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Protocollo d’intesa tra Università e Confindustria Modena

Conoscenza e innovazione sono due elementi prioritari per la competitività e l’internazionalizzazione delle attività produttive del territorio. Partendo da questa convinzione, Confindustria Modena e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia hanno deciso di rendere ancora più stretti i loro rapporti, con l’obiettivo di offrire alle aziende associate occasioni importanti di crescita e sviluppo.

Oggi, mercoledì 31 marzo, presso la Sala Giunta di Confindustria Modena, il presidente degli industriali modenesi Pietro Ferrari e il rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia Aldo Tomasi hanno firmato un protocollo d’intesa in cui si definiscono rapporti di collaborazione e impegno sinergico tra il sistema universitario e quello imprenditoriale, con particolare attenzione alla ricerca e alla formazione di alto livello.

Tra gli obiettivi della convenzione vi sono una più stretta cooperazione tra università e mondo imprenditoriale, una maggiore apertura al cambiamento, la creazione di condizioni per favorire l’innovazione e la creatività anche tramite incentivi alla formazione di imprese basate sulla conoscenza, lo sviluppo di nuove competenze e la diffusione di una cultura imprenditoriale, ispirata da un atteggiamento positivo verso il rischio e dalla capacità di innovare.

Alla firma del protocollo hanno partecipato anche il prof. Giuseppe Cantore, preside della Facoltà di Ingegneria, il prof. Eugenio Caperchione, preside della Facoltà di Economia Marco Biagi, e il prof. Sergio Ferrari, preside della Facoltà di Bioscienze e Biotecnologie, a dimostrazione dell’importanza che questo accordo riveste per le tante e diverse discipline che vengono proposte dall’ateneo.

«La collaborazione tra Confindustria Modena e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia è di lunghissima data», ha ricordato il presidente Pietro Ferrari. «Abbiamo spesso operato insieme per diffondere nel nostro tessuto industriale temi quali ricerca, trasferimento tecnologico e formazione di alto livello. Oggi, con la firma di questo protocollo d’intesa, facciamo un ulteriore passo: la sinergia si struttura e si dota di un sistema di regole condivise, con cui diamo alla collaborazione gli strumenti operativi per perseguire e realizzare obiettivi concreti. Ad esempio, l’ateneo informerà la nostra associazione circa gli argomenti delle tesi di laurea che saranno discusse nelle varie sessioni; al contempo, Confindustria Modena promuoverà presso le imprese associate il dottorato di ricerca, evidenziandone le opportunità». «Complessivamente», conclude Ferrari, «si tratta di un pacchetto di iniziative che permetterà al nostro sistema produttivo, attraverso la ricerca e l’alta formazione, di avere strumenti migliori e originali per vincere la battaglia della competizione internazionale. Per riassumere quanto realizzato stamattina, potremmo dire l’Università e le nostre imprese stanno costruendo insieme la strada giusta per dotare le attività produttive del territorio di strumenti prioritari quali conoscenza e innovazione».

«Con questo protocollo, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Confindustria Modena compiono un deciso passo avanti verso la definizione di una collaborazione che diviene organica e strategica per entrambi», commenta il rettore Aldo Tomasi. «Si supera l’idea di intese con un orizzonte limitato nel tempo e finalizzata a singoli ambiti di interesse per dare vita a un patto che radica la presenza dell’Ateneo quale partner per il sistema delle imprese modenesi e che consente al mondo imprenditoriale di partecipare e condividere decisioni che intervengo anche sui percorsi formativi accademici. Di questo trarranno beneficio tanto gli studenti quanto i dottorandi e i ricercatori, i quali avranno, da un lato, la possibilità di promuoversi meglio e, dall’altro, di indirizzare i propri interessi di studio verso la costruzione di professionalità, competenze e applicazioni scientifiche o tecnologiche definite insieme alle imprese e a servizio delle esigenze del territorio per accrescerne gli elementi di innovazione e competitività». «Nel pensare ai termini di questa collaborazione», conclude Tomasi, «siamo stati mossi dalla reciproca consapevolezza che solo un più intenso scambio e dialogo tra imprese e Università possono accelerare la fuoriuscita dalla crisi e che abbiamo la responsabilità di dare prospettive più sicure ai giovani che si applicano con impegno nello studio e nella ricerca».
















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