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Pronto il modernissimo polo tecnologico di radioterapia presso l’Ospedale Ramazzini di Carpi

Il 17 gennaio, l’acceleratore lineare era stato calato nel bunker, oltre due metri sotto il piano campagna. Ora, a circa sei mesi da quella importante giornata, l’involucro – un vero e proprio guscio che protegge la preziosa attrezzatura, i pazienti e gli specialisti che lavoreranno nella nuova struttura – e i locali attigui sono praticamente completati. Mancano oramai solo le ultime rifiniture prima di premere il bottone e dare vita al nuovissimo polo dedicato alle attività radioterapiche, che si inserirà nella rete oncologica provinciale, rafforzandone in modo significativo sia capacità sia qualità della risposta.

A mostrare in anteprima lo stato dell’arte sono stati gli stessi protagonisti dell’intervento in occasione di una visita al cantiere che si è tenuta oggi, venerdì 24 giugno. Ad accogliere gli ospiti c’erano Tonino Zanoli, componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, affiancato da Teresa Pesi, direttore sanitario dell’Ospedale Ramazzini, Fabrizio Artioli, direttore dell’unità operativa di Medicina Oncologica dell’Ospedale Ramazzini. Inoltre, per rispondere alle domande legate alle soluzioni tecniche adottate nella costruzione del bunker e fornire alcune anticipazioni sulle opere d’arte che saranno inserite negli spazi a disposizione, erano presenti il capo cantiere di Cmb Luca Menani e Grazia Russomanno della psiconcologia di Carpi.

Il rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Tonino Zanoli, durante la visita al cantiere ha dichiarato: “Tutelare e garantire un bene, così prezioso, come la salute dei cittadini è, per la Fondazione, di assoluta e tassativa priorità. Portare sul territorio servizi sanitari di altissimo livello è un obiettivo che perseguiamo con ostinazione. Da tempo operiamo infatti per dotare l’ospedale Ramazzini di strutture importanti. La TAC, il Mammografo e il Sistema Diagnostico digitali, il Litotritore e gli interventi nei reparti di Ostetricia, Pediatria, Lungodegenza e nel Day Hospital Oncologico sono solo alcuni esempi a riguardo. Ma nella salute, più che in altri campi, è impensabile abbassare la guardia. Le nuove possibilità offerte dalla scienza medica ci obbligano ad adeguare le risorse terapeutiche del territorio ai più alti standard disponibili, facendoci carico delle difficoltà della sanità pubblica nell’affrontare gli ingenti costi conseguenti”.

Nel suo intervento il Direttore sanitario dell’Ospedale Ramazzini, Teresa Pesi ha evidenziato come la nuova struttura di radioterapia, dotata di una macchina di ultima generazione capace di eseguire trattamenti di alta precisione nel campo delle terapia oncologica, sia parte integrante del progetto di potenziamento della rete Oncologica Provinciale messo in campo dall’Azienda Usl di Modena.

Inoltre, ha aggiunto che: “La nuova sede di radioterapia presso l’ospedale di Carpi, in cui è già presente una “breast unit”, ovvero un’equipe multispecialistica e multidisciplinare per la cura del tumore della mammella, è destinata a diventare un Centro di Riferimento per le patologie oncologiche nell’ambito della Rete Oncologica Provinciale, avvalendosi della stretta collaborazione con l’Unità Operativa di Radioterapia del Policlinico, in particolare, per quanto riguarda l’attività di ricerca e i percorsi diagnostico terapeutici. La nuova sede di radioterapia presso l’ospedale di Carpi assume anche un valore simbolico per la nostra collettività offrendo i migliori trattamenti attualmente disponibili per la cura dei tumori, promuovendo la consapevolezza che qualsiasi terapia è sempre pensata per delle persone, con la loro dignità e umanità”.

Il taglio del nastro e l’ingresso delle prime pazienti avverrà nel mese di settembre, rispettando quindi la tabella di marcia fissata al momento dell’approvazione del progetto. Un risultato che è frutto di una collaborazione corale che mette insieme l’attenzione forte e radicata per il territorio della Fondazione CR Carpi, l’esperienza e la professionalità delle Aziende Sanitarie, Ausl e Policlinico, la vitalità e determinazione del mondo del volontariato e in particolare di Amo di Carpi, la sensibilità per il tema della salute degli amministratori.

IL PROGETTO

Un intervento che rafforza la rete provinciale

Il nuovo Polo Radioterapico contribuirà a definire una Rete Provinciale, con sede centrale nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico secondo il modello “Hub & Spoke”, finalizzata a realizzare percorsi che garantiscano la massima efficacia, efficienza e accessibilità delle prestazioni terapeutiche ai pazienti oncologici. Tale sistema consentirà inoltre l’integrazione delle attività di assistenza, ricerca e didattica tra le aziende sanitarie coinvolte.

Il sistema a Rete vedrà l’integrazione dei professionisti e collegamenti funzionali fra le diverse fasi del percorso e del trattamento: i piani di cura verranno elaborati dal Policlinico per poi essere gestiti, memorizzati e resi disponibili all’Ospedale Ramazzini. Il Ramazzini diventa così un Centro di riferimento per la patologia oncologica nell’ambito della Rete Oncologica Provinciale che vede inoltre la presenza, sempre a Carpi, di una Breast Unit (Unità di Senologia per la diagnosi e terapia del tumore mammario), di una Lung Unit (Unità di diagnosi e terapia del tumore polmonare) a Mirandola e percorsi multidisciplinari per la terapia di diverse neoplasie in stretto rapporto con la Radioterapia di Modena.

