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Fangio: a Modena una mostra per ricordare il grande campione

Il mito di Fangio rivive nella mostra che Modena, capitale dei motori, ha voluto dedicargli a 10 anni dalla sua scomparsa, e che aprirà i battenti il primo ottobre presso la ex Manifattura Tabacchi in viale Monte Kosica 47. Promossa dal Comune di Modena, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con la co-promozione dell’ACI Nazionale, in collaborazione con Confindustria Modena, la mostra parte con una frase di Fangio che è una sorta di manifesto: “Non ho mai pensato all’auto come a un mezzo per conseguire un fine da parte mia, invece ho sempre pensato di essere parte dell’auto, così come la biella e il pistone”.

L’evento, il primo dedicato al al grande campione in Italia, ha ottenuto l’appoggio del “Museo de Automoviles Juan Manuel Fangio” di Balcarce, città natale del campione, che ha eccezionalmente inviato a Modena tre vetture della sua collezione, due Chevrolet Master 85 Coupè del ’39 e del ’40 con le quali il pilota ha corso le estenuanti Carretere Panamericane e una Volpi-Chevrolet del ’47, la prima monoposto utilizzata da Fangio nella Formula Meccanica Nacional. Oltre a queste sono esposte per la prima volta tutte insieme le 5 regine della Formula Uno con le quali il piota ha vinto i mondiali: l’Alfetta 159 (mondiale ‘51), la Maserati 250F (mondiale ‘54), la Mercedes W196 (mondiali ‘54 e ‘55), la Lancia Ferrari D 50 (mondiale ‘56) e la Maserati 250F (mondiale ‘57). A corredo anche due vetture sport, un’ Alfa Romeo 6C 3000 CM, una Lancia D 24, tantissimi cimeli, i disegni tecnici, le componenti meccaniche progettate dal pilota argentino, i suoi prototipi e filmati d’epoca di grande valore storico.


La mostra, intitolata “Cuando el hombre es màs que el mito”, è una sorta di viaggio nel passato eroico dell’automobilismo, quello polveroso delle corse come le Turismo Carretera, che si chiude con un tuffo nel futuro e un abbraccio ideale fra Fangio e Schumacher, il primo “pentacampeon” e il secondo sette volte iridato. E in mezzo una mostra/spettacolo che porterà per mano i visitatori alla scoperta di un uomo e di un pilota che ha dato tanto all’automobilismo sportivo e che ha avuto un rapporto molto stretto con Modena, la capitale mondiale delle quattroruote da corsa.


I visitatori potranno ripercorrere la vita del pilota e la sua carriera seguendo un percorso espositivo composto da quinte scenografiche che ricreano le curve delle gare più celebri di Fangio: dalla “curva de la Avenida Ernesto Tonquist” del circuito del “Parque Palermo” di Buenos Aires dove Fangio nel 1948 per la prima volta guida una macchina da Grand Prix, la Maserati 4CL 1500; alla “curva Breitsheid” di Nurburgring dove il pilota, su Maserati, riesce a superare la Ferrari di Hawthorn aggiudicandosi la vittoria, il record del giro e il titolo di Ring Meister per aver vinto la corsa tre volte consecutivamente e quello di “pentacampeon”. Un titolo che è rimasto ineguagliato fino all’arrivo sulle piste di Schumacher.


Ad aprire l’esposizione modenese, che gode del patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia e della Regione Emilia-Romagna, un grande schermo ad acqua sul quale sarà proiettata l’immagine del pilota, una “porta” che conduce alla “pit lane”, un lungo scorcio visivo con immagini filmate delle sue vittorie e con fotografie del pilota.

Una panoramica sulla sua vita privata, sul forte legame con la famiglia e il suo paese natale fino alla sua passione per il film western ma anche sul suo passato di meccanico. Perché prima di diventare campione di fama mondiale, Fangio è stato un meccanico. Già a 10 anni frequenta l’officina del senor Cappettini di Balcarce, poi, una volta terminati gli studi, a 19 anni apre una sua officina. Un’approfondita conoscenza della parte meccanica lo porta a mettere mano personalmente a quasi tutte le auto da corsa anche quando può disporre di uno stuolo di esperti meccanici.


All’interno degli spazi espositivi dell’ex Manifattura il fotografo modenese Gianni Volpi racconta a modo suo la città e la sua fortissima passione per i motori, ritraendo i modenesi durante la sessione primaverile della manifestazione “Terra di Motori”.
Sempre dedicata al campione argentino ma negli spazi del Baluardo di via Cittadella una seconda mostra di 6 artisti contemporanei modenesi intitolata “Sei artisti alla ricerca di Fangio”. A Giuliano Della Casa, Wainer Vaccari, Carlo Cremaschi, Franco Fontana, Franco Guerzoni e Franco Vaccari è stato chiesto di ideare ad hoc opere di pittura, scultura, fotografia e video ispirate alle gesta del campione che ha fatto sognare intere generazioni. E sempre intorno a questa figura dai contorni mitici, andranno in scena alcuni spettacoli teatrali che “Ert”, Emilia Romagna Teatri, ha in programma per i giovani. E ancora esibizioni di tango, mostre fotografiche e filateliche dedicate all’amore per Fangio e per la sua terra così legata al nostro paese.

I visitatori della mostra/evento sul pilota argentino potranno godere di una riduzione sul biglietto d’ingresso alla Galleria Ferrari di Maranello così come il pubblico in visita alla struttura espositivia della Scuderia del Cavallino potrà usufruire di uno sconto sul prezzo del biglietto della mostra su Fangio.


La mostra è visitabile fino al 30 ottobre 2005, con i seguenti orari:

dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.

Ingresso 3 euro, ridotto 2 euro, gratuito per i minori di 18 anni, over 65 e soci Aci.
In mostra è presente un open bar con prodotti argentini.
















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