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Cinquantatré milioni di euro dalla Regione alla ricerca in sanità

sanitaLa Giunta regionale ha programmato lo stanziamento di circa 53 milioni di euro per sostenere, nel prossimo triennio, programmi di ricerca che supportino i processi di innovazione tecnologica, clinica ed organizzativa nei contesti delle Aziende sanitarie. Con la stessa delibera, la Giunta ha anche fornito indicazioni per migliorare ulteriormente la capacità di gestire la funzione di ricerca e innovazione come attività istituzionale al pari di quella assistenziale, e per realizzare una rete organizzativa regionale dedicata, che veda la partecipazione di tutte le articolazioni del Servizio sanitario: le Aziende Ospedaliero-Universitarie, le Aziende Usl, la progettata rete degli IRCCS (che include, oltre al Rizzoli di Bologna, anche gli altri centri di riferimento – Polo delle scienze neurologiche presso l’AUSL di Bologna, Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori di Meldola, Istituto tecnologie avanzate e modelli assistenziali in oncologia, presso l’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia – centri per i quali è in corso l’iter per la trasformazione in IRCCS).

“Una scelta per migliorare la qualità dell’assistenza – ha spiegato l’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Giovanni Bissoni -. In questi anni abbiamo realizzato esperienze positive e possiamo confermare la scelta strategica di investire nella ricerca come volano di quello sviluppo di cui i servizi hanno bisogno per mantenere e migliorare la qualità dell’assistenza, rafforzando la capacità di orientarla verso tematiche rilevanti per i pazienti e gli operatori, così come abbiamo previsto nel Piano sociale e sanitario 2008-2010”.

Sono quattro i programmi finanziati: programma Regione-Università, Programma ricerca e innovazione Emilia-Romagna (Pri-er), programma del Fondo regionale per la modernizzazione, programma per la realizzazione e lo sviluppo della progettata rete degli Irccs e dei Centri di riferimento.

Il programma Regione-Università, realizzato sulla base di uno specifico protocollo siglato con le quattro Università dell’Emilia-Romagna, ha già attivato nel corso del triennio scorso 64 progetti di ricerca, su temi che includono la medicina rigenerativa, le neuroscienze, l’oncologia, la diagnostica avanzata, la valutazione di costo-efficacia di tecnologie innovative. Potrà continuare a contare su un contributo della Regione pari a 10 milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni. E’ dedicato allo sviluppo di progetti di ricerca proposti dalle Aziende Ospedaliero-Universitarie (Bologna, Modena, Parma, Ferrara) e dalle altre strutture sedi della collaborazione tra Servizio sanitario regionale ed Università, alla realizzazione dei quali concorrono le Aziende Usl.

Il Programma ricerca e innovazione Emilia-Romagna (Pri-er), coinvolge tutte le Aziende sanitarie e l’Irccs Rizzoli. Dal 2004, anno del suo avvio, ha sviluppato la sua attività attraverso il coinvolgimento di gruppi multidisciplinari e multi professionali di operatori, occupandosi, tra l’altro, della innovazione nell’ambito dei trattamenti radioterapici in oncologia, della assistenza ai pazienti con ictus, degli stent a rilascio di farmaco in cardiologia, di tecnologie diagnostiche di rilievo (quali la PET in campo oncologico e la TAC multistrato in cardiologia), degli interventi per la riduzione della mortalità da sepsi e della adozione di modelli assistenziali innovativi nelle terapie intensive regionali. Il contributo della Regione nel prossimo triennio è pari a 250mila euro annui. Questo programma continuerà, come in passato, ad avvalersi anche della collaborazione dell’industria del settore farmaceutico e biomedicale – che condivide e sottoscrive gli obiettivi fissati dalla Regione -, sia in termini di sostegno economico ai progetti, sia nello sviluppo di iniziative finalizzate alla precoce individuazione di rilevanti innovazioni tecnologiche.

Il programma del Fondo regionale per la modernizzazione è dedicato a programmi proposti dalle Aziende Usl, dedicati principalmente al tema della innovazione clinica ed organizzativa ed alla cui realizzazione partecipano Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliero-Universitarie, Irccs. Il contributo della Regione è pari a 2 milioni e 400mila euro/anno per il triennio.

Il programma per la realizzazione e lo sviluppo della progettata rete degli Irccs è finalizzato a sviluppare le infrastrutture necessarie alla funzione di ricerca e innovazione ( personale e tecnologie); può contare su 5 milioni di euro all’anno per tre anni.

L’insieme di queste iniziative disegna un quadro che mette il Servizio sanitario regionale in condizione di declinare il tema della innovazione su tutti gli aspetti rilevanti per i cittadini e per gli operatori, spaziando dalla ricerca clinica più avanzata (come ad esempio nel campo della medicina rigenerativa), agli ambiti dove l’innovazione necessaria si concretizza non tanto in nuove tecnologie, quanto nella ricerca di nuove modalità di organizzazione dei servizi che abbiano effetti, valutati, sulla qualità dell’assistenza.

A questo significativo ulteriore avanzamento della capacità di fare ricerca corrisponde un altrettanto significativo rafforzamento della capacità di indirizzare positivamente le iniziative progettuali affinchè la loro conduzione sia orientata a soddisfare le effettive esigenze di sviluppo delle singole Aziende e del Sistema sanitario regionale nel suo insieme.

Per questo è prevista la costituzione di un Comitato regionale di indirizzo per la ricerca e l’innovazione, che mantenga la necessaria armonizzazione tra le diverse iniziative e ne verifichi puntualmente la coerenza con le strategie di sviluppo dei servizi. A livello aziendale viene sottolineata la rilevanza del ruolo del Collegio di direzione quali organo aziendale all’interno del quale si esprime la partecipazione dei professionisti allo sviluppo strategico delle rispettive Aziende, anche indirizzandone le scelte di innovazione tecnologica ed clinico-organizzativa.

I Collegi di direzione trovano nell’Osservatorio regionale per l’innovazione, coordinato dalla Agenzia sanitaria e sociale, il contesto in cui le opzioni innovative espresse dalle singole Aziende sanitarie possono essere sostenute ed indirizzate a beneficio dell’intero sistema regionale.

Infine, un Comitato etico regionale sarà istituito per presidiare l’integrità della ricerca a tutela dei cittadini e degli stessi ricercatori, per sostenere il Servizio sanitario nell’affrontare, anche sotto il profilo etico, le implicazioni che spesso conseguono ai processi di cambiamento che attraversano costantemente il mondo della sanità.
















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