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Carpi: formazione operatori per accoglienza donne vittime di violenze

Al pronto soccorso dell’ospedale di Carpi, nei primi otto mesi del 2006, si sono presentate 104 donne che avevano subito violenza. Il 62 per cento sono italiane e la fascia di età prevalente è quella compresa dai 27 ai 38 anni. Per queste pazienti le diagnosi più frequenti sono state quelle di “policontuse da riferite percosse” e di “stato ansioso reattivo”. Sono dati preoccupanti che hanno spinto il Distretto sanitario di Carpi, in collaborazione con il Comune, ad organizzare il corso “Nemmeno con un fiore” per formare gli operatori che accolgono donne che hanno subito violenza.


Il corso, in programma mercoledì 30 maggio (una prima edizione è stata realizzata lo scorso 17 maggio), rientra tra gli impegni che l’Azienda USL di Modena ha assunto siglando il protocollo d’intesa provinciale predisposto dalla Prefettura. Il Comune di Carpi – Assessorati alle Pari Opportunità e ai Servizi Sociali – e la Commissione Pari Opportunità avevano da tempo attivato un tavolo di confronto istituzionale sul fenomeno della violenza alle donne.

Il corso, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, è presieduto dal Direttore del distretto di Carpi Patrizia Guidetti. I docenti sono Eleonora De Marco (Magistrato presso il Tribune di Modena), Alessandra De Palma (Direttore della Medicina Legale dell’Azienda USL di Modena), Silvana Borsari (Direttore di Distretto di Modena), Marina Mauro Piazza (Presidente e ricercatrice di “Gender” consulenza formazione e ricerca di Milano), Daniela Rebecchi (Direttore settore Psicologia clinica Azienda USL Modena). All’edizione di Carpi ne seguiranno altre nei Distretti di Modena e Sassuolo, per poi coinvolgere tutti i distretti sanitari della provincia.

L’iniziativa vuole sviluppare e migliorare il lavoro di rete dei servizi già esistenti, per questo si rivolge a destinatari eterogenei, appartenenti al mondo della sanità ma anche a quello della sicurezza: medici e infermieri di pronto soccorso, ostetriche, ginecologi, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, operatori del consultorio, dei servizi sociali e del volontariato e forze dell’ordine locali (Carabinieri, Polizia, Vigili urbani).

Le lezioni permetteranno agli operatori di acquisire competenze adeguate su tutti gli aspetti del fenomeno (sanitari e legali) e di rilevare i segnali diretti e indiretti di una violenza o di un abuso. Questa conoscenza approfondita consentirà di attivare tutte le diverse figure professionali che entrano in contatto con il problema, costruendo così una rete operativa di supporto per le donne.
















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