Sibari (CS). Vigna ha sviluppato negli anni il suo stile e la sua tecnica in totale autonomia; svincolato da regole e precetti ha assunto come unico richiamo e modello i grandi maestri della storia dell’arte moderna.

San Giuseppe da Leonessa

San Giuseppe da Leonessa è senza dubbio uno dei personaggi più significativi nell’opera di sostegno ai poveri tra il XVI e il XVII secolo. Nacque l’8 gennaio 1556 a Leonessa, nel Reatino; nel 1587 fu inviato insieme ad altri frati cappuccini a Costantinopoli dove gli fu affidata l’assistenza agli schiavi cristiani, usati come rematori nelle veloci navi corsare turche e raccolti in enormi lager o “bagni” penali. Fra Giuseppe cercò anche di parlare con il sultano Murad III, ma fu fermato dai giannizzeri e condannato al “granchio” e cioè alla forca, con un uncino agganciato ai tendini della mano destra e un altro confitto al piede destro. Dopo tre giorni di spasimi atroci, fu liberato e rinviato in Italia, dove papa Sisto V lo accolse come confessore di Cristo. Ristabilitosi, frate Giuseppe riprese i suoi giri di predicazione alla quale univa grandi segni di carità, come l’apertura di hospitali (stanze per accogliere randagi o viandanti malati, solitamente lungo le vie di pellegrinaggio) e l’istituzione di monti frumentari e di monti di pietà per il credito agevolato. I monti frumentari, in particolare, avevano la finalità di prestare il grano, soprattutto per le nuove semine: frate Giuseppe li considerava una risorsa essenziale non solo per combattere la piaga dell’usura, ma soprattutto per assicurare la sussistenza dei più bisognosi. Il santo morì ad Amatrice il 4 febbraio 1612, a 56 anni. Fu canonizzato da Benedetto XIV il 29 giugno 1746.

Il legame con i Cappuccini dell’Emilia-Romagna

La figura di San Giuseppe da Leonessa è fortemente legata ai Cappuccini dell’Emilia-Romagna per diversi motivi: nel 1927 la Santa Sede affidò l’antica missione di Turchia alla Provincia religiosa dei frati cappuccini dell’Emilia (ora dell’Emilia-Romagna); il 12 gennaio 1952 papa Pio XII proclamava s. Giuseppe da Leonessa patrono delle missioni in Turchia. Ancora oggi una decina di cappuccini emiliani sono presenti in quella terra e operano nelle città di Istanbul, Smirne, Efeso, Mersin e Antiochia, sotto la protezione di S. Giuseppe da Leonessa. Un altro legame ha origine il 3 luglio 1928 quando, con decreto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide, il convento dei Cappuccini di Reggio Emilia fu eretto in Collegio missionario. Dopo i Patti Lateranensi (11 febbraio 1929) un decreto del 18 febbraio 1929 elevò il convento a “ente morale”, quale sede dello “Studio Teologico e Filosofico” della Provincia religiosa emiliana dei Cappuccini, con il titolo di “Collegio Missionario di s. Giuseppe da Leonessa”. Il convento di Reggio fu messo alle dipendenze della Sacra congregazione di Propaganda Fide assieme alle due sezioni minori di Scandiano e di San Martino in Rio.

Monti frumentari per i poveri contro l’usura

Per secoli, fin dal V secolo con papa Leone Magno, la posizione della Chiesa di Roma nei confronti dell’usura fu di esplicita condanna e assoluta proibizione per tutti i cristiani. Non a caso Dante pone gli usurai tra i “violenti contro Dio” nel diciassettesimo canto dell’Inferno. A fronte dell’impossibilità (teorica) per i cristiani di prestare ad interesse, stava invece la grande diffusione dei banchi di prestito gestiti da ebrei, che praticavano tassi assai elevati del 20 – 30%. Nel XV secolo, la necessità da parte dei ceti meno abbienti di potere disporre di fonti di credito su pegno a modico interesse indusse i francescani a ricercare nuove soluzioni al secolare problema, acuito dal fatto che quello della povertà aveva assunto dimensioni abnormi. Predicatori come San Bernardino da Siena e soprattutto il Beato Bernardino da Feltre, superando l’opposizione dei teologi tradizionalisti, riuscirono a fondare un nuovo istituto: il “Monte di Pietà”, una vera e propria cassa di prestito su pegno a modico interesse (5 – 6%). Il primo Monte venne aperto a Perugia nel 1462 ed il successo fu immediato: nel primo secolo di attività (1462 – 1562) si contarono oltre 200 aperture. In Emilia-Romagna il primo fu a Montefiore Conca nel 1471, seguito da Bologna nel 1473, mentre a Reggio Emilia ciò avvenne pochi anni più tardi, nel 1494. Complessivamente in Regione si contano 68 località in cui furono presenti i Monti di Pietà, accanto ai quali, fin dagli ultimi anni del Quattrocento, si affiancò anche un’altra istituzione assistenziale: il Monte frumentario, anch’esso fortemente voluto dai francescani (Osservanti e, dal Cinquecento, Cappuccini), il primo dei quali venne aperto a Foligno nel 1488. Finalità di questa istituzione era il prestito del grano soprattutto per le nuove semine.

Nella nostra regione la fortuna dei Monti frumentari è stata più lenta rispetto a quella dei Monti di Pietà ed essi hanno conosciuto una diffusione tardiva (dal Seicento in poi) con molte fondazioni concentrate soprattutto fra XVIII e XIX secolo. La loro presenza è attestata in 46 località, mentre in 26 si registrano entrambi gli istituti, per un totale complessivo di 92 centri.

I Cappuccini, vicinissimi per missione alle fasce economicamente più deboli del popolo, furono sempre molto attivi nella promozione tanto dei Monti di Pietà quanto, dal Seicento in poi, dei Monti frumentari

“In Arte ed Economia” – Orari di apertura della mostra: dal lunedì al venerdì 10.00-12.00. Sabato, domenica e festivi dalle 15.00 alle 18.00

Info: 0522.580.720 – E-mail: segreteria@museocappuccini.it – www.museocappuccini.it
















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