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Strage Bologna: giudice Priore, c’è molto da fare per arrivare a verità

”C’e’ ancora molto da fare per arrivare alla verita”’ sulla strage alla stazione di Bologna, del 2 agosto 1980. ”So che la procura di Bologna sta ancora lavorando su uno stralcio che vedeva un’ipotesi completamente diversa sulla matrice della strage”. Lo dice all’Adnkronos Rosario Priore, giudice istruttore di alcuni dei piu’ importanti processi della storia giudiziaria italiana, dall’eversione nera e rossa al caso Moro fino alla strage di Ustica e l’attentato a Giovanni Paolo II.

”Sull’interpretazione che e’ stata data dalle Corti – sottolinea Priore – si e’ formato il giudicato che, come tale, deve essere rispettato. Bisogna pero’ vedere se dopo queste nuove piste, emergano elementi tali da indurre a una revisione del processo. La tesi su cui si stava lavorando alla procura di Bologna -rimarca il magistrato- era quella di un attentato di matrice palestinese, del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FLP), il cui leader per l’Italia era in carcere per la famosa storia dei missili di Ortona”.

”Una storia -sottolinea- per effetto della quale ai palestinesi sembrava che noi avessimo violato il cosiddetto ‘ lodo Modo’, ovvero quel patto che legava l’Italia alle formazioni dell’insorgenza palestinese, autorizzando queste ultime a detenere, stoccare e trasportare sul territorio del nostro Paese armi, munizioni ed esposivo in cambio di una cessazione degli attentati contro cittadini e beni italiani”.

”In questo modo -fa notare Priore- si poteva pensare che fossero invece autorizzati gli attentati contro americani e israeliani. Come successe -ricorda- nel caso dell’uccisione di un americano a bordo della nostra nave ‘Achille Lauro’ e come doveva accadere a danno di un diplomatico israeliano, a carico del quale le Brigate Rosse stavano svolgendo una ‘inchiesta’, preparatoria di un attentato”.

”Vorrei pero’ rammentare -rimarca il giudice Priore- che quel giorno a Bologna era presente Thomas Kram, appartenente alle cellule rivoluzionarie tedesche, legatissime al FLP attraverso Carlos (Ilich Rami’rez Sa’nchez, terrorista venezuelano, che sta scontando una condanna all’ergastolo in Francia, ndr)”.

”Ho fiducia – ribadisce Priore – che la verita’ si trovi anche a distanza di anni. Non e’ vero che il tempo riesca a cancellare tutto. Bastera’ ricordare quanto sta emergnedo sul sequestro di Emanuela Orlandi, ad oltre un quarto di secolo di distanza. Ho fiducia nella magistrura bolognese -conclude- che sicuramente tuttora sta lavorando bene al caso”.

 
















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