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Modena: si unanime in consiglio Provinciale ad odg contro il caporalato

Approvare una legge che punisca il caporalato come reato penale e non più con la sola sanzione amministrativa. È questa la richiesta al Governo e ai parlamentari modenesi contenuta nell’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale. Presentato da Cecile Kyenge Kashetu e Fausto Cigni (Pd) che l’ha definito «una proposta né di sinistra né di destrama di naturale giustizia», il documento è stato approvato da tutti i gruppi dopo l’accettazione dell’emendamento proposto da Denis Zavatti (Lega nord) che chiede «un inasprimento della pena anche per chi utilizza e sfrutta immigranti clandestini».

Nel presentare il documento, Cecile Kyenge ha ricordato come la pratica del caporalato sia diffusa in particolare in agricoltura e in edilizia, «coinvolgendo migliaia di lavoratori, soprattutto migranti, ridotti in schiavitù», evidenziando come «questa piaga, nata nelle campagne meridionali, si stia diffondendo anche al nord».

Per Bruno Rinaldi (Pdl) il caporalato è «un fenomeno che sfrutta la miseria e la poca scolarizzazione delle persone e approfitta di quelle più indifese e come tale è da eliminare». Lorenzo Biagi (Lega nord) ha affermato che è una piaga che «si nutre di immigrazione clandestina ma non solo, perché, da indagini recenti, sembra che siano sfruttate anche persone con regolare permesso di soggiorno e perfino cittadini italiani». Per Luca Gozzoli (Pd) il rischio reale è che «si attirino masse di indigenti disposti ad accettare lavori sottopagati che, oltre a essere sfruttati, creino un’emergenza sociale oggettiva. Anche perché spesso il caporalato, qui da noi, viene mascherato con il sistema della cooperativa fittizia» e Mauro Sighinolfi (Pdl), identificando le origini del caporalato sul territorio con le prime migrazioni provenienti dal sud Italia, ha segnalato il sito www.stopcaporalato.it al quale si può aderire per sostenere la campagna di inasprimento della legge.
















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