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Anche il Sole 24 Ore riconosce la qualità dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia

Con un punteggio di 698,2 l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia si piazza al settimo posto assoluto in Italia tra le 58 università statali ed è seconda in Regione Emilia Romagna dietro il quarto posto ex-aequo ottenuto da Ferrara, che per il primo anno scavalca UNIMORE, ma molto avanti come punteggio rispetto sia al 15esimo posto di Parma ed al 18esimo posto di Bologna.

Modena-Reggio Emilia, dunque, scende dal podio della classifica generale, che puntualmente all’inizio di ogni anno accademico il quotidiano Sole 24 Ore redige per misurare con criteri quanto più possibile obiettivi il valore del sistema universitario italiano, redigendo un ranking della qualità senza alcuna distinzione di popolazione studentesca tra le università ricavato dal confronto fra 10 indicatori: talenti, che considera gli immatricolati 2010/2011 con voto di maturità 100 o 100 con menzione; attrattività, ovvero immatricolati nel 2010/2011 da fuori regione o stranieri; dispersione, cioè quale è la percentuale di mancate iscrizioni al secondo anno nel 2010/2011 delle matricole del’anno prima; inattività, relativo al calcolo percentuale degli iscritti che nel 2010/2011 non hanno ottenuto crediti e quindi non hanno sostenuto esami; laurea nei tempi, ovvero quale è la percentuale di laureati in corso; affollamento, ricavato dal rapporto studenti in corso/docenti pesati, che significa calcolato sulla base del diverso peso assegnato a ordinari, associati e ricercatori; occupati, cioè quanti laureati a tre anni dal titolo lavorano; ricerca/fondi, ovvero la disponibilità nel 2009 per ogni docente di fondi per la ricerca; ricerca/fondi esterni, vale a dire la percentuale di fondi raccolta esternamente da ogni ateneo; ricerca personale, ossia la quota di docenti che nel biennio 2007/2008 hanno partecipato con successo a bandi PRIN – Programmi di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale.

Davanti a UNIMORE si piazzano nell’ordine: Torino Politecnico, Milano Politecnico, Trento, Udine e Ferrara ex-aequo, Venezia IUAV. A parte i due Politecnici, il gap tra chi è sul podio e chi sta fuori si riduce per le prime otto classificate a poche manciate di punti.

“I risultati – spiegano dal Quotidiano economico milanese – sono il frutto di 10 indicatori classici nelle graduatorie annuali, divisi in tre grandi capitoli: la “fama” degli Atenei, in grado di attrarre studenti di alto livello anche da lontano, la loro organizzazione, che permette di evitare dispersione, parcheggi di studenti inattivi e porta il numero maggiore possibile di iscritti alla laurea nei tempi previsti, e l’impegno nella ricerca, che distingue un’università vera da un “diplomificio”. Il mix delle facoltà, che per esempio vede medicina caratterizzata da performance migliori rispetto alle facoltà umanistiche o giurisprudenza, e il territorio in cui è inserito l’Ateneo ovviamente incidono sui risultati finali, che però permettono un confronto puntuale fra realtà in diretta concorrenza”.

METODOLOGIA DELLA RICERCA

L’aggiornamento. Di ogni parametro è stato utilizzato il dato più aggiornato disponibile. Quelli sugli studenti si riferiscono al 2010/2011, sulla ricerca l’orizzonte temporale è il 2007/2009.

Il criterio. Gli Atenei sono messi in graduatoria per ogni indicatore. Al primo classificato vengono assegnati 100 punti, altri un punteggio progressivamente inferiore. Fino a zero. La graduatoria generale è la somma dei punteggi di ogni classifica.

LE PERFORMANCE PARZIALI DI UNIMORE

L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, tuttavia, può consolarsi – si fa per dire – presentandosi alle future matricole con un biglietto da visita comunque impeccabile per quanto riguarda il capitolo “organizzazione”, che l’efficacia della sua didattica in quanto è seconda assoluta in Italia (dietro Padova) per la minor percentuale di studenti inattivi con il 12,7% di studenti che non hanno fatto esami nel corso dell’anno accademico che sta per finire, terza assoluta (dietro Viterbo e Pavia) per numero percentuale di laureati in corso con il 36,2%, e l’ottavo posto nell’indice di dispersione con il 9,2% di matricole che abbandona.

Riguardo al capitolo ricerca l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia è ben posizionata soprattutto grazie al 14esimo posto nella ricerca di rilevante interesse nazionale con il 55,7% di docenti che hanno partecipato con successo ai bandi PRIN ed il 19esimo nella capacità di recuperare fondi da enti esterni.

Gli handicap maggiori, anche riguardo al confronto con gli Atenei dell’Emilia Romagna, derivano dalla sua relativa scarsa “fama”, perché è appena 32esima per numero di studenti che si immatricolano da “fuori regione” o stranieri” e dal 52esimo posto nel rapporto studenti in corso/docenti, che misura si può dire il carico didattico che grava su ogni docente in rapporto al numero di studenti che frequentano i corsi. Ma questo vuole dire anche che i docenti modenesi-reggiano sono molto più impegnati di colleghi dove questo rapporto può risultare più equilibrato.

Dagli altri indicatori emerge che UNIMORE è 19esima per capacità di attrarre talenti col 9,4% di immatricolati che arrivano con un voto di diploma uguale o superiore a 100/100, 15esima per tasso di occupazione dei laureati a tre anni dal conseguimento del titolo (lavora il 75,7%) e 25esima per la disponibilità di fondi per la ricerca su cui può contare ogni docente.

“Abbiamo perso il podio – ammette il Rettore prof. Aldo Tomasi – ma la distanza tra noi ed il terzo è davvero ridotta con appena 15,8 punti di divario, che si contraggono a 7,1 tra noi e Ferrara la quarta. Anche da questa classifica, che a mio parere forse attribuisce troppo peso o considerazione a certi indicatori che andrebbero riletti più attenzione, il nostro Ateneo ne esce complessivamente bene, se non ottimamente. Basti pensare a come perseguiamo la nostra mission di formare futuri professionisti dotati di competenze. La didattica è eccellente e anche riguardo alla ricerca ne usciamo piuttosto bene. Non do personalmente molto peso alla voce talenti o attrattività, perché la fama non ce la possiamo costruire da soli, in quanto ad essa concorrono condizioni diverse come possono essere i collegamenti, la ricettività, l’ospitalità e fruibilità delle città. Sugli indicatori più significativi che riguardano la qualità della didattica e l’attenzione per la ricerca, comunque, l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia compete stabilmente con i migliori Atenei italiani e questo ci fa ritenere oltremodo soddisfatti del risultato. Possono cambiare da una classifica ad un’altra i parametri, ma noi sempre lì tra i primi”.

Contemporaneamente l’altro quotidiano economico “Italia Oggi” anticipa alcuni risultati dell’’indagine che ha condotto sulle facoltà il Censis, completando quel panorama che era stato pubblicato qualche giorno riprendendo il ranking della rivista Campus che sviluppato un’articolata indagine sulle università italiane, assegnando a Modena il 9 posto assoluto ed il sesto tra i medio-grandi atenei (tra 10.000 e 50.000 studenti). Secondo questa anticipazione UNIMORE piazza bene tre facoltà sul podio: terzo posto assoluto in Italia per Agraria, Lettere e Filosofia e Scienze della Formazione.
















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