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Vicenda Think3 Inc. in fallimento, Frattini risponde a Prantoni

La delicata vicenda dell’interferenza della società americana Versata su Think3 Inc. in fallimento posta recentemente all’attenzione del Governo dalla Provincia a causa delle rilevanti ripercussioni occupazionali sui 150 lavoratori privati del loro posto di lavoro, ha ottenuto l’interessamento del Ministero degli Affari Esteri.

In risposta alla lettera inviata dall’assessore provinciale alle Attività produttive Graziano Prantoni ai ministri degli Affari esteri Franco Frattini e dello Sviluppo economico Paolo Romani, in data 8 agosto il Ministro Frattini scrive a Prantoni e all’assessore regionale alle Attività Produttive, Gian Carlo Muzzarelli, che «le competenti strutture del Ministero hanno preso contatto con il Curatore fallimentare, dottor Andrea Ferri, al fine di identificare congiuntamente efficaci azioni di sostegno da intraprendere per salvaguardare gli interessi della società che si trova sottoposta a concorrenti procedimenti fallimentari in Italia e negli Stati Uniti».

La lettera prosegue informando che «è stata altresì interessata la nostra Ambasciata a Washington, la quale ha prontamente acquisito in loco ulteriori elementi di informazione utili per meglio definire i contorni legali della controversia».

Think3 svolge dal 1979 la sua attività di sviluppo vendita e assistenza software ad alta tecnologia, occupando circa 150 dipendenti nella sede principale di Casalecchio di Reno e in altre 4 filiali.

Negli anni della globalizzazione l’azienda è divenuta una società americana attraverso l’ingresso di ulteriori soci nel capitale sociale, pur rimanendo a Bologna il centro di eccellenza dello sviluppo del software con altissima concentrazione di personale laureato. Dal 2008 è iniziata la crisi economica e finanziaria che si è acuita nel 2010 pregiudicando la continuazione dell’attività.

Nel settembre 2010, Think3 Inc. è stata acquisita da ESW Capital, azienda americana facente capo alla holding Versata.

Prantoni ha espresso la propria soddisfazione per la risposta del Governo, auspicando quanto prima una soluzione positiva della vicenda: «Oltre 150 lavoratori sono stati privati del loro posto di lavoro da manager superficiali e da un competitor straniero che pare essere animato unicamente da un intento predatorio, bypassando le leggi italiane sulla tutela dei lavoratori e dei creditori. E’ quindi necessario intervenire sollecitamente per salvaguardare le importanti risorse umane e tecnologiche dell’azienda e uscire dall’attuale impasse».
















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