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La commissione tecnica sul deposito gas di Rivara

depositogas«La valutazione di impatto ambientale non può che essere negativa». E’ questa la conclusione a cui è arrivata la commissione di esperti voluta dalla Provincia di Modena e dall’Unione dei Comuni dell’Area nord per esprimere un parere sul nuovo progetto della Independent Gas Management (ora associata a Erg Italia) per la realizzazione di un deposito di gas sotterraneo a Rivara. Il giudizio è espresso analizzando innanzitutto la documentazione integrativa allo studio di impatto ambientale del progetto che per gli esperti «ha messo in evidenza l’insufficiente approfondimento e la lacunosa rappresentazione di tematiche determinanti per la formulazione di un giudizio di compatibilità ambientale pienamente consapevole».

La relazione della commissione (sei tecnici più un avvocato) è stata presentata mercoledì 28 ottobre alla Giunta della Provincia alla commissione consiliare. «Un giudizio netto – commentano Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente, e Alberto Silvestri, sindaco di S.Felice sul Panaro in rappresentanza dell’Unione dei Comuni dell’Area nord – ancora più netto di quello espresso sul progetto precedente nel 2007, probabilmente per le maggiori conoscenze ora disponibili sulla materia e per la presenza in questa commissione di più competenze specifiche rispetto alla precedente. La relazione confuta tutte le tesi che miravano a offrire garanzie in termini di sicurezza, garanzie che per la commissione non ci sono. Il progetto, quindi, è impraticabile».

I componenti della commissione sono i professori Doriano Castaldini (geomorfologo), Ezio Mesini e Francesca Verga (entrambi esperti di ingegneria dei giacimenti di idrocarburi), Francesco Mulargia (previsione dei terremoti e rischio sismico), Marco Mucciarelli (sismologo), il geologo Antonio Scaglioni e l’avvocato Anna Maria Vandelli. Il coordinamento della commissione è affidato a Alberto Pedrazzi, dirigente del servizio Impatto ambientale della Provincia di Modena.

Il progetto rappresenta un’integrazione di quello presentato nel 2007, come richiesto dalla commissione per la Valutazione dell’impatto ambientale (Via) del ministero dell’Ambiente. Il parere della commissione fa parte del percorso relativo alla Via di competenza del ministero dell’Ambiente con il coinvolgimento, nella conferenza dei servizi, della Regione che a sua volta ha chiesto, appunto, il parere degli enti locali interessati.

La relazione: “irrisolte le criticità del progetto”

Per la commissione tecnica sul progetto di deposito di gas a Rivara rimangono «del tutto irrisolte le numerose e rilevanti criticità sinteticamente descritte nel presente elaborato». Lo si afferma nelle conclusione dopo aver preso atto che l’originario progetto del 2006 «è stato integrato per ben due volte», nel giugno 2007 e nell’agosto 2009.

Nella relazione si sottolinea che «gli estensori della documentazione presentata affermano esplicitamente che risposte più precise ed attendibili alle diverse incognite che ancora gravano sul progetto possono essere fornite solo eseguendo ulteriori ricerche sperimentali che vengono rimandate a successive fasi di accertamento o addirittura ad operazioni da eseguire ad opera realizzata».

Per la commissione, quindi, «di fronte ad uno scenario di questo tipo è indispensabile chiedersi come sia possibile tentare di effettuare una valutazione pienamente consapevole della proposta presentata. L’analisi puntualmente eseguita sulle varie tematiche progettuali – si legge nel documento – ha messo in evidenza la grave indeterminazione di rilevanti aspetti inerenti alla conformazione geologica del sito, se non addirittura la contraddittorietà delle affermazioni contenute nei documenti di progetto se confrontate con le evidenze, ormai consolidate, riportate nella letteratura che descrive lo stato geofisico e geochimico del sottosuolo interessato».

In particolare, per gli esperti, risultano tuttora privi di adeguata dimostrazione diversi elementi tra cui la resistenza e impermeabilità della roccia di copertura, che dovrebbe costituire la barriera di contenimento del gas; la presenza e le caratteristiche del sistema di faglie che interessano il complesso strutturale, all’interno del quale si propone l’opera; il grado di porosità e fratturazione della roccia serbatoio, anche in relazione alla effettiva capacità del serbatoio stesso; l’attendibilità delle “analisi costi – benefici” in relazione alle gravi incertezze legate agli elementi di cui ai punti precedenti.

Permane, inoltre, per la commissione tecnica «il determinante grado di consapevolezza che emerge dalle elaborazioni progressivamente compiute per quanto riguarda le condizioni di criticità derivanti dalla presenza, nell’area interessata dal progetto, di strutture sismotettoniche attive, che rendono di fatto impraticabile la ipotesi di realizzazione di un’opera come quella proposta».
















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