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Il Consiglio comunale carpigiano ripercorre la vicenda del Comparto E1

E’ approdata in Consiglio comunale a Carpi nel corso della seduta del 15 settembre scorso la vicenda del comparto E1, area di circa 300mila metri quadrati situata nella Zona autotrasportatori e destinata a insediamenti produttivi. In questa sede è stata discussa un’interrogazione presentata dal capogruppo della Lega nord Argio Alboresi e un ordine del giorno presentato invece dal consigliere PdL Roberto Benatti. Una convenzione tra immobiliare Finzi e Comune di Carpi, sottoscritta dalle parti nel marzo del 2005, prevedeva che, in cambio della cessione gratuita dei terreni per realizzarvi la rotatoria e il primo tratto della cosiddetta Bretella nord, la società potesse mantenere nel Piano particolareggiato del comparto gli equivalenti diritti edificatori. L’accordo prevedeva che la cessione sarebbe rimasta a titolo gratuito se il Piano fosse stato presentato dagli attuatori privati entro due anni dalla sottoscrizione della convenzione: in alternativa agli attuatori privati si poteva sostituire la stessa amministrazione comunale che avrebbe avuto altri due anni per predisporre un nuovo piano di iniziativa pubblica. Trascorso anche questo termine gli attuatori privati interessati dal passaggio della strada avrebbero avuto diritto a rientrare della somma corrispondente al valore di mercato delle aree edificabili, stimati dal Comune e dal Consiglio comunale nel 2004 in oltre 1 milione e 500mila euro. La società Finzi srl trascorsi i quattro anni ha richiesto l’applicazione dell’accordo in merito al risarcimento, ma ad un valore doppio a quanto stimato dall’amministrazione. Non avendo accettato questo importo l’ente locale, la stessa società si è rivolta al Tar di Bologna, il quale aveva in una prima sentenza imposto al Comune e alla società Finzi di adempiere all’accordo sottoscritto nel 2004, dando tempo 60 giorni per accordarsi, e aveva stabilito come cifra congrua per l’esproprio 1 milione e 151mila euro, fondi che l’ente locale aveva già messi a bilancio. La seconda sentenza, di qualche settimana fa, ha confermato che la Finzi srl non aveva alcun diritto ad ottenere un rimborso doppio come da loro richiesto per l’esproprio.

Alboresi presentando la sua interrogazione ha chiesto conto alla Giunta della classificazione nel Prg di questo comparto, ha domandato come mai la Giunta stessa non avesse usato lo strumento dell’esproprio invece che un accordo con i proprietari dei terreni, perché avesse lasciato cadere i termini per la presentazione di un Piano pubblico, perché invece di cercare un accordo si sia lasciato andare davanti al Tar il contenzioso, i costi in termini di interessi e di spese legali per l’ente locale di questa scelta, e ancora se per la realizzazione di altre opere pubbliche si fosse applicato questo schema di contratto e se ci fossero altri accordi simili per terreni serviti al tracciato della Bretella nord. Roberto Benatti ha poi presentato l’ordine del giorno da lui sottoscritto (che modificava un suo vecchio odg sullo stesso argomento) e che sottolineava alcune circostanze relative a questo esborso da parte del Comune “dovuto alla mancata predisposizione di un Piano particolareggiato pubblico nei termini previsti”, chiedendo altresì se ci fossero responsabilità e negligenze a carico dell’amministrazione e al Comune “di effettuare un’indagine orientata a determinare queste ultime ed esporre quanto accaduto alla magistratura contabile per le verifiche di competenza”.

L’assessore all’Urbanistica Simone Tosi ha spiegato in sede di replica ad Alboresi che “l’area interessata dal comparto E1 consente di insediare interventi misti per garantire una polifunzionalità di usi in alcune zone particolari della città, con la sola esclusione degli usi residenziali ad eccezione dell’alloggio per il custode. Per la realizzazione della strada sono occorsi poi all’incirca 23 mila metri quadrati di terreno. Va precisato che l’accordo per la cessione gratuita anticipata non è stato approvato dalla Giunta comunale, ma proposto da questa al Consiglio comunale. Quest’ultimo nella seduta del 4 novembre 2004 ha approvato a larghissima maggioranza la proposta e il relativo schema di accordo. Le motivazioni dell’approvazione da parte del Consiglio comunale sono riportate in modo preciso nella delibera: ‘considerato che la spesa prevista per l’esproprio relativo a tali aree è preventivabile in 1.151.750 euro, la sottoscrizione del suddetto accordo comporterà il risparmio di tale onere da parte dell’amministrazione, fatta salva l’eventualità di cui all’articolo 5 della bozza di accordo preliminare di cessione gratuita, riguardante l’ipotesi di inattuabilità del Piano particolareggiato di iniziativa privata per ragioni imputabili a sopravvenute modifiche dello strumento urbanistico generale o a sopravvenute disposizioni normative e/o regolamentari in materia, con esclusione pertanto di responsabilità alcuna dei privati proprietari”.