Un contenitore su misura

Per ospitare nel migliore dei modi e nel rispetto delle rigorose norme di sicurezza l’acceleratore lineare, è stato necessario realizzare un vero e proprio bunker. Il fabbricato si sviluppa su una superficie totale di circa 1150 mq. Di questi, circa 900 mq al piano interrato, dove avviene tutta l’attività diagnostica e di cura, e 238 mq al piano rialzato, dove sono collocati l’accesso e le zone impiantistiche. L’area destinata al bunker è situata nella zona Sud-Est dell’Ospedale (compresa tra i fabbricati della Terapia Intensiva a Nord e di Radiologia e Pediatria a Ovest). L’edificio avrà due accessi: quello principale, connesso con i due livelli dell’Ospedale, e quello dedicato ai pazienti della Radioterapia. Quest’ultimo si trova sul lato est ed è prossimo al piazzale comodamente raggiungibile in automobile.

La struttura esterna semi-interrata non impatterà sugli edifici esistenti ed esprimerà una architettura sobria capace di coniugare aspetti tecnologici a un disegno complessivo semplice e sereno.

Tra le peculiarità dell’opera merita attenzione la realizzazione di pareti in cemento pieno di 1,5-2 metri di spessore. L’interno è stato progettato all’insegna dell’umanizzazione degli spazi, soprattutto per le zone di transito e attesa del pubblico poste attorno a un patio vetrato e illuminate da lucernari.

L’attuazione del nuovo reparto prevede un Bunker per Terapie Radianti, un fabbricato semi-interrato dotato di un Acceleratore Lineare di ultima generazione (Elekta Sinergy Platform da 6/18 MEV), due ambulatori per le visite, locali di elaborazione e gestione dati, studi per il personale, spogliatoi per il pubblico, spazi di accesso e attesa, locali di supporto e guardiole del personale (secondo le indicazioni dell’Accreditamento Regionale).

L’acceleratore lineare: il cuore del bunker

L’apparecchiatura installata nel nuovo Polo Radioterapico carpigiano presenta caratteristiche tecniche in grado di garantire prestazioni altamente qualificate: il massimo grado di efficacia terapeutica e, parallelamente, il massimo grado di tutela dei tessuti sani circostanti; specifici sistemi per il corretto posizionamento del paziente e relativa immobilizzazione; la verifica geometrica e dosimetrica del trattamento; la copertura totale dei pazienti; l’intercambiabilità delle apparecchiature per garantire massima continuità di cura.

Sulla base degli standard di riferimento per le attività radioterapiche, si prevede che l’Acceleratore Lineare eroghi 40-45 trattamenti al giorno, coprendo il fabbisogno stimato di una popolazione di circa 150.000-200.000 abitanti, tutta l’area Nord della Provincia di Modena.

L’investimento

L’operazione ha raggiunto il valore complessivo di circa 5,5 milioni di euro. Allo stanziamento da 2,5 milioni di euro della Fondazione CR Carpi, che ha dato il via a questa importante iniziativa, si sommano gli impegni dell’Azienda Usl di Modena per 1,7 milioni di euro, del Policlinico di Modena per circa 700 mila euro e dell’Associazione Malati Oncologici di Carpi per circa 500 mila euro comprensivi della realizzazione del progetto esecutivo del nuovo reparto.

I protagonisti che hanno reso possibile l’intervento

La realizzazione del nuovo polo tecnologico di radioterapia è il frutto di un’efficace collaborazione tra Fondazione CR Carpi, Ausl di Modena, Amo di Carpi, Policlinico di Modena e Comune di Carpi sviluppata con l’intento, condiviso, di fornire all’intera area nord della provincia una risposta sanitaria sempre di massimo profilo. La Fondazione CR Carpi – che ha anche assunto l’incarico di coordinare la realizzazione “chiavi in mano” di impianti e dispositivi, evitando alle Aziende Sanitarie provinciali gli iter burocratici che avrebbero dovuto attivare – ha definito in un mese dall’invio delle richieste il tempo per la presentazione delle proposte d’offerta.

 Anche l’arte accoglierà le pazienti

Tantissima tecnologia, specialisti in grado di seguire e assistere le pazienti in ogni momento, ma anche qualcosa in più, utile allo spirito ancor prima che al corpo, che renderà gli ambienti particolarmente accoglienti. Tra le peculiarità che rendono unica la nuova struttura vi è infatti anche un vero e proprio percorso costituito da una serie di opere d’arte che hanno l’acqua come denominatore comune.

A chiedere di dare forma artistica all’acqua sono state alcune ex pazienti che hanno avuto l’opportunità di trasferire il loro sentire e la loro esperienza durante incontri con alcuni degli autori delle opere d’arte. Anche per garantirne l’integrità, le opere realizzate utilizzando le tecniche più svariate – scultura, mosaico, fotografia pittura materica – saranno installate a conclusione dei lavori di rifinitura. I dettagli saranno quindi svelati successivamente. Come anticipazione, che consente comunque di apprezzare l’innovazione delle proposte degli artisti, si può parlare dell’originalissima fontana posizionata nell’area di accoglienza, ai piedi della scala d’ingresso, e dei pannelli fotografici che vestiranno le pareti della stanza che ospita l’acceleratore lineare. Nel primo caso il giovane autore, Davide Dall’Osso, ha previsto l’installazione di tre ballerine, realizzate in policarbonato trasparente con trasparenze che rimandano al ghiaccio e al vetro fuso, che danzano circondate dall’acqua della fontana. Nel secondo, il fotografo Roberto Pagliani, ha realizzato delle fotografie di gocce d’acqua che, stampate su enormi pannelli. rivestiranno l’intera stanza del trattamento.
















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