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Modena difende il diritto alla salute degli stranieri

“L’Amministrazione comunale di Modena farà tutto il possibile per ricorrere con ogni strumento utile contro la norma che di fatto obbligherà i medici e gli operatori sanitari a denunciare gli stranieri clandestini che si presentano per ricevere cure. Mi auguro però che i numerosi appelli della società civile portino a modificare questa normativa, che è contraria al giuramento di Ippocrate, alla Costituzione italiana e alla Dichiarazione internazionale dei diritti dell’uomo”. Lo ha detto l’assessore alle Politiche per la salute del Comune di Modena, Simona Arletti, rispondendo in Consiglio comunale alle due interrogazioni dei consiglieri Pd Achille Caropreso e Teodoro Vetrugno, trasformate poi in interpellanze per consentire il dibattito consiliare.

Nella sua interrogazione, Achille Caropreso aveva chiesto lumi all’assessore sulle conseguenze della legge, già approvata al Senato e in discussione alla Camera dei deputati. “Anche a Modena – ha chiesto Caropreso – i medici potranno denunciare i clandestini?”. Vetrugno ha sottolineato: “la salute è un diritto dell’individuo e non del cittadino. Perfino nella legge Bossi-Fini la possibilità di denuncia degli extracomunitari clandestini era stata stralciata”.
L’assessore Arletti ha precisato: “sono rimasta sbigottita dall’approvazione di questa norma nel pacchetto sicurezza che modifica il testo della Bossi Fini abolendo il divieto di denuncia degli stranieri clandestini che accedono ai servizi sanitari, e stabilendo anzi un obbligo di fatto. Il funzionamento pratico, oggi, è che all’accesso ai servizi viene compilato un tesserino detto Stp, straniero temporaneamente presente, che permette l’accesso alle cure di pronto soccorso, ai servizi ginecologici e di assistenza alla maternità e alla pediatria di comunità. Un operatore sanitario inserisce dati anagrafici in un database per assegnare il tesserino. È dunque possibile risalire sia ai dati dello straniero sia dell’operatore che inserisce i dati. Già oggi – ha proseguito l’assessore – gli operatori sociali del settore segnalano che si è diffusa negli stranieri clandestini una paura tale da fare loro rinunciare alle cure. Molti professionisti hanno stimato un calo del 20% degli accessi degli stranieri non in regola alle prestazioni sanitarie. Se la norma sarà approvata – ha concluso Simona Arletti – ci sarà un rischio effettivo per la salute pubblica a causa della rinuncia a ricorrere alle cure da parte degli stranieri”.

Nel dibattito, Angela Bellei, Prc, ha detto: “condivido il contenuto dell’interrogazione e mi associo alle preoccupazioni dell’assessore Arletti. Ci troviamo di fronte a una deriva inquietante: medici sceriffi, schedature dei clochard, tassa sui permessi di soggiorno, ronde, sono derive xenofobe segno di razzismo di stato”.

Sergio Celloni, Ppl, ha osservato: “la legge che obbliga i dottori a denunciare gli immigrati è da valutare con attenzione. È comprensibile la volontà del Governo di arginare questa forma di clandestinità oramai incontrollata. Capisco però anche le esigenze dei medici e non posso che simpatizzare con coloro che hanno espresso pareri per tutelare i pazienti. C’è il rischio che nascano sistemi sanitari paralleli privi di controlli. Ogni persona deve essere accolta in una struttura ospedaliera in base alle cure che necessita, e lo storico delle sue cartelle cliniche deve essere a disposizione per esigenze di pubblico interesse”.
L’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti ha affermato: “con questa norma, non ancora approvata, sono già calati i dati sull’affluenza degli stranieri ai servizi sanitari, e questo mette a rischio la salute di tutti. Se poi pensiamo che per i bambini stranieri vale l’obbligo scolastico, la norma appare molto incoerente. Per controllare la clandestinità si possono mettere in campo molti altri provvedimenti più efficaci, questa norma non serve a nulla e già sta avendo effetti negativi”.

Mauro Tesauro, Verdi, ha sottolineato: “questo provvedimento ci preoccupa così come quello sulle ronde. Il paradosso è che mentre si cerca di salvare a ogni costo vite come quella della Englaro, dall’altra parte si stroncano delle vite altrettanto innocenti. A fronte del rischio di denuncia, i clandestini non si rivolgeranno più ai medici. Secondo noi, clandestino non equivale a criminale. Rinasceranno a causa di questo provvedimento le strutture mediche clandestine che esistevano una volta, queste sì davvero criminali”.

