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Appennino: bilancio della stagione estiva

“Una sostanziale tenuta, in cui non sono mancati anche concreti segnali di risalita”. Contrariamente alle aspettative la stagione estiva 2010 per l’Appennino modenese si chiude con qualche ‘squarcio’ di sereno in più, anche se la cautela è d’obbligo per Confesercenti Modena. L’incremento seppur lieve delle presenze in agosto, sostenuto anche dall’incoraggiante partenza dei mesi precedenti, sono prima di tutto motivo di riflessione per Daniele Cavazza, responsabile del settore Turismo di Confesercenti Modena e Paolo Lutti, presidente di Confesercenti Pavullo. “Un dato su cui hanno sicuramente influito i prezzi, rimasti invariati rispetto allo scorso anno e anzi leggermente inferiori nella media se si considera una maggiore incidenza delle promozioni – dicono – ma che al tempo stesso mostra anche le potenzialità del nostro territorio appenninico, in chiave turistica e della sua capacità attrattiva. Un dato soprattutto da cui partire per pianificare interventi mirati anche di tipo strutturale così da rendere più appetibile il prodotto ‘Appennino modenese’ anche in estate e promuoverlo in modo efficace ed adeguato”.         

Si presentava come una scommessa la stagione turistica estiva 2010. La crisi economica, la flessione nell’estate 2009, l’inverno un po’ in affanno e da ultimo la chiusura della strada provinciale nei pressi di Riolunato, che ha causato non pochi problemi, non hanno compromesso però l’andamento della stagione. Dal bilancio tracciato da Confesercenti Modena, nonostante qualche giorno di maltempo in corrispondenza dei tipici periodi vacanzieri, emerge che l’affluenza turistica in montagna a giugno e luglio ha tenuto, segnando ad agosto anche un leggero incremento delle presenze. Ha contribuito al raggiungimento di questo risultato la competitività dei prezzi di soggiorno, invariati dallo scorso anno se non in calo in alcuni casi, ma anche l’offerta di quelle località, legate ad eventi sportivi: dal ritiro di compagini agonistiche ai campus estivi rivolti ai ragazzi, segno di una peculiare vocazione del territorio, su cui puntare e da valorizzare ulteriormente.

Si è ridotto di poco il tempo di permanenza attestandosi per le persone anziane – che insieme alla famiglie sono stati i maggiori frequentatori della montagna – soprattutto intorno ai 7-10 giorni. In aumento invece il gradimento per fine settimana, week-end lunghi e pacchetti speciali che, a prezzi particolarmente competitivi, hanno offerto ai turisti una ricca gamma di servizi, secondo la formula del tutto compreso. Formula, che ha riscontrato successo anche nei giorni infrasettimanali e molto apprezzata da famiglie giovani, coppie e giovani in generale (sebbene pochi ancora), attenti al rapporto qualità/prezzo e alla facile raggiungibilità delle località. C’è stato inoltre un incremento dell’escursionismo, specie nei fine settimana i cui buoni risvolti anche se contenuti non hanno mancato di farsi sentire in bar e ristoranti. Segnali che, se raffrontati con l’estate scorsa, rappresentano una concreta boccata d’ossigeno.

Il tipo di clientela che sceglie l’Appennino modenese arriva per metà dalla provincia di Modena e per l’altra metà dalla Toscana – le zone di Pistoia e Lucca in testa – con punte anche del 70% nelle località di confine. Tra le dolenti note dell’estate 2010, i pochi stranieri e la viabilità non proprio all’altezza del territorio, la chiusura della strada provinciale nei pressi di Riolunato causa frana e i conseguenti lavori di risistemazione hanno infatti pesato negativamente sull’indotto della zona compreso anche il territorio di Pievepelago.   

Decisamente meglio invece le cose per il settore del turismo che punta a valorizzare l’enogastronomia e i prodotti tipici del territorio. Piace sempre di più il soggiorno turistico che mira a far conoscere i prodotti tipici modenesi. La formula preferita quella dello “short break”, un “mordi e fuggi” di uno o due giorni, generalmente il fine settimana, prolungato a volte di qualche giorno in più. Il tipo di clientela preferisce informarsi prima su internet; ha una provenienza extraprovinciale, soprattutto da regioni come il Veneto e la Lombardia, mentre sono in aumento gli stranieri provenienti soprattutto dal Nord Europa.  Molto graditi anche i pacchetti benessere che, oltre ad attirare un tipo di turismo da province e regioni limitrofe riscontra, anche in questo caso grazie al preziosi vantaggi offerti dal rapporto qualità prezzo, apprezzamenti favorevoli anche tra la clientela straniera

“L’esito della stagione – fanno sapere Daniele Cavazza e Paolo Lutti premia in primo luogo chi nonostante la crisi, ha effettuato investimenti mirati e orientati verso un’offerta commerciale specializzata e qualitativamente elevata. Se da un lato gli operatori s’impegnano a mantenere inalterati i prezzi ed a effettuare offerte convenienti per venire incontro alla clientela, dall’altro subiscono però un continuo aumento dei costi di gestione dell’attività. Il potenziale turistico dell’Appennino è notevole e va promosso con ancora più efficacia di quanto è stato fatto fino ad oggi. È opportuno quindi un’attenzione maggiore ai problemi delle piccole medie imprese turistiche, incrementando gli investimenti in questo settore che, non dimentichiamo, produce una quota di PIL molto maggiore rispetto alla scarsità di risorse ad esso dedicate. Per questo accanto all’iniziativa del singolo serve una strategia turistica coordinata e congiunta in grado di aumentarne l’attrattività. Opportuno quindi concentrarsi di più su alcuni fattori infrastrutturali come la qualità del territorio, la salvaguardia dell’ambiente, la riqualificazione di una parte delle strutture ricettive, la viabilità, i trasporti e la raggiungibilità delle destinazioni, unitamente ad una più stretta integrazione tra i vari prodotti ed eccellenze tipiche e con un potenziamento della promo commercializzazione attraverso internet. Tutti fattori essenziali per conquistare nuove quote di domanda turistica. Il turismo, dal momento in cui un numero sempre maggiore di imprese produce ed offre servizi collegati direttamente o indirettamente ad esso rappresenta una grande risorsa, che certamente può contribuire al rilancio concreto dell’economia modenese”.
















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