“Era dunque ampiamente prevista la possibilità – ha detto Tosi – che a presentare il Piano fossero sia le proprietà private (attuatori del Piano stesso) che in seconda battuta lo stesso ente locale. Quest’ultimo ha provveduto ad avanzare una proposta progettuale che non ha ottenuto un adeguato sostegno dagli attuatori. La presentazione di un Piano da parte dell’ente locale avrebbe trasformato l’intervento da privato a pubblico, e questo tipo di iniziativa prevede che quelle proprietà non interessate alla realizzazione del piano stesso siano espropriate (un esempio di intervento simile è la Zona autotrasportatori di Fossoli); il che in concreto si sarebbe tradotto nell’acquisto da parte nostra dei terreni e conseguente indennizzo. Gli accordi sottoscritti tra ente locale e attuatori sono stati tutti preventivamente approvati dal Consiglio comunale, quindi non esistono cose che i consiglieri di minoranza non sapessero. Come previsto dalla delibera il costo preventivato per un eventuale esproprio era previsto attorno al milione e 500mila euro per l’intera opera; la parte più importante della strada è passata sulla proprietà della società Finzi srl, per circa 18mila metri quadrati, il che si traduce in termini concreti in un’ipotesi di indennizzo quantificato attorno al milione di euro. La società Finzi srl ha deciso di ricorrere al Tar per farsi indennizzare per un valore doppio. Partendo dal presupposto che un’opera pubblica è passata sulla proprietà privata di qualcuno è giusto che l’ente pubblico indennizzi quest’ultimo, anzi l’abbiamo già fatto: in questo caso non trovando un accordo su quanto economicamente riconoscere uno dei soggetti ha deciso di chiedere parere ad un terzo, il Tar. L’accordo per la cessione gratuita ed anticipata delle aree è stato sottoscritto con tutti gli attuatori del piano interessati al passaggio della strada. Ad oggi l’unico soggetto che ha fatto richiesta di applicazione dell’articolo 5 dell’accordo – ha concluso Tosi – è stata la società Finzi srl”.

In risposta a Benatti l’assessore Tosi ha poi ricordato come la sentenza del Tar “dia ragione alla nostra valutazione dell’indennizzo e non ci sia nessuna sentenza di condanna del Comune, visto che non ci sono state irregolarità e la possibilità fosse già compresa nell’articolo 5 dell’accordo stipulato con Finzi srl; sono state le diverse proprietà a non accettare a maggioranza. Il comparto E1 c’era nel Prg ben prima del passaggio della Bretella e nel 2004 le condizioni economiche differenti da oggi potevano rendere interessanti iniziative destinate a edificare aree produttive in quella zona e quindi i relativi espropri, ora impensabili. Due giudizi del Tar, lo ribadisco, non hanno ravvisato negligenze da parte dell’amministrazione e quindi non c’è stata nessuna inadempienza. Lo stesso declassamento ai fini Ici dell’area è stato chiesto dalla Finzi srl”. Roberto Benatti ha replicato a Tosi sottolineando come nel 2004 in Consiglio si fosse votata una proposta d’accordo che prevedeva un costo zero per il Comune. “Perché negli anni non si sono seguiti gli auspici di questo, prima relativamente a Finzi srl e poi al Comune e ai relativi Piani particolareggiati da presentare? Fateci vedere gli atti che il Comune ha preparato nei due anni in cui poteva presentarlo per capire se l’ente locale ha fatto tutto ciò che doveva per evitare il risarcimento. Se nel 2004 eravate già convinti della cifra da pagare potevate versarla all’epoca risparmiandoci spese legali: altrimenti si può pensare che l’avete fatto apposta….”. L’assessore Tosi ha stigmatizzato le parole di Benatti spiegando che nell’ordine del giorno in discussione egli avesse chiesto altre cose e non queste. “Le spese legali sostenute sono servite a difenderci dalla richiesta di riconoscere due milioni di euro della società Finzi srl: le nostre spese sono a tutela dei cittadini carpigiani”. Benatti ha allora controreplicato dicendo che avrebbe presentato un’interrogazione per avere nuove risposte mentre critiche al modo di portare avanti la discussione da parte del consigliere del PdL sono a seguire venute dai capigruppo di Pd e Idv Davide Dalle Ave e Andrea Bizzarri.

L’ordine del giorno è stato alla fine approvato da PdL e Lega nord, bocciato da Pd, Idv e Lorenzo Paluan (Carpi a 5 stelle-Prc) mentre si sono astenuti Fli e ApC.
















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