Andrea Leoni, Fi-Pdl, ha dichiarato: “l’obbligo di denunciare i clandestini non esiste, ma è stato inventato dalla stampa e ripreso da autorevoli personaggi della nostra città. Il provvedimento chiede di segnalare all’autorità competente se determinate malattie sono di pericolo per la persona o per l’intera comunità, come succede per gli italiani e per gli immigrati regolari. Sul rischio di epidemie, questa norma riporta il nostro paese nell’alveo di tutti i paesi europei. In Germania addirittura c’è l’obbligo di denuncia, non mi risulta sia una terra di epidemie. Se fossi alla Camera dei deputati voterei questa norma senza esitare”.
Andrea Galli, An, ha definito le due interrogazioni “esempi classici di disinformazione e malafede”. Secondo Galli, “la denuncia dei clandestini è una possibilità e non un obbligo. La nostra Costituzione è oramai anziana, ha 70 anni, dobbiamo rispettarla ma anche essere consapevoli che va introdotta un po’ di flessibilità. Quando la Costituzione è stata emanata il concetto di individuo corrispondeva a quello di cittadino italiano. Nessuno immaginava saremmo diventati terra di immigrazione. Oggi deve finire l’epoca dell’arrivo indiscriminato di tutti. Noi diamo servizi a persone che non solo non li pagano ma non sono in regola con le nostre leggi”.
Alvaro Colombo, Prc, ha detto: “questo provvedimento non è solo xenofobo, razzista e vergognoso, ma anche stupido. La salute non è un bene individuale ma collettivo: non garantire l’accesso ai servizi a parte della collettività significa attaccare la salute di tutti. È una cosa banale che conosce ogni persona che si occupa di medicina. Questa norma non è solo ingiusta e razzista ma stupida. E si inserisce in un contesto generale: questo Governo ha una lunga tradizione di violazione della giustizia e dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. È la stessa cultura del Governo che promulga il Lodo Alfano”.

Michele Barcaiuolo, An, ha affermato: “mi chiedo di che cosa stiamo parlando. La norma in questione non lede minimamente il diritto alla salute. Credo si debba garantire la salute di tutti in modo pubblico, ma su questa norma si sta facendo confusione. Dare la possibilità a un medico di denunciare una situazione di irregolarità è ben diverso da quanto si è letto in questi giorni sui media. Le cure vanno comunque prestate, ma il medico che vuole segnalare una situazione di irregolarità ha il diritto di farlo. La lettura strumentale di questa norma punta a confondere tra diritti degli individui e dei cittadini”.
Fausto Cigni, Pd, ha dichiarato: “bisogna chiedersi se la nostra società ha o meno bisogno degli stranieri. Esiste in questo paese una legge, la Bossi Fini, che fa di tutto tranne che l’integrazione. Per rinnovare un permesso di soggiorno ci vogliono dai sei ai dodici mesi. I bambini devono avere non soltanto gli stessi diritti, ma devono essere aiutati a crescere. Voi siete una destra rozza e populista, ma non sapete neanche di cosa state parlando. Milioni di italiani sono andati all’estero ed eravamo incavolati nel vedere che non avevano diritti. Se ora facciamo lo stesso agli stranieri qui da noi, c’è di che vergognarsi”.

