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Rifiuti reggiani: decisa nuova impiantistica, chiude Cavazzoli

Con l’approvazione da parte dell’Assemblea dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) del Piano d’ambito e del successivo Atto di indirizzo per l’attuazione del Ppgr (Piano provinciale di gestione dei rifiuti), questa mattina in Provincia gli enti locali hanno compiuto un passo decisivo per garantire anche in futuro ai reggiani una gestione dei rifiuti in un’ottica di autosufficienza e sicurezza.

Oltre ad un ulteriore potenziamento della raccolta differenziata – che a regime, nel 2014, dovrebbe salire al 67,2%, grazie all’estensione del porta a porta in pianura e della raccolta capillarizzata dalla collina in su – l’Atto di indirizzo individua in particolare un assetto di medio-lungo periodo di tutta l’impiantistica di raccolta, recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti (compreso il Trattamento meccanico biologico, Tmb) che consentirà, tra l’altro, lo spegnimento del termovalorizzatore di Cavazzoli nel maggio 2012. “Con l’avvio del Piano d’Ambito, si inaugurerà una fase diversa nel trattamento dei rifiuti, confermando la capacità del territorio reggiano di garantire la propria autosufficienza e di proporre modelli avanzati di governo e di gestione”, hanno detto la presidente dell’Ato, il sindaco di Albinea Antonella Incerti, e gli assessori di Provincia e Comune di Reggio Emilia, Mirko Tutino e Ugo Ferrari. Incontrando la stampa, insieme al sindaco di Sant’Ilario Marcello Moretti, al termine dell’assemblea dell’Ato, gli amministratori locali hanno sottolineato inoltre “come il funzionamento del sistema impiantistico non sarà garantito da nuove acquisizioni societarie o dalla presenza di un unico operatore sul territorio, ma è determinato dalle capacità imprenditoriali e dalle professionalità acquisite da entrambi i soggetti gestori”.

Particolarmente soddisfatto l’assessore provinciale alla Pianificazione e all’Ambiente, Mirko Tutino, per il quale “questa importante intesa consente di rispondere nel modo migliore a chi continua a domandarsi cosa facciano le Province”. “La Provincia di Reggio Emilia ha coordinato un confronto tra tutti i Comuni del nostro territorio e insieme a loro ha individuato, anche di fronte a tematiche così complesse e problematiche, le soluzioni migliori – ha detto Tutino – al nuovo Ato regionale gli enti locali reggiani si presenteranno così, con questo modello virtuoso ed avanzato che prevede il 67% di raccolta differenziata ed il Tmb: un modello che, se adottato in tutte le province emiliano-romagnole, consentirebbe di spegnere almeno la metà dei termovalorizzatori e superare gradualmente la tecnologia legata all’incenerimento”.

Cosa prevede il Piano d’ambito

La provincia di Reggio Emilia registra dei livelli di raccolta differenziata molto elevati; nel corso del 2010 si è raggiunto il 58,4%, che rappresenta il miglior dato in regione pur restando al di sotto degli obiettivi fissati dalla normativa nazionale che prevede il raggiungimento del 65%. Ed è proprio per raggiungere quest’obiettivo, implementando soprattutto la raccolta dell’organico, che é stata prevista un’articolazione dei servizi di raccolta differenti per aree omogenee di territorio, diversamente caratterizzate dal punto di vista insediativo e socio-economico.

Il modello – illustrato da Giulio Giannerini della Oikos-Progetti di Milano – prevede l’attivazione della raccolta porta a porta per la frazione organica domestica, per il rifiuto residuo e il verde per circa 210.000 abitanti (ovvero tutti i comuni di pianura) e la diffusione della raccolta capillarizzata (contenitori in strada per plastica, vetro, carta e organico di fianco al cassonetto dell’indifferenziato) in tutti i comuni posti a sud di Reggio, dunque dalla pedecollina in su, con sperimentazioni di porta a porta anche a Felina, Castelnovo Monti e Carpineti. Sono nell’alto crinale (Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto e Villa Minozzo), rimarrà – ma sarà potenziato – l’attuale sistema di raccolta stradale. Per quanto riguarda in particolare il comune di Reggio Emilia è previsto, invece, un modello misto – porta a porta per oltre 60.000 abitanti e capillarizzata per i restanti 107.000 – secondo il piano di attivazione già approvato dal Comune.

