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Aquila reale, la ricerca nel Parco del Frignano

Sono cinque le coppie di aquila reale che frequentano con una certa regolarità i cieli dell’Appennino modenese, ma solo una di queste nidifica stabilmente, le altre hanno scelto zone limitrofe nel bolognese e in Toscana. Tutte le informazioni sulla presenza dell’aquila e di altri rapaci nell’Appennino modenese sono contenute in una pubblicazione del Parco del Frignano realizzata con il contributo del gruppo Barchemicals nell’ambito del Fondo verde, lo strumento promosso dalla Provincia di Modena, in collaborazione con la Fondazione Cassa di risparmio di Modena, con l’obiettivo di far arrivare risorse private per progetti che di solito vengono finanziati esclusivamente con fondi pubblici.

«Con il Fondo verde – spiega Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – le imprese contribuiscono alla tutela ambientale, associando marchio e immagine a progetti di sviluppo dei parchi e di ricerca. I fondi messi a disposizione dalle imprese, inoltre, si sommano al milione di euro finanziati dalla Fondazione in tre anni oltre alle risorse della Provincia per i programmi di sviluppo dei Parchi».

L’indagine sulle aquile, partita nel 2004 sulla base di un progetto regionale, è stata effettuata dal servizio di vigilanza del Parco, da volontari e da tecnici della Provincia di Modena.

Attraverso lo studio discreto dei movimenti e delle abitudini di questi splendi rapaci, è stato possibile verificare che negli ultimi due anni non c’è stata riproduzione, anche a causa di una frana che, come osservato dai rilevatori, nel 2009 ha schiacciato le uova; è andata meglio però nel 2007 e nel 2008. Una coppia stabile è presente nel modenese fin dal 1987 con successive sostituzioni sia del maschio che della femmina. Da allora i piccoli nati sono stati 14.

Nella ricerca – disponibile gratuitamente nella sede del Parco del Frignano a Pievepelago e all’assessorato provinciale Ambiente (via Barozzi 340 a Modena) – si fa il punto anche sulla presenza in Appennino di altri rapaci (falconiformi). Sono 15 le specie osservate tra cui il falco pecchiaiolo, lo sparviere, l’astore, la poiana, il gheppio, il lodolaio e il falco pellegrino presente nel Parco del Frignano con tre coppie.

A “CACCIA” CON IL BINOCOLO, GLI ITINERARI E I CONSIGLI

Nella pubblicazione del Parco del Frignano vengono forniti tutti i consigli utili su come avvistare aquile e rapaci nell’Appennino modenese a partire da alcuni itinerari di alta montagna.

Tra le regole base del birdwatching, si legge nella pubblicazione, spicca l’attenzione a non disturbare gli animali, la pazienza (la “caccia” all’aquila comporta lunghi spostamenti e attenzione soprattutto ai punti di eventuale posa) e il silenzio visto che questo rapace è molto sensibile e nota il minimo spostamento a terra anche a notevole distanza.

Per avere una qualche possibilità di successo occorre innanzitutto raggiungere un buon punto di osservazione, meglio una zona di crinale, con un binocolo o un cannocchiale.

Tra gli itinerari di trekking consigliati dagli esperti figurano l’anello lungo una decina di chilometri che parte dalla frazione di Bellagamba a Fiumalbo per raggiungere il monte Lagoni, poi il Libro aperto, tra praterie e splendidi scenari, e quello nei dintorni di Capanna Tassone a Fanano fino a raggiungere Cima Tauffi.

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