William Garagnani, Pd, ha affermato: “anche chi sostiene che ci siano uomini di serie A e di serie B deve comunque tutelare la salute di tutti, per difendere il popolo di serie A serve comunque che anche gli altri siano sani. Proposte come queste sono prive di buon senso. Il colonialismo italiano in Africa fu criminale e straccione. Continuiamo a riprodurre questo modello, questa intenzione di fare colonialismo squallido alimentando la paura”.
Ferdinando Tripi, Pd, ha ricordato: “considerare gli stranieri semplicemente come esseri umani meritevoli di cura è importante. Introdurre la segnalazione, la delazione, anche se facoltativa, mina alla base il rapporto di fiducia tra medico e paziente e lede i diritti degli esseri umani alla salute”.
Il sindaco Giorgio Pighi si è detto “colpito della manipolazione comunicativa. Non è vero – ha detto il Sindaco – che la denuncia sia facoltativa per i medici. Ad oggi è fatto divieto al medico di comunicare che gli stranieri sono irregolari. La norma proposta elimina questo divieto, ma introducendo il reato di clandestinità la denuncia diventa di fatto obbligatoria. Questa norma mette le persone malate nell’alternativa di essere curate o di essere denunciate e lede il loro diritto alla saluta. È una norma che non serve a nulla se non a sottolineare la disuguaglianza, come le classi differenziali, le impronte digitali, la tassa sul permesso di soggiorno, eccetera. Si parla a un’opinione pubblica che vede nella xenofobia un valore”.
Ivo Esposito, Fi-Pdl, ha sottolineato: “nei Cpt c’è un’assistenza sanitaria 24 ore su 24. Comunque, fino a quando non ci renderemo conto che la maggioranza degli italiani stanno vivendo una situazione problematica non saremo in grado di rispondere ai loro bisogni. Noi cerchiamo di garantire i doveri e i diritti a tutti. Lo stesso Obama, il dio sulla terra secondo la sinistra, vuole riformare il sistema sanitario inserendo l’obbligo di essere identificati. Il paese di Bengodi è finito, basta con la demagogia!”.
Mauro Manfredini, Lega Nord, ha detto: “il medico può e non deve denunciare l’accesso ai servizi di stranieri clandestini. Chi contesta questa norma fa una discriminazione: i cittadini stranieri con permesso di soggiorno o i cittadini italiani sospetti di commettere reati verrebbero automaticamente segnalati all’autorità competente. La norma di oggi consente ai medici la libertà di coscienza, ma se arrivasse per esempio un clandestino che si riconosce come possibile autore di un reato, il medico che non l’ha segnalato può essere denunciato”.
Enrico Artioli, Pd, ha affermato: “già oggi è possibile identificare chi ha una malattia particolare e rischiosa. Mi pare che non ci si sia chiesti quali saranno gli effetti di questo provvedimento. Le persone tenderanno a rivolgersi meno all’autorità sanitaria. Potranno nascere aree non controllate di sviluppo delle malattie. E anche, di conseguenza, di una sanità clandestina. Infine, i danni psicologici alle persone, che sanno di non poter godere di assistenza sanitaria se ne avranno bisogno. Un clandestino non è un malvivente, può essere anche una persona che ha perso il lavoro. Il vescovo ha fatto benissimo a denunciare questa norma”.
Alberto Caldana, Pd, ha dichiarato: “l’assistenza a clandestini e irregolari è in buona parte affidata nel nostro paese a medici volontari, che chiaramente non denunceranno mai, come queste organizzazioni hanno già dichiarato anche pubblicamente. Uno dei capolavori della Bossi Fini è di avere toccato i massimi livelli di produzione della clandestinità: dopo 6 mesi di disoccupazione si perde il permesso di soggiorno e anche il diritto alle cure, per sé e per la propria famiglia”.
Al termine del dibattito, ha ripreso la parola Achille Caropreso, osservando: “mi auguro che la Camera dei Deputati modifichi questa legge, o che il Capo dello Stato la metta a confronto con i principi fondamentali con cui contrasta. Altrimenti, questa legge sarà la più disattesa dell’ordinamento giuridico italiano. Sono troppe le persone che hanno manifestato contrarietà a questa legge a livello nazionale, come l’ex ministro dell’Interno Beppe Pisanu, ma anche nella nostra sanità modenese. Se si parla dell’obbligo di segnalare all’autorità sanitaria le malattie pericolose, questo esiste già. Come esiste già l’articolo 362, se non sbaglio, del codice penale che rende obbligatorio denunciare i casi di rissa, accoltellamento, uso di armi da fuoco con prognosi superiore ai 10 giorni”.

Teodoro Vetrugno, Pd, ha ringraziato l’assessore Arletti e i colleghi che sono intervenuti sul tema. “Non ho dubbi – ha detto Vetrugno – che questa norma è razzista. Penso anche io che questa norma non sarà applicata, o che sarà dichiarata incostituzionale dalla Corte. Temo che questa legge avesse soltanto l’effetto dell’annuncio, dell’avvertimento. Il problema è di natura giuridica ma anche di cultura politica: il collega Galli ci ha ricordato che la norma serve a dire ai medici che è finita la pacchia, che bisognerà tagliare su alcuni servizi, e chiarire chi sarà a rimetterci. Mi aspettavo su questa norma un allarme anche da parte dei cittadini immigrati, una risposta di paura sulle conseguenze”.

L’assessore Arletti ha concluso affermando: “introducendo sia la facoltà di denuncia sia il reato di clandestinità, il medico è costretto alla denuncia altrimenti può essere perseguito. Sono già stati avviati controlli nei consultori familiari della regione, nella zona di Rimini, dove sono stati chiesti gli elenchi delle donne immigrate assistite. Chi dice di lavorare a tutela della maternità non può comportarsi in questo modo. In Germania, dove vige una norma simile, quello che è accaduto è che molti medici fanno obiezione di coscienza e si sono riscontrati già problemi conseguenti alle norme: irregolari che usano farse generalità o ricorrono alla sanità parallela. In tutti gli altri paesi non c’è l’obbligo. L’Europa parla molto chiaramente e dice che i diritti fondamentali vanno garantiti anche ai migranti irregolari, cui occorre riservare un trattamento umano e degno. Credo che in questo rispetto della dignità vadano considerate incluse le cure sanitarie e spero che anche il centrodestra si renda conto della gravità di questa norma, stupida, pericolosa, e incoerente con la tutela della vita che tanto viene sbandierata”.
















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