A regime, il nuovo modello gestionale-organizzativo consentirà nel 2014 di arrivare – su una produzione stimata di rifiuti urbani di 410.875 tonnellate – ad una percentuale di raccolta differenziata del 67,2%, pari a 276.129 tonnellate. Resterebbero così da smaltire – tolte 6.747 tonnellate di spazzamento stradale – 128.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, ai quali provvederà una rete impiantistica suddivisa in quattro poli individuati in aree già destinate a tali scopi, riducendo dunque sensibilmente l’impatto.

I quattro poli impiantistici

Il Polo del recupero è stato individuato per tutta la provincia nell’impianto di Sabar a cavallo tra i territori di Novellara e Cadelbosco Sopra. In questo impianto si potrebbe localizzare due nuovi impianti: uno per il trattamento della carta e della plastica, uno per il compostaggio della frazione verde della raccolta differenziata (sfalci e potature). La discarica di Novellara cesserebbe quindi la sua funzione nel corso dell’anno 2015.

Il Polo del Trattamento sorgerà a Gavassa con la realizzazione del Tmb, dove confluiranno i rifiuti indifferenziati della Provincia (circa 120 mila tonnellate/anno) e che, in futuro, potrebbe ospitare la delocalizzazione delle attività di gestione dei rifiuti speciali attualmente ubicate a Cavazzoli.

Il Polo dello smaltimento è stato localizzare presso l’attuale discarica a Poiatica di Carpineti. Ad essa perverranno le circa 60 mila tonnellate annue di biostabilizzato e di scarti dello smaltimento derivati dal Tmb. L’ampliamento dell’attuale polo di Carpineti ospiterà dunque un materiale secco ed a minore impatto ambientale (per tipologia e quantità) rispetto al rifiuto tal quale che oggi viene conferito.

Ad integrazione di questi tre poli si dovrà localizzare un quarto impianto per il trattamento della frazione organica del rifiuto solido urbano (Forsu) con produzione energetica di biogas. Con l’introduzione della raccolta domiciliare della frazione organica domestica la quantità di rifiuti organici differenziati, infatti, crescerà fino a raggiungere le 30 mila tonnellate e rendendo necessaria la realizzazione di un impianto dedicato. Ad oggi la frazione organica raccolta in maniera differenziata viene trattata nell’impianto di compostaggio di Carpi, per il futuro si renderà necessario sfruttare la migliore tecnologia a disposizione da integrare al compostaggio in un impianto dedicato.

Nella fase di transizione, saranno utilizzate le discariche di Novellara e Poiatica – autorizzate fino al 2015 – mentre l’impianto di Cavazzoli sarà transitoriamente riconvertito in un compattatore per l’avvio in discarica dei rifiuti indifferenziati, fino a quando non sarà attivato il Tmb.

L’impianto di Tmb a Gavassa

Il nuovo impianto di Tmb sorgerà nell’Area produttiva ecologicamente attrezzata (Apea) individuata dal Ptcp della Provincia e dal Psc del Comune di Reggio Emilia a Gavassa, a nord dell’autostrada. “In questo modo – ha sottolineato l’assessore comunale Ugo Ferrari – non verrà utilizzato suolo agricolo grazie anche alla nuova politica urbanistica che abbatte le rendite fondiarie, rendendo sostenibile economicamente l’investimento in quell’area”. Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, l’assessore Ferrari ha ipotizzato “circa un anno e mezzo per la lunga prassi amministrativa che prevede Conferenza dei servizi, Valutazione d’impatto ambientale e variante urbanistica, e un altro anno e mezzo circa per la realizzazione, in carico a Iren, di un impianto che costerà tra i 50 e i 60 milioni di euro”.

Aumento contenuto del costo di gestione

Sempre l’Assemblea dell’Ato ha definito le politiche per una equilibrata ripartizione dei costi distribuendo in particolare gli investimenti per il porta a porta su tutti i Comuni della provincia, facendo in modo che le innovazioni contenute nel Piano non vengano pagate solo dalle realtà più virtuose. La Provincia di Reggio Emilia si è impegnata a destinare la quota di incremento dell’addizionale provinciale riscossa nel 2012 rispetto al 2011 a beneficio della copertura di parte dei costi di start up dei nuovi servizi. Grazie anche ad un potenziamento dei controlli anti-elusione, è stato previsto un incremento del costo complessivo della gestione dei rifiuti, nel 2012 rispetto al 2011, comunque contenuto entro il 7,5% e destinato a scendere negli anni successivi.
















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