Una ditta di Zola Predosa, il cui “assetto azionario” avrebbe “recentemente subito modifiche”, nel periodo 2009-2010, non avrebbe “versato i contributi previdenziali dovuti all’INPS e quelli dovuti ai diversi Fondi pensionistici complementari”, pur trattenendo i relativi importi dalle buste paga dei lavoratori.
Lo afferma, in un’interrogazione a risposta immediata in aula, il consigliere regionale Manes Bernardini (lega nord), evidenziando che ai dipendenti non sarebbero neppure state corrisposte le retribuzioni previste, il pacchetto clienti sarebbe “quasi completamente sfumato e solo la Ducati s.p.a. avrebbe mantenuto in essere una commessa” ed infine, in data 8 marzo 2011, sarebbe stata “presentata istanza di fallimento” della ditta “da parte dei lavoratori”.
L’esponente della lega ricorda anche che la Giunta regionale si starebbe impegnando, da mesi, perchè la Ducati “rafforzi la collaborazione con la Regione, il Polo universitario ed i Centri di ricerca per realizzare prodotti competitivi, di altissima qualità e tecnologicamente all’avanguardia”, in modo da “realizzare il prima possibile il piano di espansione, inclusa la nuova sede produttiva a Borgo Panigale, secondo l’accordo di programma firmato a fine aprile 2009 da Regione, Comune e Provincia di Bologna, Ducati Motor Holding SpA e il Consorzio cooperative costruzioni”.
Alla luce di questi dati, il consigliere chiede alla Giunta se la politica industriale intrapresa abbia valutato l’indotto produttivo legato alla Ducati e se anche per questo tipo di aziende si siano considerati strategie e aiuti, anche in relazione al numero di dipendenti.
Bernardini vuole quindi sapere se vi sia l’intenzione di tutelare i lavoratori e di assumere provvedimenti per contrastare lo smantellamento dell’azienda di Zola Predosa e se la Regione intenda farsi promotrice di percorsi che ne garantiscano la sopravvivenza, come per esempio la trasformazione della società in cooperativa, con il coinvolgimento volontario dei lavoratori dipendenti.
