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In anteprima nazionale Alberto Angela presenta a Sassuolo il suo nuovo libro

Uscirà in libreria solamente giovedì 9 dicembre ma sabato 11, alle ore 10,30 presso l’Aula magna del Polo Scolastico di via Nievo, Alberto Angela sarà a Sassuolo a presentare il suo ultimo libro dal titolo “Impero. Viaggio nell’Impero di Roma seguendo una moneta” (un sesterzio) (Mondadori Editore).

La presentazione, particolarmente riservata agli studenti delle scuole superiori sassolesi, rientra nel ciclo degli “Incontri con l’Autore”, organizzati dal Comune di Sassuolo ed Sgp, con l’organizzazione e il coordinamento di Roberto Armenia e il contributo di Lapam Federimpresa.

Alberto Angela racconta il suo viaggio attraverso l’Impero di Roma, viaggio che parte un mercoledì del 115 d.C (cioè il giorno dopo il martedì ricostruito e raccontato, con successo, nel precedente libro “Una giornata nell’antica Roma”), cioè 1895 anni fa, viaggio che si conclude quasi tre anni dopo, nel 117 d.c. e ci conduce per mano attraverso tutti i territori dell’Impero di Roma (anche Modena è presente con il decalogo del playboy, del “latin lover” ante-litteram) facendoci conoscere i fatti, i personaggi, la vita quotidiana e le caratteristiche di ogni città e località, mostrandoci le tantissime affinità che legano il nostro mondo con quello di 1895 anni fa.

“Il primo libro, come sottolinea il titolo – ha dichiarato Alberto Angela a Roberto Armenia – è un viaggio nell’antica Roma e si svolge in un martedì del 115 d.C. Questo nuovo libro, comincia la mattina seguente, cioè un mercoledì del 115 d.C. Ti alzi e parti per un lungo viaggio attraverso l’Impero di Roma, viaggio che si sviluppa per quasi tre anni, dal 115 al 117 d.C.E’ il libro che avrei voluto leggere e non ho mai trovato.”

Alberto Angela si è documentato per 16 anni nei suoi vari viaggi di lavoro, “incontrando e intervistando archeologi, funzionari e dirigenti dei vari Ministeri, delle Soprintendenze dei vari Paesi, docenti e studiosi di tutto il mondo. Per la storia della moneta, del sesterzio che, attraverso i suoi vari passaggi, ci conduce-accompagna in questo variegato viaggio, ho trascorso due settimane con una delle maggiori esperte di numismatica, la prof.ssa Patrizia Calabria. Poi, ho lavorato sodo, per quasi tre anni, documentandomi con libri già pubblicati e leggendo tutti i testi dei classici, da Tito Livio a Seneca, da Ennio a Cicerone, a Galeno, Giovenale, Marziale, Omero, Orazio, Petronio, Plinio il Vecchio, Svetonio, Virgilio, Vitruvio. Negli ultimi tre mesi, ho scritto il libro, divertendomi molto, con l’obiettivo di fare divertire e interessare, soprattutto, i lettori. Anche per la stesura definitiva, ho voluto essere confortato nel rigore scientifico. Mi sono rivolto ai massimi esperti di storia e archeologia come Romolo Augusto Stacciali, Jerome Carcopino, Antonio De Simone, Carlo Tavolini. La stessa casa editrice, la Mondadori, su mia espressa richiesta, ha sottoposto il testo ai suoi redattori e ai suoi più credibili e affidabili referenti, tutti esperti e studiosi di storia, di quella romana in particolare”.

L’Autore ha usato la stessa tecnica narrativa del precedente libro su Roma, ma è ancora di più improntata alla narrativa rispetto al primo. Per cui non è un saggio, anche se ne ha il rigore scientifico, non è un romanzo tradizionale. E’ una narrazione nuova, con una scrittura visiva, che vuole conquistare e coinvolgere, divertire il lettore. “Qui la penna si trasforma in telecamera e con immagini televisive “sei in mezzo alla gente” Realmente vedi e respiri i profumi, le atmosfere, senti anche le urla della gente che soffre e le risate di gioia di chi si diverte. Sei dentro la storia. Ma non mi è bastato. Ho voluto aggiungere una cosa in più, uno stratagemma: ho voluto guidare il lettore attraverso questo viaggio nell’Impero di Roma seguendo una moneta, un sesterzio, che passa di mano in mano”.

Così il lettore viaggia e scopre i luoghi, le genti, le loro tradizioni. Ogni luogo consente di capire un aspetto diverso dell’Impero, che non era razzista né militarista (era una civiltà pacifica), aveva una visione moderna, globale del mondo anche nel combattere e soggiogare i suoi nemici.

Per esempio, in “Germania vedi i combattimenti tra le Legioni romane e i Barbari e capisci –vedi come erano armati, quali strategie seguivano- ; in Nord Africa si parla dell’integrazione, si capisce che i romani non erano razzisti; ad Antiochia si parla di giurisprudenza, delle leggi. Si acquisisce che la legge era sovrana allora. Tutti i cittadini di Roma e dell’Impero la seguivano, la rispettavano. Anche senza dovere ricorrere alle armi, alle imposizioni. Dagli scavi di Ercolano, si vede che un solo morto era armato. Era un soldato. Tutti gli altri non avevano bisogno di armi perché era una civiltà pacifica, non razzista, il potere era talmente forte e temuto-rispettato, che i cittadini rispettavano le regole, le leggi.

A Roma incontriamo la magia (proprio il primo dei 22 capitoli si apre con una giovane donna romana che va dalla maga per chiedere la sparizione dalla circolazione del marito), con riti simili a quelli voodoo, possiamo conoscere e apprezzare il sistema viario ed essere coinvolti e partecipare ai ricchi, famosi banchetti di festa, così come alle corse dei cavalli tipo Ben Hur, con le scommesse e le liti, corse dove tutto era permesso, come avviene, oggi, per il Palio di Siena. E c’erano ben 14 diverse pomate, per lenire i dolori e rimarginare le ferite degli aurighi. Ma possiamo incontrare anche gli scandali e le corruzioni, che ci riportano ai nostri giorni (non è cambiato nulla). L’Impero di Roma aveva capito che per ottenere tranquilla la popolazione doveva offrire una serie di servizi e beni primari , come il pane, il grano, poi l’olio, a titolo gratuito ed altri beni-servizi, come le Terme e anche le prostitute, a prezzi irrisori (una prostituta costava come un bicchiere di vino). A Milano conosciamo il mondo femminile, la condizione delle donne: ci si sposava meno di oggi, si facevano pochi figli (infatti, uno dei problemi, anche allora, era quello connesso alla crisi della natalità), con estrema facilità si poteva divorziare. A Reggio Emilia conosciamo e ci divertiamo con l’ironia, l’umorismo, con decine e decine di barzellette irridenti e divertenti. A Rimini, nella “casa del chirurgo”, assistiamo a un’operazione chirurgica e vediamo quale era il livello, lo stato della sanità, allora. A Modena, attraverso la descrizione di un ufficiale che cerca di circuire la moglie di un grosso proprietario, conosciamo il decalogo di Ovidio ed entriamo appieno nel mondo dei dongiovanni, dei latin lover di allora, con le tecniche valide ancora oggi”.
















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