La Commissione Ue si dice disposta a riservare parte dei fondi strutturali ai distretti industriali esposti ai cambiamenti del commercio internazionale e ricorda che manca accordo su certificazione d’origine ed etichettatura obbligatoria. Sono le risposte a un documento dell’Associazione Comuni tessili al commissario Ue Mandelson sottoscritto da 16 amministrazioni tessili italiane: Prato, Biella, Carpi, Schio, Montemurlo, Empoli, Montevarchi, Castelfiorentino, Agliana, Montale, Pistoia, Milano, Macerata e Novara.
Se sulla prima richiesta – accelerazione dei tempi sulla certificazione d’origine – dalla Commissione europea non sono arrivate risposte positive (Mandelson ha detto che manca l’unanimità degli Stati sulla proposta in tal senso della Commissione e che questo di fatto blocca l’iter), sulla seconda sia Barroso che Mandelson, riferiscono i rappresentanti delle città del tessile, hanno manifestato la volontà della Commissione a riservare una quota dei fondi strutturali alle aree e alle economie maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, come il tessile.
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